Divergent

Grifondoro! Serpeverde!, così si esprimeva il cappello parlante di Harry Potter, assegnando ciascun nuovo allievo di Hogwarts alla rispettiva Casa.
Sulle prime, la scena in cui la giovane protagonista di Divergent deve scegliere a quale Fazione appartenere sapeva di già visto. Mancavano solo il cappello e il professor Silente. Non stiamo parlando di un film dalla trama innovativa e originale, ma non me la sento nemmeno di liquidarlo in poche righe. Forse la grande sfortuna di questo film é quella di essere arrivato dopo la saga di Harry Potter, dopo quella di Hunger Games e persino dopo Twilight. Il che é tutto dire.

Tratto dall'omonimo romanzo di Veronica Roth, Divergent é il primo capitolo di una trilogia. Come i suoi sopra citati predecessori, nasce come grande successo letterario per ragazzi, poi adattato per il grande schermo. Ciò che lo accomuna ad altre recenti produzioni hollywoodiane é il suo essere un percorso di formazione, un percorso di crescita non solo fisica ma anche morale e spirituale da parte della protagonista. Con tutto ciò che crescere ed entrare nel mondo degli adulti comporta.

Divergent
Shailene Woodley nei panni di Beatrice Prior.


Il film é ambientato a Chicago, in un futuro non troppo lontano, in cui l'umanità é divisa in cinque grandi Fazioni, ad ognuna delle quali corrisponde una determinata virtù. Gli Eruditi sono contraddistinti dalla Sapienza, gli Intrepidi dal Coraggio, i Candidi dalla Sincerità, i Pacifici dall'Amicizia e gli Abneganti dalla Generosità. Chi non si riconosce in nessuna di queste virtù, e di conseguenza in nessuna di queste Fazioni, vive come emarginato, costretto a mendicare per il resto dei suoi giorni.

Al compimento del sedicesimo anno di età, ogni giovane deve scegliere a quale Fazione appartenere: un test attitudinale aiuta il candidato a capire quale sia la Fazione più adatta, ma la scelta definitiva spetta solo a lui/lei. Beatrice Prior (Shailene Woodley) vive con i genitori ed il fratello nella Fazione degli Abneganti e si prepara ad affrontare il temuto test. Il responso della prova, però, rivela che la ragazza non può identificarsi con una sola Fazione: é una Divergente, e come tale verrà temuta e perseguitata da chi vuole mantenere una presunta pace.

Il punto debole del film, ciò che gli impedisce di spiccare il volo, é sicuramente il suo ampio repertorio di “già visto”. Abbiamo visto prescelti e predestinati in abbondanza e sappiamo esattamente cosa aspettarci. Sappiamo che, nonostante le difficoltà iniziali e qualche antagonista, arriveranno le buone notizie. Sappiamo che il protagonista spicca per le sue eccellenti qualità sulla massa di pecoroni in mezzo ai quali vive. Come spettatori, insomma, sappiamo troppo. C'é una buona dose di prevedibilità in molte delle azioni e delle parole dei personaggi. Ciò non toglie che Kate Winslet, ad esempio, sia piuttosto credibile come antagonista.

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D'altro canto, Divergent contiene qualche interessante spunto sul tema del libero arbitrio e sull'importanza di assecondare prima di tutto se stessi, più che le aspettative degli altri. Alleniamo soldati, non ribelli! dice uno dei capi degli Intrepidi, la Fazione della quale Beatrice decide di fare parte. Il film sembra dirci che essere un buon soldato é molto facile, basta eseguire gli ordini. Essere invece un ribelle, agire al di fuori degli schemi e con una certa creatività, non é altrettanto facile. Ma a volte é la via migliore da seguire.

Anche queste “perle di saggezza”, ne sono consapevole, non spuntano fuori dal nulla. Come dicevo in apertura, non é certo l'originalità il punto forte del film. Nonostante tutto, però, non é mia intenzione denigrarlo e accantonarlo nello scaffale delle pellicole da non rivedere mai più. A favore di Divergent c'é prima di tutto l'interpretazione della giovane attrice protagonista, che si é calata nella parte senza risultare patetica. E, se mi permettete di dirlo, non era un compito facile. Il tema del libero arbitrio, altro elemento non facilissimo da gestire senza cadere nel patetico, é presentato in modo chiaro, lineare, senza l'utilizzo di ampollosi discorsi in perfetto stile Hollywood.

Se avessi visto Divergent a quindici anni, é probabile che la mia reazione sarebbe stata diversa. Presa da spirito di emulazione nei confronti dei protagonisti, sarei corsa a farmi fare un tatuaggio con l'henné raffigurante i simboli delle cinque Fazioni, urlando ai quattro venti sono una Divergente! . Avrei visto e rivisto questo film provando di volta in volta un odio crescente nei confronti degli antagonisti e mi sarei follemente convinta che da un giorno all'altro sarebbe arrivato anche per me il momento di sottopormi al test attitudinale. Col tempo, la mia attesa si sarebbe rivelata vana, proprio come lo é stata l'attesa della famosa lettera di Hogwarts.

Purtroppo per i produttori e per il regista, Neil Burger, ho visto questo film dopo essere già scampata e sopravvissuta all'adolescenza. Non posso quindi diventarne una fan entusiasta, come staranno facendo in giro per il mondo migliaia di adolescenti, e non comprerò mai i gadget del film. Posso però concordare pienamente con alcune delle tematiche e delle questioni poste dal film, augurando alla Woodley di riuscire, prima o poi, a trovare un posto fuori dalla famigerata schiera dei teen idol.

Divergent
La locandina del film