Over G

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Strano mese Luglio per i videogiochi. Sul mercato si affacciano titoli definibili nei modi più disparati: esotici, di seconda fascia, alternativi... Guarda caso nessun grosso nome sceglie questo periodo suicida per scendere in campo, quando sa che può contare sui grandi numeri prodotti nel periodo pre-natalizio o in quello primaverile. Ogni campo ha le sue stagioni, e così in quello dei videogiochi in Giugno/Luglio fioriscono quei prodotti che altrimenti difficilmente troverebbero spazio e linfa vitale in mezzo ai periodi di "uscita di massa". Questo Over-G fa ovviamente parte di questa categoria: è una tipologia di gioco che difficilmente avrebbe attirato le attenzioni del pubblico come in questo momento di calma pre-vacanziera. Con una certa attenzione da parte del pubblico queste release possono generare due reazioni, a seconda del calibro del prodotto: o la nascita di una passione, o la conferma del rigetto nei confronti di un genere. Vediamo qual è il caso di Over-G.

Controlliamo la città dall'alto attraverso i vetri della cabina
Controlliamo la città dall'alto attraverso i vetri della cabina
Il mitico F-14 capace di cambiare l'angolo delle ali per raggiungere velocità più alte ed una maggior manovrabilità
Il mitico F-14 capace di cambiare l'angolo delle ali per raggiungere velocità più alte ed una maggior manovrabilità
Qualche dettaglio qua e là nelle città c'è, ma è poca cosa
Qualche dettaglio qua e là nelle città c'è, ma è poca cosa

Volate alto e non guardate giù
Le prime immagini diffuse in rete hanno saputo stupire e mettere in apprensione, soprattutto gli appassionati dei simulatori di combattimenti aerei. Man mano che però si avvicinava la data di uscita, l'entusiasmo si andava calmierando e quando sono stati diffusi i primi video sono cominciate a sorgere le prime perplessità. Non appena il gioco è uscito, sui forum si pendeva dalle labbra di chi l'aveva immediatamente comprato, per sapere se meritava davvero, se la grafica era all'altezza, e subito si sono visti i commenti più disparati.
Una prima cosa va subito chiarita: a differenza della serie Ace Combat non è la grafica il vero punto di forza di questo gioco. Certo, soprattutto i velivoli sono riprodotti molto bene (sia fuori che dentro, con una cabina ben dettagliata anche se in maniera piuttosto "bidimensionale") e qualche effetto grafico apprezzabile non manca, ma l'impatto è tale da non rendere improponibile un confronto con le ultime release della serie Namco su PS2. Questo a causa di scenari estremamente spogli, sebbene vasti, che disattendono completamente le attese del pubblico da "next gen" della 360. Persino sulla portaerei si ha la sensazione netta di trovarsi di fronte ad un porting da PS2 e ciò non è certamente rassicurante. Di contro va anche detto che quando si tratta di simulatori, nemmeno il meglio della produzione su PC ha mai dimostrato particolari capacità grafiche in grado di lasciare a bocca aperta. Però gli ultimi Flight Simulator, per quanto ancora lontani dai concetti di splendore grafico e di alta definizione, hanno almeno offerto una serie di scenari con più dettagli, ai quali fare il pelo con un passaggio radente. Inoltre il senso estetico della manovra viene mortificato da un sistema di replay frustrante, raramente in grado di inquadrare le nostre azioni dalla giusta inquadratura e mancante della possibilità sia di mettere in pausa sia di poter riavvolgere (si può solo mandare avanti un po' più velocemente).

Insomma, ad un buon simulatore si può concedere qualche rifinitura in meno, ma in questo caso il risultato è qualcosa di non particolarmente esaltante nemmeno per l'amante delle simulazioni con l'occhio allenato. Ma questo Over-G è un buon simulatore?
Prima di analizzare il gameplay per rispondere a questa domanda, spendiamo due parole sul comparto audio.
Gli effetti sonori sono apprezzabili: lancio di missili, esplosioni, ma soprattutto il rombo dei motori differenziato a seconda del velivolo. L'attivazione dei post-bruciatori ha un impatto esaltante per i nostri "cuori aeronautici". Alla fine dei conti non è che ci sia da riprodurre chissà quale ecosistema, però quel poco che c'è è fatto abbastanza bene.
Il parlato durante le missioni è di stampo professionale, anche se non tutte le traduzioni sono accurate. Naturalmente stiamo parlando di traduzioni dal giapponese all'inglese, in quanto del parlato in italiano non c'è nemmeno l'ombra. Questo ce lo si poteva anche aspettare, ma non altrettanto si può dire dei sottotitoli o dei menù, tutto rigorosamente nella lingua anglosassone. Ciò non rende ingiocabile il titolo da chi è meno esperto di termini aeronautici, visto che si riesce ad intuire il da farsi piuttosto bene ma, dato che anche il libretto (questo è localizzato) non fornisce informazioni molto dettagliate, qualcuno potrebbe qui e là rimanere un po' spaesato.

Quando il briefing lo capiscono anche i bambini
Dopo aver constatato che il comparto tecnico non è esaltante (ma chi ha giocato i precedenti capitoli della serie, sotto il nome di Energy Airforce, su PS2 sapeva cosa aspettarsi), da amanti dei titoli simulativi quali siamo, andiamo ad analizzare la fisica concernente i velivoli ed il gameplay.
Per quanto riguarda i controlli partiamo col dire che il tutto è stato ben riposizionato sul Joypad della 360. Con una levetta si controlla la cloche mentre con l'altra ci si può guardare intorno, come farebbe la testa del pilota. I "pedali" sono relegati ai trigger inferiori, mentre la potenza della manetta viene aumentata e diminuita tramite i tasti dorsali superiori. Ai tasti le funzioni di selezione dell'arma,quello del fuoco e lancio di chaff o flares.
Le visuali a disposizione sono 4, due da dentro la cabina, una in prima persona e un'ultima da dietro l'aereo. Le più sfruttabili sono certamente le prime tre, visto che donano un buon compromesso tra strumentazione a disposizione e campo libero per guardarsi intorno (anche se quelle dalla cabina un po' meno), mentre la quarta può essere utilizzata perlopiù per rimirare il gingillo tecnologico che si libra in cielo, dato che risulta difficile osservare gli obiettivi e la strumentazione con in mezzo il velivolo, poichè qui è posizionato in posizione troppo ravvicinata e non abbastanza rialzata.

Se i comandi sono ben posizionati si può essere altrettanto contenti del motore fisico abbastanza realistico, in grado di appagare l'appassionato di simulazioni senza risultare al contempo troppo ostico da padroneggiare. Certo, se Ace Combat è il massimo delle velleità simulative che riuscite a digerire, questo Over-G potrebbe apparirvi sin troppo "tecnico" o "stancante", ma se al contrario eravate alla ricerca di un buon compromesso, il titolo Taito fa al caso vostro: si percepisce un discreto realismo, non c'è spazio per manovre astruse, a meno di non volersi ritrovare a dover fare i conti con uno stallo o, alla peggio, contro la perdita del velivolo su di un terreno più o meno contundente. Sono state però "alleggerite" le manovre di atterraggio, o forse è meglio dire che gli ammortizzatori dei velivoli sono stati resi in grado si sopportare delle spanciate decisamente poco delicate. Con questo non vogliamo dire che gli atterraggi sono uno scherzo, soprattutto quelli sulla portaerei, dato che l'approccio alla pista dovrà comunque essere condotto in maniera diligente e precisa, a tal punto che, soprattutto in certe missioni, questa manovra si rivelerà la più complessa da portare a termine, se non si è svolto un minimo d'allenamento.

Abbiamo appena lanciato un sidewinder, missile aria-aria a corto raggio
Abbiamo appena lanciato un sidewinder, missile aria-aria a corto raggio
Nessuna missione all'interno del canyon questa volta
Nessuna missione all'interno del canyon questa volta
Il livello di dettaglio delle cabine non è niente male
Il livello di dettaglio delle cabine non è niente male

La dinamica di volo comunque mantiene le promesse lanciate a suo tempo su PS2.
Ciò che invece non è stato ahinoi migliorato è il divertimento in missione, anzi, è ravvisabile piuttosto un certo peggioramento.
La modalità scenario, quella principale, prevede infatti una serie di missioni tra cui scegliere (e in base alla scelta varierà l'offerta delle missioni successive: una particolarità che dovrebbe aumentare la rigiocabilità della campagna, ma che, a nostro avviso, non rappresenta il giusto modo di incentivare il giocatore), ma la maggior parte di queste presenta una profondità impalpabile e raramente si prova soddisfazione nel portarne a termine una. Sia che scegliamo quelle di intercettazione, piuttosto che quelle in cui si devono distruggere unità di terra o di mare, proveremo facilmente un senso di piattezza, di sterilità. Un po' per via del settaggio della difficoltà (o troppo facile o troppo difficile), un po' perché veniamo buttati in mezzo all'azione con un briefing infimo, di livello quasi infantile (a tal punto che quelli di Ace Combat vi sembreranno dei trattati della NASA), che non ci fa capire qual è il nostro reale apporto all'economia della missione.

Soprattutto nei primi 2-3 scenari, il tutto si risolverà in poco più di 2-3 minuti, il tempo di agganciare il nemico, sparare e vederlo esplodere. Sappiamo benissimo che i combattimenti aerei moderni non sono in grado di conferire la stessa frenesia delle mitragliate di una volta, ma questo gioco ci ha stupiti in negativo per la sterilità di emozioni provate in missione, e sì che di simulatori riguardanti gli F-14, F-16, F-22 e compagnia bella ne abbiamo provati parecchi.
Non siamo riusciti a trovare un qualche particolare delle missioni a cui affezionarci particolarmente, e il fatto che le emozioni più forti continuiamo a provarle nelle manovre di atterraggio dovrebbe dirla lunga sullo sconforto provato, considerato che le missioni che lo prevedono sono ben poche. Nella modalità scenario le uniche che contemplano il decollo (con tanto di taxiing) e l'atterraggio sono le cosiddette "Strategic Mission", le uniche ad avere una durata soddisfacente, in cui, a seconda del dispendio di armi e carburante, saremo anche costretti ad atterrare per rifornirci o cambiare le armi da equipaggiare.
Oltre alla modalità "scenario" ne abbiamo altre 2 a nostra disposizione: la modalità "Arena" in cui semplicemente partire, far fuori un po' di velivoli nemici, tornare a rifornirsi, ripartire e così via...e un'altra in cui potremo configurare lo scontro come meglio ci aggrada, attraverso un buon set di parametri come il numero ed il tipo di nemici, il posizionamento iniziale sulla mappa (di fronte, direzioni opposte o uno dietro all'altro) eccetera.

Nessun colpo di reni dal LIVE
Dopo esser rimasti un po' delusi dalla piattezza di buona parte delle missioni in single player ci buttiamo sul LIVE alla ricerca di una qualche rivalsa ma purtroppo il panorama non si fa molto più florido. Fortunatamente l'intelligenza umana non è come quella artificiale, tuttavia è qui ancora una volta mutilata da una manciata insufficiente di opzioni. Le modalità tra cui scegliere sono solo 2. La prima è denominata "Arena" in cui 4 fazioni composte da un massimo di 2 piloti per ciascuna si affrontano nel tentativo di distruggere le "facilities" avversarie mentre al contempo ci si affronta in volo. E' sicuramente la modalità più apprezzabile, ma non offre comunque un adeguato livello di strategia e di divertimento. Ancor peggio fa il "Versus Mode" dove si affrontano questa volta 2 squadre da un massimo di 4 velivoli ciascuna, nel semplice tentativo di abbattere per primi gli avversari.
A sfavore della modalità multyplayer gioca soprattutto la difficoltà di riuscire a trovare avversari del proprio livello (basta avere le skill del pilota più alte, o un aereo più potente tra quelli sbloccabili nel proseguo del gioco, per avere in fretta la meglio sugli avversari), la mancanza di un adeguato numero di variabili con le quali configurare le partite e più in generale un gameplay che si adatti al meglio alle esigenze del gioco LIVE. Non è del tutto insufficiente ma di certo sfigura rispetto alla maggior parte dei titoli che offrono un'esperienza on-line, basti pensare anche al solo Blazing Angels, che presentava una modalità LIVE molto avvincente ma non sfruttabile per via di una scarsa comunità di supporto, stesso difetto che già adesso in parte affligge anche questo Over-G.

Insomma, nonostante non avessimo delle aspettative "da capolavoro", questo Over-G ci ha deluso sotto diversi aspetti. Ci aspettavamo qualche mancanza dal lato tecnico, facendo parte della categoria dei simulatori (difetto al quale abbiamo ormai fatto il callo), ma ci ha spiazzato la cattiva prova del gioco sul versante del gameplay. Attenzione, non stiamo dicendo che sia da buttare, chi è patito del genere potrà comunque provare una certa soddisfazione derivante dalla buona fisica del gioco e dal feeling "professionale" offerto dall'impostazione delle missioni. Tuttavia questa volta bisogna che la passione riesca a soprassedere su ben più di un difetto oltre che sulla voglia di provare la sensazione di vera "next gen".

Dopo aver portato l'aereo in pista e aver ricevuto l'autorizzazione siamo pronti al decollo
Dopo aver portato l'aereo in pista e aver ricevuto l'autorizzazione siamo pronti al decollo
Partire da una portaerei è assai più facile che atterrarvi
Partire da una portaerei è assai più facile che atterrarvi
La visuale dalla cabina dona un certo realismo, ma a volte copre buona parte della visuale
La visuale dalla cabina dona un certo realismo, ma a volte copre buona parte della visuale
Over G
6

Voto

Redazione

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Over G

Ci si aspettava che Over G potesse lanciare i simulatori di volo su console. Grafica next gen, simulazione all'altezza delle richieste degli appassionati di aeronautica mixata ad un gameplay divertente ed accessibile. Niente di tutto ciò. Oltre alla grafica, solo sufficiente, è soprattutto il gameplay a deludere per via di missioni corte, sterili, poco profonde e ancor meno fantasiose o appassionanti. A salvare il gioco da un'insufficenza è il motore fisico, che rimane comunque appagante per chi da un gioco di aerei vuole qualcosa di più di uno sparatutto e desidera un gioco che si avvicini parecchio al termine "simulazione". Se fate parte di questa categoria allora potete avvicinarvi (con cautela) a questo gioco, altrimenti è meglio rimanere in attesa di un qualcosa di più appagante.