Two Point Museum sente il peso della Storia su Switch 2
Come se la cava la versione per la console Nintendo del nuovo gestionale di Two Point STudios?

Dopo aver esordito a inizio anno su PC e console di nuova generazione (possiamo ancora definirle così?!), Two Point Museum è infine arrivato anche su Nintendo Switch 2. Il ritardo è spiegabile attraverso diverse ragioni, che spaziano dai problemi di ottimizzazione già vissuti in passato dalla serie sulle macchine Nintendo, all’arrivo di una nuova versione di Switch nei pressi dell’uscita che probabilmente ha un po’ scombussolato i piani in casa SEGA. Ad ogni modo, con un po’ di ritardo, fossili e altri antichi reperti sono disponibili anche per la recente console portatile della grande N. Come se la sarà cavata?
Two Point Museum: un po’ di Storia
Prima di esaminare nel dettaglio le prestazioni di Switch 2 sotto il peso della Storia, rifacciamo il punto della situazione sulla saga, nel caso non ricordaste più molto della nostra ottima recensione della versione PC. Dopo essere stati chiamati a gestire, rispettivamente, un ospedale e un campus universitario, questa volta la Contea di Two Point ha bisogno di noi per lanciare una nuova istituzione museale e renderla attraente agli occhi della cittadinanza. Affinché ciò accada, ovviamente, sarà necessario estrarre la quantità di banconote più larga possibile dalle tasche dei nostri adorati visitatori: da europei, ci appare un poco strano, ma dopo essere passati attraverso la gestione ultra capitalista di ospedali e università nei passati ruoli di manager nella Contea di Two Point ci abbiamo fatto il callo.

Rispetto alla rigidità richieste dalle strutture dei precedenti giochi, Two Point Museum approfitta dei numerosi slanci creativi concessi da un museo per variare la formula della serie. La prima grande novità sono le spedizioni. Scheletri millenari e altre anticaglie infatti non bastano per attirare alla nostra corte orde di curiosi, smaniosi di pagare fior di bigliettoni per posare gli occhi sui nostri reperti (e le loro mani unte sulle nostre teche). Per questa ragione è necessario mandare in missione i nostri Specialisti in giro per il mondo alla ricerca di rarità e stranezze esclusive, capaci di attrarre curiosi, appassionati e VIP, con l’intento di trasformare tutti in felici donatori. Il mondo, però, è un luogo pericoloso, ricco di insidie, e le probabilità che i nostri Specialisti si feriscano o peggio si disperdano non sono così remote
Questa nuova categoria di lavoratori si va dunque ad aggiungere alle altre che ci aspettiamo di trovare all’interno di un museo, ma le loro abilità possono essere potenziate mandandoli a studiare, per ridurre il rischio di infortuni sul posto di lavoro e migliorare la qualità dei loro ritrovamenti. Questa nuova meccanica si incastra decisamente bene in mezzo alle altre e per quanto sia lecito il timore di finire sotterrati sotto troppe cose da fare, la Campagna allestita dai Two Point Studios riesce nel non facile intento di rendere assimilabile l’oggettiva vastità dei suoi contenuti alzando pian piano l’asticella. In realtà il museo di cui dovremo occuparci è una costellazione di musei, ciascuno caratterizzato da un tema (si va dalla paleontologia iniziale al fondale marino, fino all’esoterismo e la scienza spaziale) e ciascuna nuova sede è l’occasione per aggiungere nuovi concetti e agganciarli agli altri.

La vera svolta consentita dalle sale museali è però la personalizzazione degli ambienti: in questo contesto, la disposizione degli arredi, delle statue e degli altri elementi non è più vincolata a mere ragioni di funzionalità, ma serve a creare meraviglia nei visitatori che un percorso ideale da seguire (che ovviamente conduce al gift shop posto prima dell’uscita per spillare anche le ultime banconote rimaste). Piastrelle, pareti, cartelli, piante e qualunque altro elemento d'arredo vi possa venire in mente al vostro servizio consentendovi di creare musei colorati e sfavillanti di attrattive. Il che ci conduce al prossimo punto…
Come gira Two Point Museum su Switch 2?
Il primo impatto con Two Point Museum su Switch 2 è senza dubbio incoraggiante: la resa dei buffi sprite e delle cartoonesche ambientazioni sullo schermo di Switch 2, più grande rispetto alla precedente incarnazione, è buona e la limitazione dei 30 FPS non infastidisce. ANche lo zoom consente analisi più ravvicinate di quanto accadesse in passato. Per buona parte della prima metà della campagna, al di là di qualche sporadico scattino o glitch grafico, sorprende la capacità di Switch 2 di gestire l'ulteriore complicazione di questo nuovo capitolo dei gestionali Two Point.

Le cose nel mio caso si sono complicate nella seconda metà della Campagna. Non sono certo che sia il peso dei numerosi musei previsti a questo punto ad aver incrinato le prestazioni di Two Point Museum, quanto forse la mia dedizione nell’arredamento e nella personalizzazione delle strutture sotto la mia gestione. Da questo punto in poi, i problemi sono diventati decisamente più frequenti: mentre scatti e glitch aumentavano, hanno fatto la loro apparizione anche i primi crash e in diverse occasioni mi sono ritrovato a non poter proseguire perché il gioco smetteva di ricevere gli input da un determinato tasto (ovviamente perfettamente funzionante in Home e negli altri giochi), senza differenze tra decked e portatile. L’unica soluzione? Chiudere l’applicazione e riaprirla, ripartendo dall’ultimo (frequentissimo) autosave. Ma quanto alla lunga si può trovare divertente giocare così? E quanto invece può aver senso rinunciare a (o contenersi con) le decorazioni pur di poter giocare Two Point Museum in portabilità su Switch?























