Qualcosa di buono

Portare al cinema un tema delicato come le malattie neurodegenerative non é mai un compito facile.
Hilary Swank, già vincitrice dell'Oscar per Million dollar baby, si é confrontata con un personaggio altrettanto complesso, imprigionato in un corpo che sembra non appartenerle più.

Kate, pianista di successo, ha una vita davvero perfetta. Un marito che la ama, una splendida casa, una creatività in cucina invidiata dalle amiche. Ma quando riconosce i primi sintomi della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), il mondo sembra crollarle addosso. Le sue mani, così veloci sui tasti del pianoforte e così abili in cucina, non possono più aiutarla. Ogni piccolo gesto della vita quotidiana diventa impossibile senza il sostegno del marito Evan (Josh Duhamel), che però é alla ricerca di qualcuno che si prenda cura della moglie durante le ore in cui lui lavora.

Qualcosa di buono
Kate e Bec, due donne agli opposti ma unite da una grande amicizia.


Ed ecco che al colloquio si presenta Rebecca, detta Bec (Emmy Rossum), studentessa universitaria inconcludente, con una vita sentimentale disastrosa e il sogno di diventare una rockstar ostacolato dall'insicurezza e dall'alcool. Nonostante le enormi differenze, fra le due donne nasce un legame sincero e profondo, capace di fare grandi cambiamenti nelle vite di entrambe…

Qualcosa di buono affronta un tema importante e doloroso, che merita di essere portato all'attenzione del grande pubblico. Tratto dal romanzo You're not you di Michelle Windgen, il film segue passo passo il cammino di Kate e la lotta contro la malattia, un nemico invisibile che vuole sottrarle ogni cosa. Hilary Swank si dimostra ancora una volta all'altezza di un ruolo difficile e tormentato, grazie alla sua capacità di ritrarre il dolore senza bisogno di esagerare.

Un dolore espresso dallo sguardo e dal corpo di una donna che, pur essendo perfettamente consapevole della propria malattia, non può fare nulla per arrestarla.
Emmy Rossum, che forse ricorderete per Il fantasma dell'opera, é sicuramente una brava interprete, non ai livelli (inarrivabili) della sua collega, ma comunque valida. La sintonia fra le due attrici é evidente ed emerge con forza da alcune scene, dove la complicità fra due donne tanto diverse diventa la chiave per lenire la sofferenza, anche solo per un momento.

Il grande ostacolo di Qualcosa di buono é la presenza di alcuni punti in comune con due pellicole ancora troppo recenti per essere state dimenticate dal pubblico. Da una parte c'é Still Alice, dove Julianne Moore, proprio come Kate, é una donna di successo che perde tutto a causa della malattia. Dall'altra c'é Quasi amici, che pur con un tono meno drammatico racconta l'amicizia fra un uomo tetraplegico e il suo assistente, così diretto e spietato da risultare indispensabile per l'amico, stanco di essere compatito.

Qualcosa di buono
Il primo colloquio di Bec non è dei migliori, ma Kate decide di darle una possibilità.


Con due pellicole così importanti con le quali confrontarsi, il film diretto da George C. Wolfe non riesce nell'intento di parlare allo spettatore con la stessa originalità e con la stessa sincerità dei suoi predecessori.
Se Hilary Swank é, come sempre, ineccepibile, lo stesso non si può dire della struttura narrativa e dei personaggi che la circondano. Il film é capace di creare alcuni momenti di forte impatto emotivo, ma pecca nel cercare di rendere diverse, ad ogni costo, le due protagoniste. Bec é così piena di problemi, insicurezze e amori disastrosi da risultare poco realistica, quasi una caricatura, specialmente se messa accanto a un personaggio come quello di Kate.

Qualcosa di buono, nel complesso, é un film che merita attenzione per la grande interpretazione della Swank, ma che difficilmente potrà essere comparato a Still Alice e alle altre pellicole dedicate a una malattia spietata e distruttiva.