Dove nessuno guarda, la serie: da vedere o basta il podcast? 

Sky presenta la versione docuserie del podcast true crime italiano più chiacchierato del 2023: la recensione di Dove nessuno guarda.

di Elisa Giudici

Dove nessuno guarda non è più solo un podcast di successo: Sky infatti, partner di Chora Media e Pablo Trincia sin dall’inizio del progetto, ha realizzato un prodotto video, una docuserie originale, che vuole essere complementare al racconto guidato dalla voce del noto podcaster. 

La docuserie in 4 episodi debutterà, con due episodi a sera, il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e in streaming su NOW. Gli episodi saranno sempre disponibili on demand La docuserie è prodotta da Sky Italia, Sky TG24 in collaborazione con Chora, la regia è di Riccardo Spagnoli ed è creata e scritta da Riccardo Spagnoli e Pablo Trincia


Il podcast diventa quindi docuserie, condensando in 4 puntate da mezz’ora circa la complessa vicenda del caso giudiziario riguardante l’omicidio della giovane Elisa Claps a Potenza. Una pluridecennale pagina di cronaca nera che ha come valore aggiunto quello di mostrare il volto dei protagonisti (vittime e carnefici) attraverso esclusivo materiale d'archivio e giudiziario, messo a disposizione dalla famiglia Claps a Trincia e Sky. 

Il progetto “in video” vuole essere complementare e, almeno nelle intenzioni, rivolgersi a pubblici diversi e non sempre direttamente sovrapponibili: quello dei podcast true crime e quello dei documentari seriali a tema serial killer. La domanda è d’obbligo: vale la pena di vedere Dove nessuno guarda - la serie, specie se si è già seguito il lavoro di Pablo Trincia in podcast? 

Dove nessuno guarda: la storia di un doppio giudiziario

Pablo Trincia ha cominciato la sua collaborazione con Sky a inizio 2023, mettendosi alla ricerca del caso giusto per realizzare un prodotto multipiattaforma, che valicasse i confini "audio" del podcast. Quando è venuta fuori la vicenda Claps, spiega Trincia, non ne sapevo niente, ma il mio intuito mi ha detto subito che era il caso perfetto. Quello di Elisa Claps è infatti un caso investigativo e giudiziario durato quasi 20 anni e con ancora molti interrogativi aperti. È unico per come riassuma una vicenda complessa ma in qualche modo continuamente sfuggita all'attenzione nazionale e locale. 


Sul finire degli anni '90 dalla chiesa della Trinità di Potenza scompare Elisa Claps, una ragazzina minorenne, acqua e sapone. Sin da subito le circostanze indicano un luogo preciso in cui potrebbe essere stata uccisa la ragazza e un possibile assassino. La polizia però compie un errore fatale e, incapace di ammetterlo, prosegue un'indagine mal gestita, colpa di sviste, forse persino connivenze e depistamenti. Ci vorranno 17 anni per ritrovare Elisa, là dove si è sempre dubitato che fosse, "dove nessuno guarda" appunto, incolpando chi era apparso colpevole fin da subito. 

Da questo punto però Dove nessuno guarda diventa la storia di un doppio: gli omicidi sono più di uno e si ripetono specularmente, così come gli errori giudiziari che permettono all'assassino - un killer seriale mai identificato come tale - di agire ancora e ancora. 

Da podcast a serie: limiti e punti di forza di Dove nessuno guarda 


Per scrivere questa recensione ho ascoltato a stretto giro l’intero ciclo di podcast di Dove nessuno guarda, visionando poi il primo episodio della docuserie. L’impressione “di pancia” è sicuramente forte: dopo aver trascorso ore a sentire Trincia raccontarci gli sguardi persi nel vuoto, i sorrisi obliqui e il modo di fare circospetto di Restivo, vederlo con i nostri occhi in aula, insieme a molti protagonisti della vicenda, colpisce lo spettatore ex ascoltatore. 

Il montaggio del primo episodio poi è rivisto da zero nella sua linea temporale. Il materiale quello rimane, ma è rivisto con un ritmo più televisivo e soprattutto risulta condensato. D’altronde la serie ha a disposizione solo 4 episodi di mezz’ora per coprire un racconto orale ben più lungo e complesso. Il limite di Dove nessuno guarda in questo senso è proprio quello che non poter approfittare della progressione narrativa del podcast, del crescendo che si crea scoprendo poco a poco tutte le vicende giudiziarie confuse e ambigue che vedono al centro Danilo Restivo in due nazioni differenti, ma accomunate dall’incapacità di individuarlo velocemente come colpevole. 

Trincia è costretto a giocarsi da subito la carta più forte: quella dell’omicidio inglese per cui Restivo è stato condannato e per cui si trova oggi in carcere, che ricalca per modalità e sincopata reazione giudiziaria il caso Claps. Nel podcast invece le diramazioni inglesi emergono solo dopo aver familiarizzato con i fatti potentini, lasciando un senso di ineluttabilità profondo, impressionante, mostrando meglio le unicità di questa vicenda. 

Chi frequenta il filone true crime internazionale (statunitense in particolare) sentirà aria di casa: dall’organizzazione grafica delle informazioni e delle testimonianze fotografiche all’intervallarsi delle testimonianze della famiglia e dei giornalisti con riprese via drone di Potenza e dei suoi tetti, Dove nessuno guarda ricorda più questo genere di prodotti realizzati negli Stati Uniti che gli equivalenti italiani (su tutti Un giorno in pretura). 


Una scelta forse dettata dalla voglia di andare a intercettare un pubblico giovane, che all’epoca del caso Claps non seguiva la cronaca, ma che negli ultimi anni è diventato il seguito fedele della crescente proposta italiana in ambito true crime, soprattutto sul fronte podcast. Sky poi ci mette del suo, facendo convergere l’impostazione del neonato canale Sky Crime con il taglio giornalistico tipico dei reportage di Sky Tg24. 

Il progetto però sembra funzionare soprattutto per chi il podcast non lo conosce: a parere di chi scrive, si aggiunge troppo poco a un ciclo di puntate che aveva analizzato in maniera puntuale, avvincente e suggestiva il caso Claps.