ReDrop, sfida platform per masochisti a buon mercato – Recensione PC
La recensione del platform 2D di Fabio Salvador, un gioco che ostenta difficoltà estrema e non mente affatto, ma senza eccedere (troppo) nella misura
Fan dei platform di precisione più infami e alla ricerca di sfide in grado di mandare al manicomio i meno pazienti? ReDrop di Fabio Salvador è qui per soddisfare questo vostro bisogno malsano, e lo fa al prezzo di uno shot di tequila in compagnia (i danni provocati più o meno sono gli stessi NdR).
Nei panni di un blob viola gelatinoso dovremo superare una serie di livelli interconnessi pieni di insidie, in un setting che fa tanto Super Meat Boy, compresa la macchia di colore lasciata al passaggio. La distanza tra un checkpoint e l’altro è decisamente maggiore rispetto alla lunghezza media di uno stage del titolo Team Meat, ma c’è una meccanica extra che viene in nostro soccorso: in caso di morte, o di suicidio volontario, ci lasceremo dietro una piattaforma, che potremo utilizzare come punto di appoggio supplementare, oppure protezione da pericoli dall’alto o superfici dannose.
Una soluzione che può risultare nociva in alcune circostanze, dato che i bordi delle piattaforme hanno collisione e potrebbero ostruire il passaggio, ma veder creato un percorso “sicuro” sui propri cadaveri è piuttosto divertente. Le vite a disposizione però non sono infinite, a meno di attivare l’apposita opzione, ma in tal caso si perdono gli achievement.
Quanto al sistema di movimento, abbiamo un doppio salto, il salto a parete e la corsa a comando, con la possibilità di averla sempre attiva. I controlli sono reattivi e precisi, fisica e velocità del personaggio tarati alla perfezione, e la visuale è piuttosto pulita. È difficile, tanto, sadico addirittura, ma anche onesto, al punto che dopo tutti i proclami in apertura sono rimasto quasi “deluso” dal trovarmi innanzi ad un gioco che semplicemente pretende il massimo dai suoi accoliti, senza prenderli per i fondelli. Si muore male e spesso? Skill issue. Non è un Kaizo Mario a caso.
Ho sclerato? No. L’ho finito? No, perché probabilmente avrei sclerato. Lo consiglio? Non vedo perché no, se la premessa vi alletta. Oltre alla modalità principale, che vanta diversi finali, poi ce n’è una ancora più difficile, e si presta bene alle speedrun. Potreste passarci su un bel po’ di pomeriggi; magari non di quelli rilassanti.