Nier

Nier
In un mondo che sembra una versione post-atomica del nostro, un padre difende la figlia malata, di nome Yonah, dall'assalto di mostri che chiama “Shade”, e pur di riuscire nel suo compito non esita a fare un patto con un libro di magia senziente e dai modi inquietanti. Nonostante ciò, però, le cose non finiscono bene per lui e sua figlia. Poi l'azione sfuma, e anche se il tempo scorre in avanti di oltre 1300 anni ci ritroviamo in un mondo dalle tinte fantasy: la natura si é rimpossessata del mondo gli ultimi vestigi dei nostri tempi sono i rottami delle vecchie ferrovie. Ancora una volta incontriamo un genitore che vuole guarire la figlia malata di nome Yonah: il protagonista di Nier ancora non sa che sta per imbarcarsi in un'impresa a dir poco epica, così come non sa ancora che la sua vita é in qualche modo legata agli eventi svoltisi 1300 anni prima.

Un padre e una figlia di nome Yonah... però questi non sono i protagonisti del gioco
Un padre e una figlia di nome Yonah... però questi non sono i protagonisti del gioco
Ecco il protagonista, insieme a Yonah quando ancora le cose vanno "bene"
Ecco il protagonista, insieme a Yonah quando ancora le cose vanno "bene"
Certi boss sono veramente enormi: le animazioni sono ottime, peccato non si possa dire lo stesso della texturizzazione degli ambienti
Certi boss sono veramente enormi: le animazioni sono ottime, peccato non si possa dire lo stesso della texturizzazione degli ambienti


Nier é un action game tendenzialmente hack'n'slash con numerosi elementi di RPG: il protagonista della storia (a cui potremo dare il nome che più ci aggrada) é di base un abile spadaccino, e utilizzerà questo genere di armi per fronteggiare i nemici che gli si pareranno di fronte, siano essi le succitate Shade, animali selvaggi, robot e quant'altro. Ben presto entrerà in contatto con un libro di magia, il vero co-protagonista della storia, il cui nome completo é “Grimoire Weiss” (e si contrappone al malvagio “Grimoire Noir”): un personaggio compassato e petulante con la voce di un vecchio maggiordomo inglese. In seguito anche altri personaggi si aggregheranno al “party”, ma su questi avrete un controllo solo parziale, segnalando quale strategia seguire e non impartendo specifici comandi.

Il sistema di gioco é d'altronde in assoluto tempo reale: avrete un tasto per il salto (doppio), uno per l'attacco semplice, che può essere portato in combo o caricato, e uno per l'attacco “speciale” specifico dell'arma (per esempio con una spada a una mano potrete dare una spallata). Il quarto tasto frontale é utilizzato come iterazione (apri, raccogli, parla...), mentre i tasti laterali sono personalizzabili, e possono ospitare la parata, la schivata con capriola o i vari incantesimi che accumulerete nel gioco: probabilmente la prima può essere tranquillamente esclusa (basta usare bene la seconda), col risultato di avere tre slot per la magia. A differenza della “moda” imperante sugli action game di questa generazione, Nier non fa alcun uso dei QTA, lasciando inalterato il sistema di combattimento in tutte le situazioni.

Per quanto le vicende e i ritmi di gioco siano scanditi, come sempre, da una trama principale lineare, salvo singoli casi isolati (ad esempio quando siete coinvolti in particolari quest) normalmente potrete girare liberamente tra le locazioni già visitate, rifornirvi presso i vari negozianti di armi e oggetti curativi, nonché accettare le numerose sotto-quest che vi verranno proposte sottoforma di lavori: si tratterà per la maggior parte di ricerche di oggetti o di uccisioni di mostri, ma non mancheranno anche i sottogiochi come la pesca o la coltivazione nell'orto sotto casa.

Graficamente il lavoro non brilla per eccellenza, ed anzi il primo impatto con la grafica degli esterni é veramente deludente: la conformazione del terreno é a livelli di quattro-cinque anni fa, la texturizzazione semplice, gli elementi aggiuntivi come cespugli e arbusti limitatissimi e molti degli alberi realizzati con tronchi a sezione quadrata. Fortunatamente non tutta la grafica é così: negli interni si nota una cura ben più rilevante per gli oggetti e le strutture, nei luoghi-chiave troviamo realizzazioni interessanti e alcuni effetti di acqua e di vento, soprattutto nel deserto, sono veramente convincenti. Le inquadrature sono quasi sempre libere, ma talvolta (soprattutto in certi interni) rimangono bloccate da punti fissi o addirittura a volo d'uccello, impedendo così problemi di copertura, ma anche disorientando il giocatore.




Anche per i modelli il giudizio é abbastanza positivo, soprattutto nelle animazioni del protagonista, mentre per i mostri c'é da fare un distinguo: animali e robot sono nella norma, mentre le Shade si “nascondono” dietro alla texturizzazione animata, bella ma piuttosto “furba” per coprire le imperfezioni. Le ombre sono in tempo reale ma sempre a picco, e stridono con quelle precalcolate; gli effetti speciali sono gradevoli, ma non particolarmente eclatanti, e quando i nemici utilizzano raffiche di proiettili (sfere rosse e nere che volano per lo schermo, per intenderci) sembra di trovarsi in una sorta di Asteroids. Il risultato non é necessariamente “brutto”, ma certo abbiamo visto di meglio.

Decisamente più entusiasta il giudizio sul sonoro: la prima cosa che colpisce é la bellezza del doppiaggio, anche perché il filmato di apertura si apre con il memorabile monologo di Kainé rivolto a Weiss, e anche la voce da “vecchio maggiordomo” del grimorio é parimenti memorabile; la qualità é tale che non abbiamo nulla da ridire sul fatto che l'unica lingua implementata sia l'Inglese, anche se la mancanza della traduzione in Italiano anche solo dei sottotitoli é pur sempre pesante, specie in alcune situazioni in cui dovremo affrontare enigmi legati a lunghi testi.

Le musiche sono poi allo stesso livello: dai temi fantasy arpeggiati col liuto, passando per canti gregoriani, fino a pezzi di chitarra classica, tutti molto belli ed orecchiabili, e con ottime dissolvenze: quando passate dalle strade cittadine alla taverna, per dirne una, la musica continua senza stacchi ma le si aggiunge il canto della barda. Unico difetto: in alcune aree i refrain sono troppo brevi, col risultato le musiche, seppur bellissime, diventano presto ripetitive.
Così come per la grafica, anche il primo impatto col gamplaying non é dei più eclatanti. Come accennato, Nier non si distingue particolarmente da un “classico” hack'n'slash: non prevede un sistema di combo complesso, non c'é una particolare progressione nelle mosse o diversi stili di combattimento, gli incantesimi hanno effetti abbastanza ordinari. Siamo stati tentati di marchiarlo come “fallimento” molto prima del tempo, ma fortunatamente abbiamo avuto l'intuizione (e la tenacia) che le cose non sarebbero state sempre così: da qualche parte quel monologo urlato nell'Intro ci chiamava a continuare, come a significare che le cose sarebbero cambiate.

Così, tra una sottoquest e l'altra, girando e rigirando sempre le stesse locazioni, affrontando ripetutamente gli stessi nemici e andando avanti poco a poco nella trama, siamo arrivati ad un importante punto di svolta - casualmente sancito proprio da quel monologo isterico. Da allora il gioco “decolla” veramente, sia come profondità di trama, sia come varietà degli avvenimenti, sia come obiettivi finali, sia anche come gameplaying, grazie all'introduzione di due nuovi tipi di arma (la spada a due mani e la lancia) e una nuova ondata di sottoquest. Da quel punto le ore di gioco si sono accumulate e succedute in maniera estremamente piacevole, e anche se non é stato facile arrivarci, é stato appagante poterne godere.

Tutto questo per dire che Nier non é un gioco da giudicare (o criticare) con un'occhiata occasionale: non é un capolavoro inenarrabile, non é tecnicamente a livelli di altri titoli e non é particolarmente innovativo in nessuna delle sue parti, ma preso nella sua interezza e profondità si merita l'appellativo di “bel gioco”. Forse é possibile portarlo a conclusione in meno di una decina di ore, ma significherebbe sacrificare tutte le sottoquest grazie alle quali l'esperienza di gioco triplica o più (anche se a dire la verità non é poco il tempo perso per spostarsi, tra movimenti e caricamenti, anche avendo installato). Sono comune disponibili tre livelli di difficoltà: uno facile per chi vuole correre senza dall'inizio alla fine, uno intermedio più complesso che obbliga al “levelling” tramite sottoquest, ed uno difficile per chi veramente cerca un brivido. Nier merita una possibilità: decidete voi se dargliela.

Il protagonista a primo achito sembra il classico "Berserk", ma in realtà é solo un padre
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La morte dei boss é sancita da utilizzi gratuiti dei poteri più devastanti
La morte dei boss é sancita da utilizzi gratuiti dei poteri più devastanti
Solitamente in taverna siede la barda Devola, che potrà instradarci verso le offerte di lavoro (oltre che cantare il tema principale del gioco)
Solitamente in taverna siede la barda Devola, che potrà instradarci verso le offerte di lavoro (oltre che cantare il tema principale del gioco)


Nier
7

Voto

Redazione

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Nier

Fermarsi alla prima impressione data da Nier sarebbe quanto di più sbagliato si possa fare: certamente la realizzazione tecnica, per quanto in molti elementi sia tutt'altro che brutta, ci trasmette costantemente una sensazione di sufficienza, soprattutto nella realizzazione degli esterni o nella limitatezza nel numero delle locazioni; anche il gameplaying non ha particolari elementi che lo distacchino dal più classico degli Hack'n'slash con un pizzico di magia. Quando poi però ci si comincia a perdere tra le molteplici sotto-quest e soprattutto la trama comincia a rivelare i suoi risvolti, allora ci si rende conto di essere al cospetto di un lavoro veramente coinvolgente, e si macinano ore di gioco senza neanche rendersene conto. Certamente non un capolavoro ma innegabilmente un bel gioco, Nier merita sicuramente una possibilità dai più.