Greyhill Incident, recensione: quando forse è davvero meglio essere soli nell'universo

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Greyhill Incident recensione quando forse è davvero meglio essere soli nelluniverso
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C’è stato un periodo particolare nell’arco della storia in cui la cospirazione aliena, la sensazione di “non siamo soli in questo universo” e gli avvistamenti ufo si susseguivano con una velocità incredibile uno dopo l’altro. Parliamo chiaramente degli anni ’90 ed è proprio in questo periodo che viene ambientato “Greyhill Incident”, un gioco farcito a più non posso di quei tipici elementi come la stagnola per non farsi impossessare dagli alieni e altre particolarità tipiche viste in una marea di film di quel periodo come Mars Attack o Men in Black. Tuttavia, a parte ambientazioni e alcune idee discrete, avremmo fatto ben volentieri a meno di un tale titolo, scopriamo insieme il perché.

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Refugium Games ha concepito la più classica delle invasioni. Una navicella atterra nel bel mezzo di una sera e sparpaglia gli extraterrestri in giro per la campagna di Greyhill, dove i cittadini sono già in paranoia a cause di alcuni avvenimenti descritti nell’introduzione del gioco. Noi impersoniamo un cittadino di nome Ryan, il quale avrà a disposizione pochi oggetti per fronteggiare la minaccia venuta dallo spazio. L’ambiente in cui agiremo è molto circoscritto, con alcune zone non visitabili se non si è arrivati al punto d’interesse della storia. Uno dei problemi principali è stato probabilmente quello di arrivare in determinate zone, scarsamente equipaggiati contro una flotta di alieni. Il gioco non ti permette di “evadere” da tale zona a meno che non la si completa.

A ciò abbiniamo una incomprensibile lentezza dei movimenti del nostro Ryan, non solo perennemente a corto di fiato (e quindi possibilità di scappare addio) ma anche con la sua fidata mazza da baseball con cui tira colpetti degni di una signorina dell’alta borghesia. Considerando poi che la mazza non uccide gli alieni ma stordisce solamente, capiremo ben presto che l’unico modo per farli fuori è sparare con una pistola che recupereremo dall’auto di una pattuglia di polizia e verremo a conoscenza che il Governo sapeva sin da tanto tempo di questa invasione aliena. Combattere contro più obiettivi non è poi neanche tanto divertente quando il gioco non prevede un sistema per marcare il nemico a cui vuoi sparare. Ben presto ci renderemo conto quindi che scontrarsi sarà abbastanza inutile e cercheremo una strada per aggirare tali esseri.

Greyhill Incident, recensione: quando forse è davvero meglio essere soli nell'universo

Tanti elementi che fanno di questa avventura “survival horror” frustrante e davvero poco appagante. Scordatevi inoltre anche la benché minima possibilità di agire in maniera “stealth” dato che anche se vi nasconderete nelle macchine o cercherete di stare alle spalle degli alieni verrete comunque stanati non si sa per quale assurdo motivo. Gli enigmi con cui dovremo aiutare i nostri concittadini non sono per niente male ed anche la scelta di un gioco in prima persona risulta azzeccata (se non fosse per la legnosità dei movimenti). Purtroppo sono davvero troppo pochi gli elementi per far guadagnare la sufficienza ad un tale titolo. Il gioco, oltre ad essere lento e a tratti davvero poco intuitivo, non fa entusiasmare. Risulta piatto, poco concreto e per nulla divertente, è davvero noioso e le missioni per completare la storia sono abbastanza senza senso per raggiungere lo scopo che evitiamo di spoilerare.

Versione Testata: PS5

4.5

Voto

Redazione

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Greyhill Incident, recensione: quando forse è davvero meglio essere soli nell'universo

Greyhill incident è un gioco che poteva avere buoni spunti come l’ambientazione (anche se nulla di nuovo ma quantomeno ben concepita) e un comparto audio abbastanza riuscito specialmente se gustato con le cuffie. Purtroppo il gioco risulta manchevole in troppi aspetti, uno su tutti il divertimento e la volontà di proseguire visto che a livello di gameplay, trama e sensazione horror non ci siamo proprio. Il tutto viene ulteriormente inficiato da una costante e pervasiva noia, dove scelte incomprensibili come la lentezza del personaggio e troppi punti morti nel gioco fanno da padrone. L’unica cosa positiva è che terminerete l’avventura in un paio di ore più o meno. Gli alieni non mi sono mai mancati (specie se non li trovo né terrificanti né appaganti) e non mi mancheranno ancora di più dopo aver fatto questo gioco. Statene alla larga come gli ufo lo sono da noi.