Leggende Pokémon: Z-A: la recensione del ritorno a Luminopoli

Leggende Pokémon: Z-A è l'ultima produzione The Pokémon company

di Simone Marcocchi

Leggende Pokémon Z-A, il ritorno a Kalos e alle Megaevoluzioni

Con Pokémon Z-A, Game Freak riaccende i riflettori su Kalos, una regione che ha segnato una svolta epocale nella storia del brand. Dopo anni di attesa, il ritorno a Luminopoli non è solo un revival nostalgico di Pokémon X e Y, ma una scelta narrativa e tematica che chiude un cerchio aperto nel 2013. Come il primo Leggende Pokémon: Arceus, anche in questo spin-off si tenta l'approccio ad un esperimento audace, capace di ridefinire le fondamenta del gameplay con nuovi approcci al gameplay, oltre naturalmente al ritorno delle Megaevoluzioni.
Introdotte proprio in X e Y, le Megaevoluzioni hanno trasformato il modo di combattere, offrendo una forma temporanea e potentissima di evoluzione che ha ridefinito il concetto di strategia. In Z-A, il loro ritorno non è solo una scelta estetica o nostalgica: Kalos è la terra delle origini, e le Megaevoluzioni ne sono il cuore pulsante; nota a margine l'uscita non è causale dato che anche nel panorama del gioco di carte collezionabili è appena stato rilasciato un set basato proprio su questo (mega)elemento.

Gameplay e novità di Leggende Pokémon Z-A

Il gameplay introduce alcune novità interessanti, come il combattimento in tempo reale e una maggiore fluidità nelle animazioni, ma queste innovazioni si scontrano con una struttura narrativa debole e una progressione priva di mordente. Il sistema di combattimento abbandona definitivamente la struttura a turni per abbracciare un modello in tempo reale, dove l’Allenatore guida direttamente il proprio Pokémon sul campo. Durante le lotte, si può muovere liberamente il Pokémon, impartire comandi istantanei per attacchi o schivate, e sfruttare il posizionamento per ottenere vantaggi tattici. Le mosse non hanno più Punti Potere (PP), ma funzionano con un sistema di cooldown, che impone un tempo di attesa tra un utilizzo e l’altro. Questo rende fondamentale il tempismo, sia per attaccare che per sostituire il Pokémon in campo. Alcuni attacchi hanno aree d’effetto diverse e la distanza dall’avversario può determinare l’efficacia della mossa.

Anche la cattura dei Pokémon selvatici è stata modificata: si può lanciare direttamente una Poké Ball mirando con precisione, ma alcuni Pokémon fuggono se si accorgono di essere osservati, mentre altri richiedono di essere indeboliti prima di poter essere catturati... ma nell'estrema semplificazione fatta non avrete più il rischio di colpire troppo forte per farli scomparire, quindi anche qui pochissimo lavoro, oltre a snaturare il combattimento - mentre trovo utile il cambio selettivo delle mosse da imparare in base all'utilità del momento.

Le sfide serali per i biglietti, invece, sono eventi speciali che si svolgono in determinati quartieri di Luminopoli. Partecipando a queste sfide, il giocatore può ottenere biglietti Z, necessari per scalare la classifica del torneo Royale da Z ad A. Ogni sfida ha regole diverse, spesso con limitazioni di tipo, tempo o condizioni ambientali, e si svolge in arene urbane illuminate da neon e ologrammi. I biglietti ottenuti permettono di accedere a nuove zone della città e affrontare avversari sempre più forti, ma il sistema è stato criticato per la sua ripetitività e per la scarsa varietà delle sfide, che finiscono per sembrare più un riempitivo che una vera progressione narrativa.

Leggende Pokémon Z-A, trama e ritmo di gioco

La storia, che avrebbe potuto esplorare temi maturi come la convivenza tra uomo e Pokémon in un contesto urbano in trasformazione, si riduce a una sequenza di eventi prevedibili e privi di tensione. I personaggi principali sono stereotipati e poco sviluppati, mentre quelli secondari, pur avendo potenziale, vengono relegati a ruoli marginali. Il risultato è una trama che non coinvolge, non sorprende e non lascia alcun segno, tanto da essere forse quella peggio scritta in un gioco Pokémon (e non ci si aspettava un Oscar alla sceneggiatura... però).

Endgame, durata e contenuti secondari

Anche l’endgame contribuisce alla sensazione di incompletezza. Dopo i titoli di coda, il gioco offre pochissimi contenuti aggiuntivi: qualche sfida ripetitiva, un torneo finale che non aggiunge nulla di nuovo e missioni secondarie che si esauriscono rapidamente. Non ci sono nuove aree da esplorare, né eventi significativi o Pokémon leggendari da scoprire. L’endgame è praticamente inesistente, e questo penalizza fortemente la longevità complessiva del titolo.
La durata della campagna principale si attesta intorno alle 20 ore, con un massimo di oltre le 30 ore includendo tutte le attività secondarie (che sono di una noia mortale però, dato che girare per la città a raccogliere oggetti o le subquest non hanno alcun mordente). Per un gioco che dovrebbe rappresentare l’evoluzione della formula Pokémon - o almeno un tentativo di progressione-sperimentazione come Arceus -, si tratta di un lavoro affrettato e poco curato, aggravato dal fatto che gran parte del tempo è speso in missioni ripetitive, dialoghi poco ispirati e combattimenti privi di sfida. Non c’è alcun senso di progressione o scoperta, e il ritmo generale del gioco risulta piatto e monotono.

Grafica e direzione artistica di Leggende Pokémon Z-A

Il comparto grafico è forse l’aspetto più deludente. Nonostante il gioco sia disponibile anche su Switch 2, la resa visiva è datata e poco curata. I modelli poligonali sono grezzi, le animazioni legnose, i fondali statici e privi di atmosfera. Luminopoli, che avrebbe dovuto essere il cuore pulsante del gioco, appare vuota e artificiale, con ambienti che sembrano costruiti con asset riciclati e barriere visive che spezzano la coerenza del mondo. Il design urbano, anziché affascinare, respinge, e il worldbuilding ne risente pesantemente.

Leggende Pokémon Z-A su Switch e Switch 2: differenze tecniche

Che acquistiate il gioco per la versione disponibile per Switch originale o meno, avrete comunque la medesima compatibilità a garanzia della stessa esperienza, ma con limiti evidenti in termini di risoluzione e fluidità. Su Nintendo Switch, il gioco gira a una risoluzione variabile tra 720p (in modalità portatile) e 1080p (docked), con un frame rate medio di 30 fps che può subire cali nelle aree più affollate o durante le battaglie più intense. I tempi di caricamento sono nella norma per la console, ma non particolarmente rapidi, e la qualità visiva generale è buona, seppur limitata dalle capacità hardware della piattaforma.
La versione per Nintendo Switch 2, invece, è progettata per sfruttare meglio le potenzialità della nuova console. Il gioco raggiunge una risoluzione fino a 4K in modalità docked e 1080p in portatile, con un frame rate stabile a 60 fps, garantendo animazioni fluide e una maggiore reattività nei combattimenti. I tempi di caricamento sono significativamente ridotti grazie all’architettura interna più veloce, e l’esperienza visiva è arricchita dal supporto HDR e VRR, che migliorano la resa dei colori e la fluidità generale. Nonostante la qualità delle texture rimanga simile tra le due versioni, la resa complessiva su Switch 2 è più pulita e immersiva.
Dal punto di vista economico, la versione Switch 2 costa oltre i 10 euro in più rispetto a quella base, ma chi acquista la versione per Switch può effettuare un upgrade digitale per ottenere le migliorie tecniche sulla nuova console. In sintesi, Pokémon Z-A è lo stesso gioco su entrambe le piattaforme, ma su Switch 2 offre un’esperienza visiva e prestazionale nettamente superiore, pensata per chi desidera il massimo dalla nuova generazione Nintendo.

Conclusioni – un esperimento che divide

Se questo era un esperimento per testare cosa non fare è perfettamente riuscito. Che le nuove caratteristiche (e il gameplay) possano o meno piacere va a gusti, naturalmente, ecco perché queste ultime non influenzano minimamente il risultato del voto finale, anche se il mio giudizio è che snaturino parecchio la formula di gioco e in generale, per quanto abbiate giocate altri titoli, intrattiene e può piacere a chi ama il brand, ma i difetti comunque presenti non possono essere ignorati.