Profondo Rosso – Primo 4K italiano per il capolavoro di Argento
Il labirinto dell’immagine e l’inganno dello sguardo rivivono nella prima edizione UHD del film del 1975

Nel 1975 Dario Argento firmava Profondo Rosso, punto di svolta tanto nel suo percorso autoriale quanto nella storia stessa del giallo italiano. Dopo l’esordio fulminante con la “trilogia animale” e una parentesi più leggera con Le cinque giornate di Milano, il regista romano sceglie di ampliare gli spazi del genere, spingendolo oltre la pura esuberanza visiva per farne un territorio personale dove l’immagine non è più soltanto spettacolo ma diventa enigma autonomo, rivolgendosi direttamente allo spettatore, ingannandolo e manipolandolo.
A prima vista Profondo Rosso è un thriller investigativo: Marcus Daly, pianista inglese trapiantato a Roma, assiste al brutale assassinio di una sensitiva e, incapace di ricordare un dettaglio essenziale della scena, rimane intrappolato in un’indagine che lo conduce verso una verità tanto vicina quanto invisibile. Questo intreccio lineare è solo il livello superficiale del film: al di sotto muove una riflessione sottile sul modo in cui guardiamo, su ciò che crediamo di percepire e ciò che invece ci sfugge proprio perché troppo familiare.
La messa in scena come meccanismo di disorientamento
Il film apre con una lezione di musica in cui Marcus rimprovera i suoi allievi per aver suonato “troppo bene e perfetto”. È un dettaglio apparentemente minore, ma che racchiude una parte della poetica del film. Argento costruisce la messa in scena di Profondo Rosso come un sistema instabile, pieno di imperfezioni apparenti, di pause, momenti rallentati che sembrano quasi sottrarre energia al racconto. Il ritmo non è quello forsennato di altri gialli dell’epoca: qui la tensione cresce non attraverso la velocità, ma grazie all’accumulo di piccoli vuoti, di spazi sospesi in cui lo sguardo dello spettatore si deposita senza trovare un appiglio sicuro.
Profondo Rosso - 4Kult (Bd 4K + Bd Hd + Dvd Extra)
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Per Argento l’immagine non è un semplice contenitore narrativo: è una trappola. La macchina da presa si muove spesso in modo ingannevole, avvicinandosi ai dettagli con un’attenzione quasi maniacale per poi scivolare tra oggetti, riflessi e superfici lucide. È come se il film cercasse costantemente di moltiplicare i possibili punti di interesse, distraendo tanto Marcus quanto chi guarda da ciò che davvero conta. In questo senso Profondo Rosso è un giallo che non punta a nascondere la verità, ma a mostrarla confondendola con tutto il resto.

Il tema della percezione fallace
Il cuore del film verte sullo sguardo. Marcus crede di aver visto poco o nulla, mentre in realtà ha visto troppo. La sua memoria non è danneggiata: è satura. La scena del delitto, in un corridoio pieno di quadri, vetri, cornici e superfici riflettenti, è costruita per disorientare non con la rapidità dell’azione, ma con l’eccesso di dettagli visivi. Il protagonista, come lo spettatore, non riesce più a distinguere ciò che è immagine e ciò che è realtà. L’assassino è lì, percepito ma non riconosciuto, confuso in mezzo a un mare di stimoli visivi che hanno perso significato proprio perché onnipresenti.
Argento costruisce così una metafora affilata della modernità delle immagini: ciò che vediamo continuamente smette di avere un valore rivelatorio. Diventa sfondo, ornamento. L’assassino non si nasconde nell’ombra, ma si mimetizza nella sovrabbondanza del visibile. Il film suggerisce che lo sguardo moderno è affaticato, che la nostra attenzione è diventata superficiale, che la figura essenziale, quella che darebbe immediatamente la chiave del mistero, viene ignorata perché l’occhio non sa più distinguere l’importante dal superfluo.

La violenza come interruzione del linguaggio visivo
Pur non rinunciando alla sua arte nell'immagine – l’eleganza dei movimenti di macchina, la coreografia degli omicidi, l'uso del colore – Argento sorprende riducendo la frequenza delle sequenze violente. Quando arrivano, i delitti esplodono come fenditure nel tessuto rallentato del racconto. Sono brevi, intensi, quasi miniaturizzati nella loro perfezione espressiva. E questa rarefazione rende ogni momento di sangue più incisivo: sono scosse che richiamano da quella sorta di stasi contemplativa in cui il film tende a trascinarlo.
La colonna sonora dei Goblin, dal ritmo ipnotico e ossessivo, amplifica questa dialettica tra lentezza e improvvisa brutalità. La musica non accompagna la violenza: la anticipa, la preannuncia come un battito cardiaco che accelera nel buio.

Vertice del giallo all’italiana è ora una realtà in 4K grazie all'edizione Eagle Pictures/Mustang Entertainment, proposta tecnicamente al meglio delle attuali possibilità offerte dall'Home Video. Occasione tutta nostrana per tuffarsi in una visione coinvolgente e più fedele della cinematografia del grande Luigi Kuveiller (Todo Modo, Amici miei tra i tanti).
Profondo Rosso 4K - Come si vede
Girato 35 mm (2-perf, 100 ASA), negativo restaurato nel 2021 dal Laboratorio L'immagine Ritrovata di Bologna, master 4K (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-100 triplo strato. Spettacolo tecnico di eccellenza per la parte video, avvicinato ulteriormente al lavoro di Kuveiller in virtù del Dolby Vision per colori e dinamica delle luci.

Neri intensi, livello di dettaglio elevato anche in secondo piano e visione che non manca di sorprendere per organicità anche su schermi di grandi dimensioni. Nello specifico siamo in presenza della versione cinematografica integrale italiana dell'epoca, come risulta dal confronto con copia positiva 35mm transitata in sala in quegli stessi anni. Salto di qualità di spessore rispetto all'edizione 2K, qui inclusa su BD-50, con ulteriore rifinitura sui particolari, maggiore stabilità d'insieme e fedeltà rispetto alle originali riprese Techniscope.
Profondo Rosso 4K - Come si sente
DTS-HD Master Audio 2.0 (24 bit) di buona resa considerando i 50 anni trascorsi dalla creazione. Nel corso del tempo c'è chi si è prodigato in elementi pseudo-multicanale per rendere l'offerta tecnica diversamente appetibile, ma la realtà è che nel 1975 il film fu concepito monofonico, impedendo a quel capolavoro di colonna sonora dei Goblin di invadere le sale con la giusta dinamica.

Ciò non impedisce di godersi una scena musicale comunque fedele al periodo, capace comunque di puntualizzare l'elevata tensione che pervade molte parti dell'opera, per cui il consiglio resta quello di un ascolto tramite impianto HT. Il disco 2K propone la medesima traccia ma formato LPCM (24 bit), di resa del tutto simile.
Profondo Rosso 4K edizione italiana
Profondo Rosso 4K - Extra in collaborazione con Gamesurf!
Sul BD-50 con la versione 2K ritroviamo gli extra del recente passato Mustang, con presentazione di Gianni Canova e suo incontro con Dario Argento. Sul disco 4K due promo di sicuro interesse: il trailer “AGFA” e quello per l'uscita cinema per il 50° anniversario.

Su DVD-5 gli extra nuovi ed esclusivi per questa prima edizione 4K italiana, realizzati in collaborazione con Gamesurf: intervista al maestro Claudio Simonetti presso il negozio milanese Bloodbuster, con incursione durante l'incontro con il pubblico. A ciò si aggiungono estratti dal concerto tenutosi la scorsa estate presso il Castello Sforzesco di Milano, con tre clip live di Claudio Simonetti's Goblin registrate durante la proiezione 4K del film. In aggiunta due ulteriori trailer dell'epoca italiano e inglese.
L'edizione è impreziosita da sovracoperta cartonato embossed e cartolina commemorativa numerata, edizione limitata 2.000 copie.
Rating: V.M. 14
Durata: 127'
Nazione: Italia
Voto
Redazione

Profondo rosso
Prima edizione 4K italiana nel 50° anniversario dell'opera, non la prima in assoluto per il mercato UHD, con eccellente qualità video e audio, nonché accompagnata da extra esclusivi assenti in qualsiasi altre edizione presente e passata, con il contributo di Gamesurf!


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