The Marvels, la recensione: i gattini salvano le super di casa Marvel

Doveva essere un flop, invece The Marvels, senza entusiasmare, assicura il divertimento che ci si aspetta da un film con le super Marvel.

The Marvels la recensione i gattini salvano le super di casa Marvel

Non è un compito semplice quello toccato a The Marvels. Dopo tanti lungometraggi della Casa delle Meraviglie che hanno beneficiato di un’aspettativa, un hype incalzante dal pubblico (tanto da sembrare infallibili), la partenza per il film di Nia DaCosta si è prospettata da subito in salita.

The Marvels si confronta con un pubblico stanco dei supereroi, dall’interesse fiaccato da una serie di film di genere davvero deludenti, sia in casa Marvel sia in casa DC. Aggiungiamoci anche un trio di protagoniste e una prospettiva tutta femminile verso cui una parte del fandom Marvel duro e puro ama remare contro. Mettiamo sul piatto anche una campagna promozionale molto defilata, con qualche grosso scivolone (ci torniamo in seguito).

Sembrava un disastro annunciato, invece chi andrà al cinema senza preconcetti si troverà davanti un film tutto sommato godibile, con numerose impasse ma anche parecchi passaggi riusciti. The Maverls è un lungometraggio che fa tesoro di una regola ignorata da Quantumania e altri illustri predecessori: se si hanno poche cose da dire, meglio farlo velocemente. La scelta vincente di The Marvels è infatti quella di optare per un minutaggio di appena 105 minuti, che mette al riparo il film da lungaggini e derive velenose.

The Marvels, la recensione: i gattini salvano le super di casa Marvel

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La trama di The Marvels

The Marvels riunisce per la prima volta un team tre personaggi femminili che finora si erano mossi abbastanza ai margini dell’universo Marvel: Carol Danvers/Captain Marvel, Monica Rambeau e Kamala Khan/Ms. Marvel. La prima è la protagonista di Captain Marvel (2019), un film che sarebbe bene rispolverare nel caso non ne ricordiate la trama principale prima di vedere The Marvels.

La storia di The Marvels infatti vede il ritorno dei Kree e del loro impero, distrutto da Carol nel primo film. L’intervento liberatore di Carol ha però portato a un rapido declino di Hala, il pianeta madre dei Kree, facendo salire al potere la giovane e temibile Dar-Benn (Zawe Ashton). La nuova guida dei Kree trova il bracciale quantico gemello a quello di Kamala (Iman Vellani, già introdotta in una serie Marvel dedicata). Un artefatto che consente di aprire buchi nel continuum spazio-temporale e creare punti di salto, a la Star Trek.

Le circostanze del ritrovamento del bracciale finiscono per far intrecciare i poteri di Carol, Monica e Kamala, che si basano sulla stessa tipologia di luminescenza e sulla manipolazione dello spettro luminoso in modi differenti. Le tre cominciano a scambiarsi di posto, con prevedibili intermezzi comici. Quando la minaccia dei Kree si fa più concreta e tocca sia un’eclave Skrull sia la stazione spaziale che ospita Nick Fury (Samuel L. Jackson) Carol si vede costretta a mettere da parte le sue titubanze iniziali e ad allearsi con le due eroine terrestri (una sua nipote, l’altra sua fervente fan) per tentare di arginare l’offensiva distruttrice di Dar-Benn.

Perché The Marvels convince il giusto

The Marvels è sicuramente un film Marvel di seconda fascia, ovvero uno di quelli in cui non succedono eventi in grado di cambiare il corso del MCU né di alterarlo indelebilmente con scontri epocali o perdite importanti. È l’equivalente del primo The Ant-Man: un titolo dalle ambizioni e dalla narrazione non così sospinte, che porta avanti la storia di un piccolo tassello narrativo dell’universo cinematografico Marvel. Gli eventi più importanti, in questo senso, sono contenuti nella scena conclusiva e in quella post credit.

È la scelta ideale per questo momento di stanchezza supereroistica: The Marvels infatti risulta agile, fresco, capace di gestire l’alternanza tra ironia e azione con scene riuscite e mai troppo calcate. Il suo problema sta semmai nel ritmo e nel solito lato comico tragicamente esasperato. Come spesso accade nell’universo Marvel post Fase 4, ogni momento di pathos deve essere invariabilmente stoppato dalla battuta, dalla mossetta divertente. Qui l’ironia fatica ad arrivare al traguardo, forse appesantita dall’adattamento e dal doppiaggio italiano, guastata anche da un eccessivo ricorso a battute e occhiatine che non sempre di si adattano a un film capitanato da un trio i cui due terzi sono costituiti da donne adulte costrette ad atteggiarsi ad adolescenti impacciate.

A proposito di adolescenti, The Marvels ha il merito di presentare al grande pubblico il personaggio di Kamala Khan, prendendo in prestito molto di quello che aveva funzionato, a livello stilistico e comico, dalla miniserie Disney+ dedicata al suo personaggio. Personalmente alla lunga ho trovato artificioso il continuo attendere la reazione da fangirl di Kamala per risollevare le sorti del film, ma chi non conosce il personaggio probabilmente ne rimarrà deliziato

The Marvels, la recensione: i gattini salvano le super di casa Marvel

The Marvels è salvato dai gatti e dagli intermezzi musicali

La pecca di The Marvels è che, per risollevare le sorti della campagna promozionale, sia nel trailer sia nei manifesti promozionali viene anticipato un grosso colpo di scena “felino”, che sarebbe stato invece bello scoprire in sala. L’uso che si fa dei gatti in questo film è assolutamente mercenario, ma non per questo non efficace. L’altra sorpresa del film - legata al pianeta acquatico ricreato in quel di Tropea - è invece stata taciuta e si rivela spiazzante, brillante, ma sarà polarizzante. Gelerà sul posto i fan dei supereroi che danno mazzate e sono duri e puri.

In questo senso lascia sempre un po’ di amaro in bocca trovarsi ancora una volta di fronte a un film con protagoniste delle donne che viene così declinato in chiave femminile da sembrare ambientato in un universo parallelo. Uno dove le supereroine per spiccare devono eliminare praticamente ogni relazione con il comparto maschile del MCU (tre donne protagoniste, cattiva al femminile, regista donna, guest star principali nel film e nella scena finale femminili, Nick Fury presentato in una chiave ironicamente coccolosa).

Si crea così un lungometraggio che dall’immaginario culturale all’abbigliamento, dalle stampe sulle magliette fino alle influenze musicali è palesemente queer coded, codificato nell’estetica e nel gusto queer, in particolare lesbico. The Marvels sembra quasi sottintendere, come faceva Black Widow, che c’è bisogno di costruire un mondo a parte, una parentesi temporale e spaziale in cui improvvisamente le eroine prendono numericamente il sopravvento, ma questo equivale a uno spazio protetto, lontano dai super maschili. Che mestizia.

The Marvels, la recensione: i gattini salvano le super di casa Marvel

The Marvels

Rating: Tutti

Durata: 105'

Nazione: Stati Uniti

6

Voto

Redazione

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The Marvels

Buona la regia, dignitosi gli effetti speciali, interessante il giusto la storia, anche se con un avvio faticoso e ritmi comici spesso sbagliati. The Marvels strappa la sufficienza grazie alla scelta di contenere il minutaggio e le ambizioni, regalando finalmente al pubblico in sala la presenza di Kamala Khan. Si poteva fare di meglio? Certo, ma poteva andare molto, molto peggio.