Onrush

Onrush
di

Nella semplicità, spesso e volentieri, si scova il genuino piacere del divertimento. Quella sensazione di inspiegabile sazietà che deriva da un’esperienza in grado di farti staccare il cervello, facendoti sorridere e spingendoti all’esclamazione della più innocua, ma allo stesso tempo pericolosa, frase che un giocatore può esclamare “dai, un’altra e poi smetto!”.

Questo è quello che abbiamo provato nelle prime ore di gioco dedicate ad Onrush, titolo sviluppato da Codemasters, ma soprattutto da quel team di sviluppo chiamato fino a qualche tempo fa Evoution Studio.

Trailer Carentan

Lamiere, sudore e gloria

Uno studio, quello dei ragazzi inglesi, che in passato ha saputo portare sulle nostre console esperienze estremamente divertenti come quelle di Motorstorm e Drive Club. Due titoli coinvolgenti e dell’animo profondamente arcade.

Anche  Onrush, se osservato in modo distratto e superficiale, sembra entrare di diritto in questa categoria, ma è quando si prende il pad in mano che cambia tutta la storia. Una singola partita per capire che le regole della strada qui sono profondamente diverse. L'ansia del primo posto non esiste, conta solo una cosa: correre più veloce che si può.

Piste ampie, velocissime, in cui il freno diventa solo un flebile ricordo e l’arroganza del NOS la fa da padrona. Velocità estrema, questo è Onrush. Un cuore che batte all’impazzata, mentre attorno a te una pioggia di adrenalina, sudore e lamiere ti ricordano che non c’è spazio per la paura; tentennare equivale a trasformarsi in un peso morto per la propria squadra.

Parliamo di squadra perché Onrush non è un classico racing game. Scordatevi ansie da piazzamento, curve perfette e traiettorie: qui conta solo far primeggiare la propria squadra su quella avversaria. Di fatto il titolo di Codemasters va a pescare con grande determinazione da un concetto di gaming experience più vicino a quello di Rocket League e Overwatch, traslando però il tutto su quattro e due ruote più classiche.

For the Win!



Due squadre; dodici piloti con i rispettivi mezzi (auto o moto) ognuno in grado di portare su pista abilità attive e passive esattamente come gli eroi di Ovewatch; quattro modalità all’interno delle quali è possibile rigettare tutta la propria furia competitiva.

Onrush è la cosa più vicina che ci sia al Punk: anarchico, “casinista" ed imprevedibile. Ma in questo contesto che ha il retrogusto di Ramones e Sex Pistols, andando più in profondità, è possibile scovare un solido bilanciamento di squadra.

Il gioco da il meglio di se quando il gruppo è affiatato e i giocatori si conoscono. Ognuno ha il suo ruolo e sa cosa fare sul campo. Come un unico corpo tutti si muovono all’unisono a folli velocità e turbo sempre schiacciato. Restare nelle retrovie non è contemplato: bisogna sgomitare, sempre! Per dar sfogo a questa voglia di velocità il gioco ci mette a disposizione quattro modalità di gioco: Overdrive, Countdown, Lockdown e Switch.

La prima è una gara di pura velocità: la squadra che utilizza il maggior quantitativo di turbo (che va costantemente a riempire una barra comune di punteggio) vincerà sull’altra. La seconda è invece una gara di destrezza e furbizia, con un conto alla rovescia che rallenta tutte le volte che si riesce a passare attraverso portali generati sulla mappa; anche qui le regole sono semplici: prima passi, più tempo guadagni, il primo che arriva a zero ha perso. Lockdown è invece il king of the hill su quattro ruote, in cui tenere il possesso di un’area porterà la vittoria ad una delle due squadre. Infine, Switch: tre vite a testa, si parte con la moto e ad ogni takedown si torna in pista con una mezzo più pensante. Una sorta di guardia e ladri cattiva e per nulla caritatevole.

In pista, come dicevamo, non c’è spazio per attese e tentennamenti. Si parte da subito con il gas spalancato e in pieno giro lanciato, senza griglia di partenza o macchine su di giri per degli inutili sprint da fermo. Oltre ai takedown avverarsi, sulla mappa a contribuire al caos ci pensano dei mezzi neutri e gestiti dalla CPU, facili da abbattere, e utili per non rimanere mai a corto di turbo.

Pancia piena?

Onrush nelle prime ore è una vera e propria scarica di adrenalina. È il classico gioco che non ti aspetti (complice anche una comunicazione di Codemasters quantomeno rivedibile!), avvincente e in grado di stampare compiaciuti sorrisi sul volto dei giocatori e orgogliose manifestazioni di superiorità ad ogni takedown andato a segno.

La crescita è regolata dalla classica barra di punti esperienza. Salendo si sbloccano personalizzazioni per i mezzi, vestiti per i piloti, e immagini in 8-bit che si manifestano come lapidi virtuali ad ogni takedown subito. Questi si sbloccano attraverso casse che si comprano (o si vincono!) spendendo unicamente, e sottolineiamo UNICAMENTE, in-game.

I problemi arrivano sulla lunga distanza. Di fatto, allo stato attuale, Onrush non offre un senso di sfida in grado di appagare completamente, e una volta stabilizzata la nostra sete di stupore e novità, la voglia di trovare un senso a quello che stiamo portando avanti si fa prepotente largo, non trovando però delle soddisfacenti risposte.

Al momento, quindi, Onrush è un ambizioso e promettente involucro che necessita di essere arricchito con costanza e dedizione, spingendo sulle modalità online e sulla necessità di offrire delle varie e proprie sfide ai giocatori (lasciando perdere un single player superficiale e tutto sommato inutile vista la natura del prodotto).

Ma quello che serve è anche un qualcosa stimoli il giocatore a volersi migliorare costantemente, a mettersi con dedizione sul prodotto con l’ambizione di dimostrare che si è migliori di altri, aggiungendo quel necessario senza di competizione pura e genuina.

Car’s Slayer!


Un appunto, in chiusura, sull’aspetto tecnico di un gioco che fa della componete audio- visiva un mero strumento di contorno. I mezzi non sono male, discretamente dettagliati e ricchi di texture personalizzabili. I piloti, invece, purtroppo non convincono minimamente.

Il ritmo è costante, il frame rate solido come un marmo di Carrara, e le piste discretamente diversificare anche se un po’ anonime nella struttura. A livello audio ci troviamo davanti alla solita, apprezzabile, accozzaglia di campionature non fedeli alla realtà tipiche dei giochi squisitamente arcade e lontani da qualsivoglia velleità simulativa.

Online, infine, abbiamo trovato un netcode perfettamente funzionante; latenze, difficoltà di entrata in una partita e matchmaking non sono mai stati un problema per noi.

Onrush
8

Voto

Redazione

17726jpg

Onrush

Onrush ha coraggio da vendere e una sfrontatezza invidiabile. Gli sviluppatori si son gettati con ambizione su un qualcosa che finora nessuno ha realmente provato. È vero, sulla lunga distanza viene a mancare un senso di sfida vero e proprio e la quantità di contenuti poteva essere più ricca già in partenza. Ma questi progetti, a nostro modo di vedere, vanno incoraggiatti e supportati per la loro voglia di offrire realmente qualcosa di diverso. Sperando che il pubblico decida di fare lo stesso.