Circus Electrique, recensione: welcome to the show!

Circus Electrique recensione welcome to the show

Darkest Dungeon ha fatto scuola, e non sono in pochi gli sviluppatori che ne hanno approfittato per sfruttarne integralmente le meccaniche per poter innestare le proprie idee, storie, personaggi e logiche di gameplay… e da quando questo è un problema?

Sei tu che puzzi o c'è il circo in città?

La risposta giusta è naturalmente che il circo è tornato e non ha nessuna intenzione di andarsene prima di aver terminato il proprio spettacolo. Paurosamente curato in ogni singolo aspetto, dietro al codice sorgente ci sono gli sviluppatori noti al mondo per la serie di Pinball FX, molto talentuosi per altro, e che hanno provato nel corso degli anni a sviluppare altri progetti a latere, ma si può dire che con questo siano riusciti a fare pienamente centro. La storia ci porta ad avviare una serie di indagini, che vogliono far luce su un evento luttuoso che spinge la nostra bella protagonista a tornare dallo zio – imprenditore di un circo – per approfondire quei fatti misteriosi.

Circus Electrique, recensione: welcome to the show!
Ogni elemento è incredibilmente dettagliato

Bastano poche battute, tra una missione e l’altra, per essere comunque piacevolmente guidati tra le varie sessioni di gameplay. Un mix di grafica 3D ottimamente modellata, ma anche di effettistica mai greve e sempre perfetta per sottolineare la scena, il colpo specifico o la location. Grazie ad un party composto da quattro elementi, che potremo via-via sostituire, dovremo girare per le strade di una Londra steampunk in una serie di strade che ci faranno incappare in quest che hanno lo stile classico di un roguelike. Combattimento, mistero, quest testuali, ma anche un pizzico di novità. Non c’è solamente il gruppo di eroi che sceglieremo di usare, ma anche quello che dovrà esibirsi nel nostro circo, per incrementare le statistiche di un drappello di amici che avranno statistiche in crescita parallela, oltre al denaro che ci permetterà di acquisire nuove strutture, edifici, ecc. nel nostro campus.

Circus Electrique: a cosa serve il campus e come si combatte?

Le strutture hanno la funzione fondamentale di aiutare gli eroi a curarsi, ma anche di poterne scegliere di più o acquistare potenziamenti ecc. Il nostro sparuto gruppo di combattenti invece dovranno stare attenti ad avere sempre alta la morale, oltre a statistiche di attacco e difesa atte a portare sempre a termine le nostre missioni. Non c’è quindi una mera scelta di offesa-difesa, ma anche di tattica di posizionamento in battaglia, di inclinazioni all’aiuto dei propri compagni o di sfruttare le proprie doti per avere la meglio sugli avversai, in un mix di crescita che porta il giocatore ad avere sempre grande attenzione su come muoversi sul campo, ma si è talmente guidati all’inizio e ogni situazione è così chiara e lampante, da essere sempre leggibile nel modo migliore.

Non ci sono reali punti negativi da segnalare, ma di sicuro questo prodotto, edito da Saber Interactive, avrebbe potuto osare un po’ di più dalla formula originale del cattivissimo RPG ideato da Tyler Sigman, mentre di fatto ha riscritto solamente tutto ciò che già esisteva, salvo alcune lievi sfumature. Nonostante questo il risultato è appagante, ben disegnato, incredibilmente foriero di lunghe o corte sessioni che non stancano mai, quindi direi che è andata bene così.

Circus Electrique, recensione: welcome to the show!
L'effettistica è d'impatto, ma anche l'ironia...

Versione Testata: PC

8.5

Voto

Redazione

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Circus Electrique, recensione: welcome to the show!

Circus Electrique è quel gioco che non ti aspetti e che ti stupisce a tutto tondo! Lo potete considerare un indie, ma dietro ci sono quei pazzi-geni di Zen Studios che sono riusciti a confezionare un titolo visivamente curatissimo in modo quasi maniacale e “giocosamente” divertentissimo. La base strutturale è quella di Darkest Dungeon ma le meccaniche sono state ripensate per essere mainstream, quindi impegnativo sì, ma mai frustrante come il brand pensato da Red Hook Studios. Se a tutto questo aggiungete un set ambientato in un mondo di fine ‘800 completamente steampunk e che sua volta sfrutterà i componenti di un circo per andare a combattere ed indagare… come non lo si può amare fin da subito?