La notte del Giudizio

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Si vis pacem para bellum. Se vuoi la pace preparati alla guerra.
Nel 2022 gli Stati Uniti sono una nazione quasi perfetta. Criminalità ai minimi storici, la disoccupazione é un ricordo del decennio precedente, gli indici di Wall Street, finalmente, sorridono a società e aziende. Una perfezione quasi utopistica. Gli States sono una nazione epurata dall'incubo della miseria e dal fallimento, adesso. La panacea di tutti i mali é, appunto, la "Notte del Giudizio", un unico giorno all'anno che serve agli uomini per sfogare tutta la violenza repressa nei restanti 364 giorni. Il 21 marzo per 12 ore, omicidi e altri crimini nati dall'istinto più profondo dell'essere umano non sono soggetti a punizione o pena, tutto é lecito e giustificato. Un'ostia che si scioglie in bocca.

La notte del Giudizio


Chi non ha la possibilità di rifugio, di una casa sicura resta per le vie delle città, diventando bersaglio e preda: barboni senza lavoro e gente di strada non hanno scampo ma, per una volta, le loro inutili vite hanno un senso, quello di espiare la violenza e le frustrazioni dalle anime delle “persone per bene”. Il sottotitolo ci bisbiglia selezione sociale, se non industriale: la mano di un uomo deresponsabilizzato dallo Stato scarta le mele marce che scorrono sul nastro di produzione. Ma non dobbiamo mai dimenticarci che il frutto con il vermicello é il più genuino. Siamo come già detto nel 2022 ma quando ha iniziato a girare il rullo di fabbricazione? La domanda ci viene fatta dallo scrittore e regista.

James Sandin, interpretato da un impeccabile Ethan Hawke, é un imprenditore agli apici dell'affermazione lavorativa grazie ai sistemi di sicurezza domestica, gli stessi di cui ha dotato la propria casa e quelle di tutti i vicini. Il successo della sua carriera é frutto dell'idea dei Nuovi Padri Fondatori degli Stati Uniti: privare gli uomini della libertà per un solo giorno a garanzia di una pace idilliaca per tutto l'anno. James é il sogno americano dove il punto di forza coincide con la fragilità del sistema: un suicidio alla Hemingway.

L'anno é trascorso in un'inesorabile countdown e la notte thriller di James DeMonaco, ai confini di un horror denso di tensione é arrivata, scandita dalle suggestive e inquietanti musiche di Nathan Whitehead. Ma il dubbio é lecito porselo: vivi il conto alla rovescia aspettando il giorno fatidico come attendi le ferie d'agosto o speri che quella data non arrivi mai? Qual é la natura umana che cerchiamo in queste scene?

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James é asserragliato nella sicurezza della sua casa con la famiglia, ma non si é mai accorto della distanza che lo separa dai propri figli, non riesce a intravedere che proprio dalla mancanza di rapporti familiari potrebbe arrivare l'imprevisto che minaccerà la tranquillità di una notte che doveva passare tranquilla. Charlie é uno dei suoi due figli, é un ragazzo come tanti giovani di oggi che ha difficoltà nel valutare la realtà presente perché non ha conosciuto le difficoltà passate. Un ragazzo che filtra la vita che lo circonda attraverso gli occhi di un robot e che quando tocca la realtà con mano vera, lo fa spinto da un istinto di solidarietà umana che gli altri membri della famiglia sembrano non avere. Un pregio, questo del ragazzo, che nel film di James DeMonaco riesce a far vacillare le nostre coscienze, facendocelo apparire come il più grande peccato.

Invece é proprio la mancanza di "pietas" nella società che porterà i Sandin ad affrontare conseguenze disastrose. Perché se c'é in gioco la vita dei nostri cari tutto può essere messo in discussione. Soprattutto la morale. Potresti fare ciò che non avresti mai pensato e voluto, ma che adesso ti sembra logico. E se Charlie fa entrare all'improvviso un povero sconosciuto in casa, se porta il pericolo tra le proprie mura con un gesto spontaneo di misericordia, qualcuno potrebbe non capire.

La notte del Giudizio


Soprattutto se qualcuno reclama quella "preda" mettendo in pericolo la vita stessa della tua famiglia. All'improvviso, da cittadino credente e partecipante ma passivo, sei diventato giocatore protagonista nella notte dello sfogo: cosa sei disposto a fare per salvare un perfetto estraneo? Riusciresti ad uccidere con le tue mani per salvare te stesso? La teoria sociale é sempre stata molto più semplice della sua messa in pratica. Se i libri di etica e morale fossero stati scritti con un coltello puntato alla gola e non stando su una terrazza con il binocolo ad intravedere la vita, sarebbe tutto diverso.

Ci sono le “persone per bene” che bussano insistentemente alla porta perché vogliono la loro vittima sacrificale, quella che gli é stata sottratta. Sono armati sino al collo come i giovani americani di oggi, che possono comprare facilmente pistole e fucili nella loro società moderna. Indossano giacche da college con tanto di stemma e maglioncini a V. Hanno sul viso delle maschere sorridenti perché la loro anima piange da quasi un anno. Perché segnano ogni anno sul calendario un cerchio rosso sul 21 marzo. Decisamente un punto sul quale riflettere.

Perché nascondersi quando tutto é lecito e depenalizzato? Perché non mostrarsi quando puoi commettere qualsiasi crimine e misfatto senza incorrere in alcuna punizione? Riuscirebbe l'uomo a dare sfogo alla parte più buia di se stesso e a riconoscersi poi guardandosi allo specchio? Un quesito forse irrisolubile che l'uomo ha placato con l'istituzione della legge per la vita in società, mettendo cosi un freno a ciò che teme di vedere se dovesse scrutare nella sua profonda natura.


In questa spremuta di Arancia Meccanica "zuccherata", consentiteci un prestito, ritoccato nei numeri, dal film LA Haine di Mathieu Kassovitz: questa é la storia di un uomo che cade da un palazzo di 365 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro il tizio per farsi coraggio ripete “Fino a qui tutto bene...fino a qui tutto bene...”. Il problema non é la caduta, é l'atterraggio.
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