Amerzone: The Explorer's Legacy, la recensione!
Si ritorna a Amerzone per rigiocare il primo titolo di Benoît Sokal

Amerzone: The Explorer’s Legacy, il remake che aspettavamo?
Se amate gli enigmi e avete sempre sognato di essere dei grandi esploratori, preparatevi a ringraziare Microids, perché la casa francese ha deciso di riportare in auge uno dei titoli che ha fatto la storia delle avventure punta e clicca ed eccoci qui per farvi leggere la recensione di Amerzone: The Explorer’s Legacy. L'occasione per mettere le mani sulla prima opera videoludica del compianto artista belga Benoît Sokal è quella del remake prodotto per i 25 anni dalla sua uscita, ma state tranquilli: non siamo davanti a una semplice operazione commerciale o a una mera commemorazione.
Tagliamo subito la testa al toro: Amerzone: The Explorer’s Legacy è un vero remake, uno di quelli che mette mano a tutto il titolo originale, andando a ricreare in ogni suo elemento, con il pregio di migliorarlo praticamente da ogni punto di vista senza però snaturarlo. Bene, ora che ho risposto alla vostra domanda principale (e sono sicuro che siete corsi a fondo pagina per vedere il voto), andiamo per gradi e contestualizziamo in favore di chi, nel 1999 non ha avuto la fortuna di giocare la prima incarnazione di Amerzone. Avventura punta e clicca in prima persona di stampo classico, Amerzone è il primo videogioco nato dalla mente e dalla matita di Sokal,che nel gaming ha saputo trasportare tutta la sua arte e dare vita, oltre al gioco di cui stiamo parlando, a titoli come la saga di Syberia.
Siamo alla fine degli anni '90 e il nostro protagonista è un giornalista che ambisce a fare carriera a cui è stato assegnato il compito di intervistare lo sfuggente Alexandre Valembois, professore conosciuto per essere praticamente l’unico esploratore ad aver svelato la nazione di Amerzone, misteriosa e selvaggia terra nei pressi dell'Amazzonia dove vive una specie autoctona di uccelli bianchi che sembrano essere legati a una particolarissima modalità di riproduzione di gruppo gestita da un unico uovo, il cui destino si mescola alle conseguenze dei fumi tossici esalati da un vulcano presente sul territorio, con il tutto che finisce per mescolare realtà a leggende locali.
L’intervista, però, dura pochi minuti e si conclude con la morte di Valembois, lasciandoci completamente irretiti dalla sua richiesta di tornare al posto suo ad Amerzone e porre rimedio a quello che aveva fatto all’epoca della sua esplorazione. Per quanto ci metteremo un po’ a capire la reale portata dei fatti accaduti in passato e perché è così importante raccogliere l’eredità del vecchio esploratore, decideremo di metterci in gioco e partire. Questo è l’incipit che ci porta a iniziare a esplorare ogni angolo della casa di Valembois per poi partire alle volte di Amerzone con un mezzo di trasporto davvero particolare, in una avventura che sin da subito mette tantissima carne al fuoco, spaziando dagli elementi più personali a fattori legati alla politica di Amerzone e alla natura che la circonda. Il tutto ci viene raccontato un poco alla volta, indizio dopo indizio, trovando documenti di vario tipo e parlando con i (pochi) personaggi che incontreremo.
Amerzone: The Explorer’s Legacy, cosa c'è di nuovo?
Le meccaniche sono estremamente classiche e ci troveremo, ad ogni capitolo, ad esplorare aree diverse dove risolvere enigmi che ci permetteranno di andare avanti con la trama e diradare il mistero attorno ad Amerzone e i suoi uccelli bianchi. Sono disponibili due livelli di difficoltà, ma in entrambi i casi si riesce ad andare avanti senza troppi grattacapi: il mio consiglio è di evitare quello più semplice e godersi una complessità adeguata e che solo in rari casi vi farà imprecare. Sono stati aggiunti diversi enigmi che si fondono alla perfezione con quelli originali (anche questi rivisitati) e rendono più interessante e longeva l'esperienza.
Volendo esplorare ogni elemento del gioco potreste arrivare a 15 ore e se doveste avere problemi in particolari momenti è presente un sistema di aiuti modulari che permettono, nel caso, di farsi dare anche una lieve imbeccata o persino la soluzione della situazione. Dovremo esaminare per bene ogni oggetto e controllarne ogni sua parte per trovare tutti i fattori di interesse e sebbene diversi punti non sono obbligatori, tutti vanno a ricreare il grande puzzle che rappresenta l'atmosfera di Amerzone: The Explorer’s Legacy. Sokal, un vero maestro della narrazione, ha dato vita a una ambientazione verosimile dove elementi fantastici convivono con altri reali e danno vita a quello che, per le generazioni passate, poteva essere il racconto di una terra lontana. Una cosa è sicura: tutto combacia e trova il proprio posto nel gioco, con gli enigmi che risultano praticamente sempre coerenti e sensati e una trama che, magari non sarà epocale, ma riesce a tenere alto l'interesse.
Naturalmente c'è stata anche una rivisitazione tecnica, con un impatto grafico di tutto rispetto che rende estremamente godibile Amerzone: The Explorer’s Legacy agli occhi dei gamer. Anche il sonoro non delude e la presenza della lingua italiana (testi e doppiaggio) è un plus che, al giorno d'oggi, non va sottovalutato. Peccato per la scelta del font con cui è scritto il diario del protagonista, davvero scomodo da leggere e impossibile da cambiare. Lo stesso corsivo torna anche in altri documenti di gioco, per la disperazione dei nostri occhi e la gioia dei nostri oculisti. Il dual sense si sposa senza problemi col gameplay, senza far rimpiangere mouse e tastiera, in più è presente la possibilità di vedere, con la pressione di un pulsante, tutte le zone e gli oggetti selezionabili di una ambientazione, così da poter andare a colpo sicuro e non perdersi qualcosa.
Amerzone: The Explorer’s Legacy è un'avventura grafica dai molti pregi, a partire dall'atmosfera per cui si deve rendere onore a Benoît Sokal, ma non bisogna dimenticare il gran lavoro di Microids nel creare un vero remake arricchito in ogni suo punto. Forse un po' facile e sicuramente con qualche scelta stilistica rivedibile, ma questo ritorno ad Amerzone rimane consigliatissimo a tutti gli amanti del punta e clicca, sia che si stia parlando di chi ha già scoperto il mistero degli uccelli bianchi, sia per chi ci si appresta solo oggi a raggiungere questo strano fazzoletto di terra del Sud America.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione

Amerzone: The Explorer's Legacy
No, non è solo “effetto nostalgia”: Amerzone: The Explorer’s Legacy era un gran gioco e l’attento lavoro di Microids per renderlo godibile dopo 25 lunghi anni permette di dare ancora una volta una grande avventura a noi giocatori e il giusto omaggio a un genio indimenticato come Benoît Sokal. Classica avventura punta e clicca caratterizzata da un'affascinante atmosfera e da situazioni intriganti, Amerzone: The Explorer’s Legacy migliora in tutto: durata, impatto tecnico e persino numero e qualità degli enigmi, senza dimenticare una resa più user friendly delle meccaniche di gioco. Forse non sarà difficilissimo e la longevità non è delle migliori, senza contare l’impossibilità di cambiare il font delle scritte nel diario, ma Amerzone: The Explorer’s Legacy non è semplicemente il recupero di un titolo del passato, ma un remake che merita di essere giocato sia da nuovi che vecchi esploratori videoludici.