Reptile: la recensione del thriller investigativo con Benicio Del Toro

Benicio del Toro, Justin Timberlake e un cast di grandi nomi per Reptile, il thriller di Netflix sulle indagini per un omicidio.

Reptile la recensione del thriller investigativo con Benicio Del Toro

Una canzone stonata, come quando si stanno scaricando le pile di un riproduttore portatile. Un uomo che si sente trascurato e una donna che ha un segreto. La pelle secca di un serpente presente in un luogo in cui non dovrebbe essere. Un brutale omicidio. Un cadavere. Un’indagine. Un detective. Una testimone.

E un cast pazzesco. Non parlo solo dei protagonisti Benicio Del Toro (Premio Oscar per Traffic), Justin Timberlake (In Time) e Alicia Silverstone (Miss Match). Mi riferisco anche al grande Eric Bogosian (indimenticabile star di Talk Radio), di Domenick Lombardozzi (Herc in The Wire), di Michael Pitt (Funny Games), di Ato Essandoh (Stuart in The Diplomat), di Francis Fisher (la madre di Kate Winslet in Titanic)…

Reptile è un thriller investigativo di quelli che ti restano dentro per i personaggi.

La realtà prima e la tensione poi: il ritmo narrativo di Reptile

Reptile: la recensione del thriller investigativo con Benicio Del Toro

Al primo posto fra i film su Netflix Italia, già poco dopo il suo arrivo, Reptile è costruito con un ritmo lento, una fotografia che gioca moltissimo su luci e ombre, dei colori freddi anche in presenza di toni normalmente caldi e avvolgenti.

Per l’intera prima parte del film, tutto è volutamente lento. I movimenti degli attori, le scene che mostrano gli spostamenti spesso inutili. Potrebbe sembrare un errore nelle scelte di montaggio, ma è tutt’altro. Grant Singer, che debutta alla regia di un film dopo aver lavorato per diversi video musicali, ha scritto la sceneggiatura insieme a Benicio Del Toro e Benjamin Brewer (Everything Everywhere All at Once). L’intento del film è evidente: vogliono farci dimenticare per un po’ l’azione, il ritmo incalzante e la vita frenetica dei poliziotti della TV.

Dimenticate gli episodi in cui tutto avviene in 45 minuti e vi vengono mostrate solo le parti davvero rilevanti delle indagini. Qui ci viene mostrato tutto. La ricerca di chi conosceva la vittima, gli interrogatori informali e i testimoni reticenti, le scommesse della squadra investigativa sul colpevole.

I poliziotti pigri, i poliziotti scrupolosi, i poliziotti ambigui, quelli superficiali e quelli incapaci. Le intuizioni arrivano, magari, notando un dettaglio per caso. Qualcosa su cui nessuno si sarebbe più soffermato, se non per un colpo di fortuna.

Proprio come nella realtà. Reptile vuol essere uno sguardo sulle indagini per un omicidio che si svolgono come succede nella realtà. Senza inseguimenti con dozzine di veicoli a sirene spiegate.

Il cambio di passo: le due parti di Reptile

Reptile: la recensione del thriller investigativo con Benicio Del Toro

Quando l’azione arriva - perché arriva - è quella che ci possiamo aspettare da una ricerca della verosimiglianza. Errori. Leggerezze commesse perché presi alla sprovvista. L’addestramento non ti prepara a tutto. Non ti prepara alle conseguenze. Non ti prepara a non avere gli incubi, né al cinismo dei tuoi colleghi. Che sono più di colleghi, come nella realtà: una famiglia. Un gruppo di poliziotti che si frequentano anche nel tempo libero, condividendo idee e passioni comuni mentre si preparano a nuove sfide nei prossimi turni di lavoro.

La sfida lanciata ai detective sul caso e al capitano Allen (Bogosian) è la stessa che viene lanciata a noi. Ovvero, interpretare le reazioni di tutte le persone coinvolte, valutare le probabilità, scommettere infilando anche noi una banconota in un barattolo. E aspettare, per scoprire se avevamo indovinato.

L’America di Reptile, nell’inizio d’autunno del New England, è divisa fra ville da sogno in quartieri ricchi e catapecchie in mezzo al bosco. La classe media sta scomparendo, e Reptile vuole mostrarci che l’unica classe media rimasta è quella delle famiglie dei poliziotti in cui entrambi i genitori lavorano e i poliziotti fanno un sacco di straordinari. Quelli onesti, almeno.

Reptile è un film lungo. Due ore e venti minuti circa. Ma è così lungo perché tutta la parte iniziale, quella volutamente rallentata, serve proprio a farci comprendere tutto questo: il contesto.

Poi il ritmo inizia ad accelerare, un nuovo indizio dopo l’altro. La regia cambia: arrivano i primissimi piani, le inquadrature ravvicinate, tutto ciò che serve a sottolineare la tensione mentre il detective Nichols (Del Toro) fa progressi con la sua indagine. Progressi che arrivano esclusivamente in seguito alle sue intuizioni e alle informazioni che ottiene dalle persone coinvolte nel caso.

Reptile diventa se stesso, un thriller investigativo che rispetta le regole cinematografiche del genere, cancellando quella ricerca di realtà che gli serviva per avvicinarci a personaggi. Soprattutto a Nichols. Dall’inizio alla fine, accompagnati da una colonna sonora strumentale con solo un paio di canzoni, fortemente attinenti ai momenti in cui sono introdotte.

7

Voto

Redazione

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Reptile: la recensione del thriller investigativo con Benicio Del Toro

Reptile è un thriller investigativo con un grande cast, capeggiato dal sempre straordinario Benicio Del Toro, che ci guida attraverso le indagini su un omicidio.

Il film è lungo quasi due ore e mezza, ma c'è una ragione precisa per questo: un cambio di passo sia registico che narrativo lo divide in due parti.

La ricerca della verosimiglianza della parte iniziale, con un ritmo volutamente lento nella narrazione ma anche nei gesti dei personaggi, serve a farci affezionare al protagonista e a comprendere la realtà delle indagini per omicidio, con la sua complessità, le sue intuizioni, le sue esigenze pratiche.

A questo punto, mentre scommettiamo sul colpevole per scoprire se avevamo indovinato, tutto inizia a cambiare. Il ritmo accelera, la regia avvicina la macchina da presa, il montaggio elimina ogni secondo superfluo.

Siamo tornati al cinema, anche se siamo ancora sul divano di casa.

Reptile è un film che vi conquisterà grazie a questa alternanza di ritmo narrativo e di scelte stilistiche, coinvolgendovi sempre di più in quel rapporto di vicinanza con il detective Tom Nichols.