Storia di una notte: un insistito dramma su una famiglia già gravata dal lutto
Al centro del film di Paolo Costella una coppia che, dopo aver perso il primogenito, è di nuovo in ansia per la salute di un altro figlio. Su Netflix.

Piero ed Elisabetta erano un tempo felicemente sposati, genitori di tre figli adolescenti ovvero Flavio, Denis e Sara. Una sera però la famiglia è stata colpita da un lutto impossibile da superare, ovvero la morte del loro primogenito, in un incidente sotto casa.
In Storia di una notte i coniugi non sono più riusciti a recuperare la passata armonia, al punto che hanno deciso di separarsi, incapaci di affrontare quel dolore che li ha distrutti. La famiglia tenta però di riconciliarsi e organizza, su spinta dei figli rimasti, delle vacanze natalizie a Cortina. Ma quella che doveva essere una settimana all'insegna del relax, nella speranza di ritrovare quella coesione perdute, rischia di trasformarsi in un nuovo dramma: Denis rimane infatti coinvolto in un incidente sugli sci. Inizialmente sembra un banale infortunio alla caviglia, ma la cartella clinica si complica inaspettatamente, gettando tutti in un nuovo incubo.

Storia di una notte e di una vita
Il dolore può trasformarsi in qualcosa di sormontabile, dando vita e forma perenne ad un luogo dove un tempo c'era qualcosa che ora manca, un vuoto amaro che scava l'anima col bisturi e lascia cicatrici potenzialmente indelebili. Su questa semplice premessa, si muovono i fili narrativi del nuovo film di Paolo Costella, già tracciati in prima sede nel romanzo Nelle migliori famiglie di Angelo Mellone, dal quale è tratto.

Il regista, attivo principalmente nel campo leggero della commedia nostrana, non trova però il giusto equilibrio melodrammatico, incupendo eccessivamente una trama che già di per sé non necessitava di calcare la mano su un evento così traumatico. Il risultato finisce per creare una sorta di inspiegabile distacco emotivo con chi osserva i destini di questi personaggi smarriti, che cercano di ritrovare loro stessi e l'unione infranta in un momento critico, con una ciclicità del destino che rischia di essere fin troppo cinico e amaro nei loro confronti.
Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo
La sceneggiatura soffre di una certa schematicità, che finisce per intrappolare il film e i suoi protagonisti in una serie di meccanismi artefatti e anestetizzanti, con quell'arco di tempo di poche ore già suggerito dal titolo a segnare il confine tra un nuovo inizio all'insegna della speranza e una definitiva fine consumata dall'oblio. Ma il percorso per giungere a quel doppio epilogo - prima apparentemente aperto e poi fin troppo chiarificatore - vive su forzature e contraddizioni, con tanto di "scontro" tra il dogmatismo religioso cristiano - e le preghiere quale fonte di ipotetica salvezza - e una sorta di misticismo pagano, con quel finale sulla neve dove l'ancestrale figura del cervo diventa provvidenziale totem protettore.

In tutto questo ambaradan ben presto ci si dimentica del cuore pulsante del racconto e il legame tra i due genitori e la figlia, in apprensione per la salute del fratello superstite e forse pronta a scoprire un nuovo amore proprio tra i corridoi dell'ospedale, è schiavo di una retorica spiccia e quasi mai sincera, nonostante Giuseppe Battiston, Anna Foglietta e la giovane Giulietta Rebeggiani tentino a più riprese di innescare dei sussulti in figure mal caratterizzate.

Il lutto in Storia di una notte non è così un evento singolo, ma una presenza costante. Il secondo incidente serve unicamente come catalizzatore per riaprire ferite irrisolte, facendo riemergere i fantasmi del passato e offrendo, proprio tramite quella nuova sciagura, una sorta di paradossale catarsi, per quanto il fato incerto possa ancora giocare un brutto scherzo.
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Rating: TBA
Durata: 88'
Nazione: Italia
Voto
Redazione

Storia di una notte
Un dramma familiare che, basandosi su una premessa intensa e dolorosa, finisce per insistere fin troppo nel chiedere allo spettatore di immedesimarsi in personaggi che alla fine dei conti risultano vuoti involucri di un dolore artefatto, nonostante l'impegno di un cast capitanato da Giuseppe Battiston e Anna Foglietta che cerca ma poco può. La sceneggiatura di Storia di una notte, adattamento di un romanzo, si perde in eccessi melodrammatici e in meccanismi narrativi forzati, figli di una retorica poco autentica e di una costruzione troppo schematica, incapace di restituire con sincerità la forza dei legami e la fragilità umana al centro della vicenda.









