Turok

Turok
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La prima produzione videoludica che riguarda il cacciatore di dinosauri Turok risale al 1997, su Nintendo 64 e Pc, a sua volta ispirata ad un fumetto che apparve verso la metà degli anni Cinquanta. La rivisitazione odierna é affidata al Team di Propaganda Games, che ne ha sviluppato una versione per Sony Ps3 e una per Xbox360, che sono state rilasciate l'8 Febbraio scorso, oltre a una versione PC che deve ancora vedere la luce. Il protagonista dell'avventura, Turok, é un marine agli ordini della Whiskey Company, un gruppo di mercenari mandato su un pianeta con l'esplicito intento di catturare un certo Kane e di riportarlo sulla terra. Niente di esaltante, senonché, tramite il tutorial, inizieremo a capire alcuni retroscena un tantino più interessanti della vicenda: ad esempio, che Kane stesso ha addestrato in un indefinito passato il nostro alter-ego, che Turok nella Whiskey é visto come il pivello di turno e dovrà imparare a farsi rispettare e che il pianeta su cui siamo stati mandati é popolato di una specie di creature leggermente ostili: i dinosauri.
Il nostro compito é sopravvivere attraverso la quindicina di livelli di cui é composto il gioco, alternando scontri con i soldati di Kane a lotte all'ultimo sangue con sauri di vario genere e di varie grandezze, facendo un uso oculato delle nostre particolari potenzialità.

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Se il gioco si profila infatti come un fps classico, ci sono un paio di gradite introduzioni che donano profondità all'azione complessiva di gioco: l'uso di un coltello, molto più affine nella lunghezza a uno spadone del Medioevo, e un arco silenzioso e tecnologicamente sofisticato, in pieno stile Rambo.
Il titolo sembra quasi incoraggiare un approccio stealth: strisciando alle spalle di un nemico possiamo, grazie all'uso del grilletto destro, eliminare efficacemente e silenziosamente tanto la guardia armata che si trova dinanzi a noi, tanto i dinosauri di dimensioni più contenute, magari dopo aver scartato un loro attacco gettandoci di lato (dato che la mossa speciale non funziona in qualsiasi posizione ci troviamo). Il tutto funziona in modo molto semplice: premuto il grilletto destro del pad, partono delle sequenze altamente spettacolari e quasi sempre diverse, che vedono Turok saltare al collo dei sauri o sfondare il torace delle guardie nemiche, magari dopo qualche sgambetto “tattico”.

Dato che non sempre con i rettili ci va così bene, siamo spesso stati costretti a salvarci all'ultimo momento da dei loro affondi tramite la pressione di alcuni tasti, come tradizione vuole per le famigerate sequenze in Quick Time Event.
Il campionario di armi é relativamente vasto, e va da mitragliatori leggeri a cannoncini al plasma portatili, fino ad arrivare a fucili da cecchino con 3 diversi gradi di zoom e a un lanciarazzi di ottima fattura. Fin dalle prime battute di gioco possiamo inoltre contare sull'aiuto di uno shotgun, che nella modalità di fuoco alternativo spara dei razzi, che attirano l'attenzione dei dinosauri su altri bersagli o su punti lontani dal nostro percorso.

Abbiamo poi il già citato arco “alla rambo”, che richiede un paio di secondi per “caricare” le frecce: usandolo come uno strumento di tiro a distanza si può sfruttare il semplice sistema di danni localizzati, che però non sempre funziona a dovere, ma é decisamente meglio aspettare la disponibilità delle frecce esplosive, che si rivelano particolarmente efficaci contro gruppi di nemici.
Un appunto negativo, tuttavia, va in particolare all'inefficacia delle armi da fuoco, assolutamente impotenti di fronte agli attacchi di gruppo dei sauri nemici, e alla malata concezione di stealth dei programmatori: questa implementazione dell'uccisione silenziosa, dei silenziatori, delle zone d'ombra in cui nascondersi é assolutamente inutile, per un paio di motivi ben evidenti. In primo luogo, una intelligenza artificiale “scorretta”, che fa si che i soldati nemici umani si accorgano di noi non perché ci vedono ma perché rientriamo nel loro campo di “controllo”, e in secondo luogo perché tutta una serie di bug più o meno evidenti penalizzano la capacità dei dinosauri di inseguirci negli anfratti o oltre le sporgenze, facendo si che dopo tre passi si dimentichino di noi, salvo poi ritrovarci altri sauri spuntare dal nulla tre passi dopo.
Al semplice sparare, coadiuvato dai compagni di squadra, si alternano quindi azioni più raffinate svolte grazie al binomio arco-coltello, che spesso é l'unico alleato negli scontri più epici con i rettili più grandi, di quelli che sono capaci di sbranarci in un solo colpo, per capirci.

Non mancano i complessi industriali tutti ferro e cemento, nel gioco
Non mancano i complessi industriali tutti ferro e cemento, nel gioco
Non illudetevi: non basterà un colpo di shotgun sul muso per abbatterlo
Non illudetevi: non basterà un colpo di shotgun sul muso per abbatterlo
I dinosauri presentano livree sgargianti e movenze sinuose
I dinosauri presentano livree sgargianti e movenze sinuose


Il gioco sembrerebbe quindi filare via liscio, tra sparatorie e acrobazie a base di coltellate nei reni, e questo é vero fino ad un certo punto; tuttavia, nella struttura di fondo, manca qualcosa di importante: la creatività, l'innovazione, uno scopo che non sia la pure successione di armi, modi e situazioni di fare a pezzi il nemico.
Anche se la trama sopperisce in qualche modo a queste mancanze, e l'introduzione delle sequenze in Quick Time Event riesce ad introdurre un minimo di variazione nello schema di gioco, non ci sono motivazioni fondate per cui Turok debba emergere in modo particolare dalla bolgia di fps che affollano il mercato console, dato che non ha né il carisma di Call Of Duty 4, né la scenografia, la grafica o gli elementi di gameplay che contornano Halo 3, né tantomeno la sprizzante vitalità di Bioshock.

E' un altalenante level desing, che affianca momenti più ispirati a sessioni decisamente ripetitive, a fare da collante al tutto: é un modo per mettere in mostra il motore grafico che muove il gioco, l'Unreal Engine 3 che tanto ha fatto sognare i giocatori di Gears of War.
Unreal Engine che, tra l'altro, qui é sfruttato malamente, e lo si vede dalle texture che ricoprono i volti dei nostri alleati, da un uso indegno degli effetti di luci e ombre e dall'incapacità di adattarlo ad ognuna delle varie situazioni scenografiche che ci vengono presentate, che vanno dalla giungla vera e propria e complessi militari più articolati e caverne oscure, assortite da contesti “meteorologici” abbastanza vari: piogge torrenziali, pomeriggi assolati, oscuri pleniluni.
Di contorno all'avventura in singolo abbiamo una modalità multiplayer che si basa su diverse mappe incentrate sul Team DeathMatch o sul Capture The flag: qui vi é però, rispetto alla concorrenza, una piacevole introduzione, e cioé la presenza dei dinosauri che, come nella campagna, attaccheranno indiscriminatamente i membri della nostra squadra e gli avversari, e potranno quindi essere sfruttati come un ulteriore elemento tattico.

Il numero massimo di armi trasportabili é limitato a due, incluso l'arco, oltre al coltello, che anche nell'avventura multiplayer é il grande, si fa per dire, protagonista, dato che permette di mettere al tappeto il più duro degli avversari con una sola mossa. Il tutto quindi dipende dal nostro tempismo e da un buon uso della schivate laterali, oltre che dalla capacità di evitare i colpi dei cecchini, che in alcune arene hanno vita fin troppo facile.
Un risvolto piuttosto singolare della modalità multiplayer é la possibilità di concentrarsi solo sulle uccisioni e di evitare i compiti secondari come la cattura delle bandiere, dato che alla fine del round é il miglior uccisore a venire impresso sullo schermo a grandi lettere, prima ancora che il team vincitore.
Si sente inoltre la mancanza di “premi” per uccisioni in sequenza o più spettacolari, ed é ironico notare come questo aspetto fosse stato in un primo sviluppo introdotto, per poi venire cancellato dal gioco.
Volendo tirare le somme, nel comparto grafico, si poteva dare di più, in special modo si poteva cercare un motore fisico più sofisticato (si sa che l'Unreal Engine é piuttosto manchevole sotto questo aspetto), dato che, tra cadaveri che si appoggiano a terra in modo disarticolato, mancanza di interattività del 90% degli elementi dello scenario e dubbi rapporti di forze tra le varie armi del gioco si é portati spesso ad aggrottare le sopracciglia e a domandarsi quanto in realtà valga il prodotto.
C'é una buona modalità multiplayer, e un paio di idee buone. Ma mancano decisamente il carisma e l'inventiva, elementi che, a nostro avviso, non dovrebbero essere trascurati dagli sviluppatori con così tanta leggerezza.

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Turok
6.5

Voto

Redazione

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Turok

Una maggiore attenzione per le armi d'offesa più brutali come archi e coltelli e la presenza di un nemico selvaggio quale solo la specie dei dinosauri può essere, bastano a fare grande un fps? Certo che no, dato che ci vuole anche carisma, un buon comparto grafico e fisico e un invito alla variabilità nello schema di gioco che Turok, decisamente, non ha.
E' proprio vero: finito il tempo degli fps senza cervello e della sufficienza di un paio di buone idee gettate a morire in uno schema di gioco conforme alla concorrenza, attendiamo un nuovo messia videoludico che sappia veramente stupirci.

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