Inkulinati, recensione: un nome scomodo per un gran bel gioco

di Simone Marcocchi

Tra Ink e Illuminati

Ho pensato di fare il “titolo spiegone”, perché tutti si aspettano un commento su un nome che molto probabilmente nessun team di sviluppo del Bel Paese avrebbe mai scelto. Ink è ovviamente inchiostro perché si combatte e si vivono le gesta di curiosi (e spiritosissimi) antieroi che si muovono e combattono sulle pagine di un manoscritto, venendo disegnati ad ogni scelta dei curiosi animali antropomorfi piuttosto grintosi ed agguerriti. Illuminati perché è il nome dei libri stessi, che ricalcano lo stile antico ed affascinate delle illustrazioni medioevali.

Come funziona? È presto detto, dovremo far scontrare personaggi tipici dell’epoca medioevale, a volte comuni (sì, anche le suore combattono a fil di penna) a volte vere e proprie star come Dante Alighieri. L’obiettivo è eliminare l’Inkulinati avversario e per ottenere questo risultato lo si può colpire a suon di ceffoni, far cadere da un dirupo o creare un piccolo esercito di simpaticissimi animaletti abili nell’uso delle armi e sbaragliare le difese avversarie.

L’inchiostro diventerà quindi fondamentale come strumento per poter aggiungere altri elementi alle fila della nostra banda armata, ma anche l’osservazione del piano di gioco è utilissima per carpirne l’impiego di elementi dello scenario o posizionamento tale per cui si riesca a portare a casa il risultato. Talvolta sembra non ci sia una via d’uscita, ma il metodo per la risoluzione è quasi sempre pura matematica, in quanto si devono sommare gli elementi a nostra disposizione (e ricordarsi che alcune mosse ci offrono vantaggi specifici) affinché il nostro arrogante avversario possa fare la fine che si merita.

Inkulinati, il gameplay

Nonostante io sia un divoratore famelico di titoli in stile Fire Emblem – disposto a passare ore e ore su una griglia a livello impossibile solo risolvere la battaglia a mio favore – in questo caso non dovrete essere meno pazienti, ma dovrete assolutamente indossare questo gioco come un guanto e amarlo senza remore a prescindere o il rischio è che lo mollerete dieci minuti dopo l’inizio.

Il giocatore deve metabolizzare un gran numero di informazioni, fondamentali anche solo per muovere i primi passi, ma anche per capire in quali modi vincere o per iniziare ad immaginare una qualsiasi strategia che a livello tattico non porti alla morte dopo pochi passi. Dirlo e farlo sono due cose diverse e, pur riconoscendo l’enorme merito di aver creato meccaniche innovative, non è semplice da digerire, ma di sicuro se pensate che ferisca di più la penna della spada, allora questo è il gioco giusto per voi.