St. Vincent

Giocatore d'azzardo, alcolista, fumatore incallito, Vincent MacKenna (Bill Murray) é un veterano del Vietnam che evita ogni contatto con gli altri. L'unica persona che Vincent frequenta regolarmente é Daka (Naomi Watts), una spogliarellista russa, che nonostante la gravidanza continua a lavorare nello strip-club. Compagno di vita dell'ex soldato é il gatto Felix, un persiano bianco con il quale l'uomo ha instaurato un rapporto simbiotico. Famoso in quartiere per l'ironia tagliente e per i modi scostanti, Vincent é costretto ad un imprevisto contatto con il mondo esterno quando arrivano i suoi nuovi vicini di casa: Maggie (Melissa McCarthy), madre single in fase di divorzio dal marito, irrompe insieme al figlio dodicenne Oliver (Jaeden Lieberher) nella vita di Vincent. Il loro camion dei traslochi, infatti, colpisce in pieno l'albero del signor MacKenna, che cadendo distrugge lo steccato della villetta. Come se non bastasse, Vincent si trova, suo malgrado, a fare da baby-sitter al dodicenne...

St. Vincent
Maggie, madre di Oliver, fa conoscenza con l'eccentrica Daka.


Come nella migliore tradizione di Natale, anche quest'anno non potevano mancare commedie e buoni sentimenti. E Vincent MacKenna per molti aspetti non sfugge alla tradizione. Da Canto di Natale di Dickens in poi, il personaggio del “burbero dal cuore d'oro” ha trovato numerose versioni e adattamenti. Pensate a Jack Nicholson in Qualcosa é cambiato e capirete quanto il misantropo abbia successo al cinema, a Natale più che mai.

Eppure, Vincent MacKenna, un Bill Murray in gran forma (artisticamente parlando), con il suo cinismo e il carattere schietto, spigoloso, può piacere anche allo spettatore stanco di misantropi che si redimono all'ultimo momento. Non tanto per l'originalità della storia, che si rivela fedele a canoni cinematografici ben consolidati, quanto per l'ottimo livello del cast. A partire dal protagonista, gli attori della pellicola diretta da Theodore Melfi (al suo primo lungometraggio), riescono a mantenere alta l'attenzione dello spettatore grazie ad un'interpretazione davvero convincente e ad una buona complicità fra le parti.

A voler essere sinceri, non possiamo definire St. Vincent una commedia in tutto e per tutto. Diciamo piuttosto che il film alterna momenti di comicità ad altri più malinconici, accomunati dall'umorismo nero di Vincent. E anche quando si ride, non lo si fa in modo sguaiato. Da questo punto di vista, St. Vincent non é (e verrebbe da dire fortunatamente), la solita commedia di Natale. Se state cercando qualcosa di simile ai cine-panettoni, siete sulla strada sbagliata.

St. Vincent
La singolare amicizia fra Vincent e Oliver non viene vista di buon occhio da tutti.


St. Vincent é, semmai, un film di Natale in quanto ricco di umanità, di personaggi pieni di problemi, sofferenze e fragilità, in grado poi di ritrovare se stessi e il contatto con il mondo. Non aspettatevi grandi sorprese per il “cosa”, per ciò che accade nel film, ma prestate attenzione a “come” gli avvenimenti vengono raccontati. Se lo sviluppo della trama e l'esplorazione del passato del protagonista sono abbastanza prevedibili, meno scontate sono le sfaccettature e la complessità che Murray riesce a conferire al suo personaggio, specialmente nelle relazioni con gli altri.

Scostante e rude, Vincent nasconde, in realtà, molti più pensieri e conflitti interiori di quanto non mostri. E proprio questo lato del suo carattere, invisibile a chi lo conosce superficialmente, farà sì che Oliver lo scelga come soggetto della sua ricerca scolastica sui santi moderni. Se é vero che i santi sono prima di tutto esseri umani, con le loro debolezze e peccati, non dobbiamo lasciare che proprio queste debolezze prevalgano sui grandi atti di generosità e di altruismo di cui sono capaci. L'amicizia fra Vincent e Oliver consente ad entrambi di lasciare emergere il meglio di loro stessi e di superare difficoltà ritenute insormontabili. Fra le scommesse all'ippodromo, il bar e lo strip-club, i due costruiscono un'importante amicizia, in grado di travalicare confini generazionali e sociali. Insomma, un'opera prima da non perdere.
Le vicende del film sono accompagnate da un'ottima soundtrack, della quale fanno parte Bob Dylan, Jefferson Airplane's, nonché i Green Day con una splendida versione di I fought the law.

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