Maze Runner - Il Labirinto

L'avrete notato anche voi: negli ultimi mesi non passa settimana senza che al botteghino italiano approdi qualche pellicola basata su un successo letterario giovanile, prolifico comparto dell'editoria noto come young adult.
In attesa che Jennifer Lawrence torni ad impersonare Katniss nel penultimo capitolo della saga cinematografica di Hunger Games, a placare la vostra voglia di distopie giovanili ci penserà The Maze Runner.

Tratto dal primo romanzo della saga di successo scritta da James Dashner, "The Maze Runner" ha molti punti in comune con le drammatiche vicende di Katniss in quel di Panem, perciò non é difficile immaginare perché sia stata opzionato e un secondo capitolo sia già in lavorazione.

Ancora una volta troviamo un gruppo di giovani alle prese con un problema di mera sopravvivenza. Il protagonista, Thomas, approda attraverso un montacarichi in una radura popolata esclusivamente da adolescenti e circondata da un misterioso, imponente labirinto. Né Thomas né i suoi compagni ricordano nulla della vita precedente, se non il loro nome.

Maze Runner - Il Labirinto


Il protagonista arriva in una società in versione "Signore delle Mosche" soft, in cui non solo esiste un sistema di autogoverno e dei leader che lo fanno rispettare, ma un gruppo scelto di corridori cerca quotidianamente di scoprire una via d'uscita dal labirinto. Impresa pericolosa perché il suo percorso cambia giorno dopo giorno e di notte, quando le porte si chiudono, é popolato da misteriose, letali creature.
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Chi ha mandato Thomas e i ragazzi nella Raduna? Cosa li aspetta fuori dal labirinto? Questi sono i misteri che a cui ruota attorno il film, che alterna momenti teen horror nelle lunghe sequenze nel labirinto a confronti tra ragazzi e momenti di battaglia che ammiccano ad Hunger Games.

Tuttavia, sebbene sia superiore a molti film del filone usciti di recente (Ender's Game e The Giver, per fare due esempi) The Maze Runner rimane un palliativo poco efficace per i fan di Katniss e per chi cerca una distopia avvicente. Peccato, perché i suoi punti deboli non sono strettamente connessi al lavoro della troupe.

Il primo, importante limite é costituito dal budget, che non é certo quello di Hunger Games o Divergent. Per ovviare a questo problema, il film é stato popolato davanti e dietro la macchina da presa da giovani talenti ancora da consolidare. Il volto più famoso del cast é Dylan O'Brien, noto al pubblico televisivo per la sua partecipazione alla serie teen horror Teen Wolf. Il suo Thomas é irritante il giusto (il classico personaggio prescelto che appena arrivato bagna il naso a chi é al comando da anni), aiutato da un cast di contorno poco noto ma molto dotato. Forse vi risulterà familiare anche Thomas Brodie-Sangster in quanto Jojen di “Game of Thrones”, ma sarà difficile riconoscere altre facce del cast molto variegato per età ed etnie.

Dietro la cinepresa c'é invece Wes Ball, scelta interessante e che, a posteriori, ha pagato molto. Come regista é un esordiente, ma ha lavorato come scenografo e art director in molti film indie. Questo suo approccio artistico dona a un elemento scenografico come il labirinto uno status di vero proprio personaggio, esaltandolo con un approccio meno tecnologico del consueto e molto attento a risultare realistico ed adrenalinico al tempo stesso. Certo, con qualche soldo in più la resa sarebbe stata ben più spettacolare, ma sotto l'aspetto visivo il film é promosso.

Quel che proprio é intollerabile é la risoluzione, la risposta a tutti i misteri che popolano il film. The Maze Runner pecca in tempismo, arrivando nei cinema quando soluzioni simili non solo non sono più una novità, ma risultano ormai stantie e sempre più inverosimili. Il fatto che poi il film si chiuda malamente sperando di allettare gli spettatori con la possibilità di un sequel finisce per rovinare quanto di buono si era visto prima.

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