Tekken 8: la recensione del picchiaduro di Bandai Namco che supera sé stesso!

Tekken 8 è il picchiaduro uscito dalla fucina di Bandai Namco con 32 personaggi

Tekken 8 la recensione del picchiaduro di Bandai Namco che supera sé stesso

Dello stravolgimento in ambito picchiaduro ne parliamo ormai ad ogni recensione recente e riguarda ormai tutto il mondo di questo genere, lo scopo è sempre lo stesso: abbracciare il mondo di giocatori nuovi e vecchi e allo stesso tempo riuscire a presentarsi agli incontri-scontri degli eSport – per quanto quest’ultimo elemento era molto in voga tempo fa, ora si punta di più ad un ritorno al piacere di giocare fine a sé stesso ed è un bene – ancora di più perché Tekken 8 ha un paio di elementi fondamentali da tenere in considerazione.

Il primo è che ormai in sala giochi la sua presenza è secondaria e se mai dovesse arrivare sarà una cosa che avverrà in un momento a posteriori – anche se questo naturalmente comporta in un minor periodo di bilanciamento/feedback a disposizione degli sviluppatori – il secondo perché ritornano una quantità di mosse davvero portentosa e quindi al potenziale problema di cui sopra si aggiunge una pletora di combo che potrebbero (chiederselo è doveroso) dare ai giocatori casual un “potere troppo grande” a discapito di quelli hardcore (paura che però è da sfatare).

Tekken 8: la recensione del picchiaduro di Bandai Namco che supera sé stesso!
La scelta è difficile, tutti i personaggi sono fantastici!

Tekken, la mia crush adolescenziale

Nonostante in sala giochi, tra l'inizio e la fine degli anni '90, imperassero i picchiaduro nel loro momento aureo, nel cuore della mia PS1 batteva imperterrito quel capolavoro assoluto chiamato Tekken 3, grazie al quale ho capito che tutto ciò che volevo in quel momento era sferrare pugni che producevano esplosioni ad ogni colpo. In questo nuovo capitolo ritorna un piacevolissimo extra proprio di quel gioco, ovvero il Tekken Ball, una sorta di dodge ball in cui colpire l’avversario ed eseguire certi colpi permette di risucchiare la vita degli avversari. Divertente perché permette di giocare sia online, che offline contro la CPU e funziona piuttosto bene, anche se resta comunque un mini-game.

Tekken 8 sembra ripartire proprio da terzo capitolo, piuttosto che dal suo prequel e per quanto mi riguarda è un gran bene, ma prima di arrivare qui, facciamo un po’ ordine (mentale!). Tekken 7 arrivò sul mercato con l’idea di quel periodo di voler essere iper-bilanciato per il mondo competitivo e l’eSport in generale. Il risultato è stato quello di realizzare un fiume di aggiornamenti e bilanciamenti che – parere molto personale – andava a sacrificare parte del divertimento caciarone con cui questa serie era diventata famosa, relegando solamente Soul Calibur 6 a mantenere alto il vessillo del gameplay delle origini. Ora le cose sono molto cambiate e la semi-perfezione di quel Street Fighter 6 che ha seminato benissimo e, insieme ai migliori titoli di Arc System, si sta portando una nuova logica nei picchiaduro mondiali: tutti i giocatori sono importanti, indipendentemente dal loro livello di bravura, è una missione impossibile? Dato il lavoro che stanno svolgendo tutti i produttori delle più importanti saghe – Mortal Kombat compreso – direi proprio di no.

Tekken 9: let the Battles Begin

Forte di 32 personaggi giocabili, non si può dire che il nuovo Tekken abbia lesinato sul roster, ma non ha rinunciato a tutti coloro che magari in futuro vorranno ancora qualcosa di più, dato che sono previsti DLC tra l’estetica dei costumi aggiuntivi e la tracotanza di un cast allargato.

La prima valanga che sommerge il giocatore è però l’aspetto tecnico. Un Unreal Engine 5 tirato a lucido che mostra tutta la sua dirompente tracotanza con un livello di dettaglio mai visto prima per la serie. Nonostante sia pericoloso per il fine della partita, ma guardare i fondali animati, con giochi di luce e situazioni decisamente particolari è un piacere per gli occhi, esaltando poi i dettagli e gli effetti particellari con un HDR particolarmente riuscito. Ovviamente gli stage distruttibili sono ancora presenti, con qualche chicca extra in alcuni di essi, dove ad esempio nel livello di lava se colpiamo violentemente un nemico a terra, quest’ultimo subirà ulteriore danno da un getto di vapore. Mi sono anche avvicinato a pochi centimetri dalla TV 4K per vedere il lavoro fatto dagli artisti che non mostrano solo i pori della pelle dei combattenti, ma addirittura sudore e le vene in evidenza, pazzesco!

Che poi siate fan di vecchia data o nuovi giocatori, Tekken torna nelle vostre mani con una semplicità di azione e azioni che sarete subito a casa. Ho spinto fin da subito la difficoltà a “difficile” e con pochissimo tutorial per i comandi base e una buona conoscenza della serie mi sono sentito subito a casa. Forse Tekken è al momento il più “avvicinabile” tra i picchiaduro moderni, ma senza rinunciare a tutti coloro che sono più scafati e che riusciranno ad estrarre sempre il meglio da un incontro per la conoscenza estrema del proprio personaggio e la gestione ottimale delle mosse a disposizione.

Tekken 8: la recensione del picchiaduro di Bandai Namco che supera sé stesso!
Meglio non farmi arrabbiare!

Heat System!

Partiamo dall’idea che questa meccanica è interessante, anche devastante, ma francamente non così fondamentale, dato che è vero che le mosse arrivano anche a 80 combinazioni per personaggio, ma proprio per questo e grazie al modo di inserirle ultra-comodo e rapido, non se ne sentiva così tanto la necessità di un sistema ancora più semplificato. Detto ciò se sfrutteremo le mosse dette Heat Engager si stunnerà l’avversario per accedere ad uno stato potenziato. Con esso potremo dilatare lo spazio concesso ad una combo (con l’Heat Rush) e poter massimizzare la parte offensiva, che funziona ancora meglio nelle combo aeree. Quest’ultimo, già lo vedo, verrà rivisto decine di volte, ma francamente è stato già nerfato varie volte e a logica e alla lunga, credetemi, non sarà uno dei sistemi più usati, dato che già ogni personaggio è uber-divertente e usabile così, considerando che il danno che verrà fatto con questa meccanica è tanto ma risibile in un incontro, oltretutto lo si può usare una volte per round.

Nonostante siano presenti lo Story Mode e il Character Episode dove potremo gustare filmati di altissima qualità, come da tradizione, e un livello di introspezione maggiore nella caratterizzazione di ciascun eroe, confesso che io ho trovato casa nel Ghost Battle. Quest’ultimo è infatti basato su IA che studia il modo in cui noi combattiamo e agisce di conseguenza (fighissimo!) ma può anche evolversi scaricando altri sistemi di Ghost degli sviluppatori o di utenti, ma a patto che abbiate iniziato la progressione di Arcade Quest e l’abbiate portata a termine fin al capitolo 1. Quest’ultima offerta è molto importante per molti giocatori in quanto è un modo, un po’ simile a quanto sviluppato per Dragon Ball FighterZ di Arc System, ovvero quello di avere un avatar che gira per un ambiente grazie al quale poter approfondire le meccaniche di gioco, un super tutorial, ma anche un modo per entrare in azione con combattimenti veri e reali con i quali salire di livello e poter apprendere i rudimenti di gioco divertendosi in un’applicazione reale.

Un lavoro praticamente impeccabile quindi, come avrete letto, capace di mantenere alta sia la tradizione che l’innovazione, ma Bandai Namco non si deve sedere sugli allori, c’è ancora moltissimo che vogliamo vedere su Tekken 8, ma anche e soprattutto vogliamo (tutti!) un nuovo capitolo di Soul Calibur, dato che già il sei non aveva sbagliato quasi nulla.

Qualcosa sfugge alla perfezione? Bè, alcuni personaggi – ma non vi dirò chi – saranno sicuramente tra i più usati online, salvo che prestissimo non verranno ribilanciati, ma come ho detto più volte, per quanto il tempo di gestazione del titolo sia stato piuttosto lungo, sarà solo con le prove su strada che gli sviluppatori avranno i feedback necessari a rivedere le statistiche e qualcuno è proprio sbilanciato. Per quanto ci siano tanti modi di giocare (extra Arcade) le possibilità offerte da Mortal Kombat 1 e Street Fighter 6 sono più ampie, anche se il core resta inattaccabile, anzi decisamente il capitolo migliore del franchise.

 

Tekken 8

Versione Testata: PS5

9

Voto

Redazione

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Tekken 8

Tekken 8 torna a portare la serie per tutti, un gioco di colori, animazioni, fluidità, qualità al top per il franchise che svicola, finalmente, le incertezze di dover piacere per forza all’eSport del settimo capitolo. L’accessibilità è davvero totale per chiunque, seppure il decantato Heat System l’ho trovato inferiore alle possibilità offerte dal gioco classico, per quanto sarà comunque usato da qualcuno e magari apprezzato, ma la formula originale è unica e inattaccabile. La prova su PS5 è davvero un concentrato muscolare di azione arcade ai massimi livelli. È bilanciato? Non del tutto, ma è anche vero che c’è troppa carne al fuoco affinché possa esserlo e, per quanto mi riguarda, è anche il suo bello e va bene così (almeno offline), per l’online saranno le botte da orbi e le tonnellate di sessioni a decretarne i successivi bilanciamenti perfetti.