Gorky Zero: Beyond Horror

Gorky Zero Beyond Horror
di

SAM FISHER? NO, COLE SULLIVAN.
Con un certo grado di probabilità, una fetta del mondo ludico ricorderà con affetto un titolo di quasi un quinquennio fa, quel Gorky 17 che tanto fece discutere al tempo della sua prima uscita. Si trattava di un sontuoso ma controverso mix di azione, strategia a turni e Gioco di Ruolo, di cui questo GZ:BH è il prequel diretto. In questa ultima fatica dei signori della Metropolis Software, saremo chiamati ad impersonare un bel soldatino di verde vestito che fa il verso al ben più famoso Sam Fisher e che risponde, come da capoverso, al ben poco altisonante nome di Cole Sullivan.


Ci troviamo in Russia, in una locazione temporale non meglio definita, ma comunque relativamente "attuale". Qui, un colonnello Russo del quale non ci è dato sapere il nome, ha avuto un'idea radicale. Se è vero che le emozioni sono l'effimera essenza che più danneggia l'uomo e, soprattutto, il soldato in battaglia, dotandolo di emozioni umane, allora la soluzione, agli occhi del simpatico Compagno, è solo una: eliminare qualsiasi emotività. Ben lontano da utilizzare il metodo visto nella relativamente recente e purtroppo misconosciuta produzione cinematografica dal nome "Equilibrium" (vale a dire, delle pillole inibitorie o delle micro-siringhe che cancellano le emozioni dal cervello), il buon Colonnello ed il suo staff partoriscono un macchinario in grado di potenziare il corpo e la mente, privando quest'ultima degli affanni della coscienza (Universal Soldiers docet), trasformandoli in perfette macchine da guerra.

A questo punto della storia entriamo in scena noi. Nei mimetici ed isometrici panni di Cole Sullivan, saremo chiamati a distruggere il temibile macchinario, sbaragliare l'esercito del colonnello, salvare il mondo e la nostra pellaccia digitale, almeno per quanto possibile. Lontanissimo dall'azione frenetica di uno sparatutto, in prima o terza persona, Gorky Zero: Beyond Horror è invece un titolo assolutamente stealth (proprio come il principale videogame a cui si ispira, il già citato Splinter Cell), rubando anche a Garret e al buon vecchio Solid Snake un po' di mestiere. Se la trama sembra, come forse è, un po' banale, è altrettanto vero che il background narrativo che sta dietro a GZ:BH è stato scritto da quel geniaccio di Rafal Ziemkiewicz, uno degli scrittori polacchi più amati nel campo della fantascienza. Questo avrebbe dovuto, nell'intenzione degli sviluppatori, creare un certo feeling con il giocatore e donare un certo grado di profondità alla trama, troppo spesso sottovalutata. Ma il risultato non è stato dei migliori e andiamo a vedere perché...

Prima di lanciarci nel gioco vero e proprio, è assolutamente consigliato macinare il lunghissimo tutorial messo a disposizione dal gioco, onde ottenere una perfetta padronanza del nostro eroico soldatino virtuale. Il primo impatto col titolo lascia vagamente desolati. Ci troviamo a giocare ad uno stealth-game con visuale isometrica...?!Fondamentalmente, ciò significa che il nostro punto di vista, rispetto all'azione, sarà dall'alto, con una serie di sinistre somiglianze al gioco Lucas di qualche stagione fa, quel "SW: The Panthom Menace",. Questo tipo di visuale ci permette, o sarebbe meglio dire ci limita, in tutti i movimenti, dato che potremo vedere solo quanto è attorno e prossimo al giocatore, senza possibilità di spaziare "oltre" con lo sguardo.

table_img_3456
Gorky Zero: Beyond Horror
5

Voto

Redazione

1jpg

Gorky Zero: Beyond Horror

Gorky Zero: Beyond Horror è un bel calderone di idee, nessuna delle quali, però, sviluppata ottimamente. I programmatori hanno cercato di prendere il meglio di Thief e di Splinter Cell, implementando una discutibile doppia visuale, isometrica e in terza persona, con lo scopo di favorire un approccio tattico, ma la speranza è stata vana e il risultato da dimenticare. Mancando rivelatori di movimento e finezze come la possibilità di nascondersi o tendere agguati, un titolo che si definisce "stealth", diviene arido proprio nel suo cuore digitale, snaturando se stesso in uno strano mix mal riuscito di azione e presunto tatticismo.