La meteora degli smartphone: l’ascesa e la caduta del BlackBerry nell’avvincente film di Netflix
Una storia emotivamente coinvolgente… Che ci manda sulle montagne russe.

BlackBerry, disponibile su Netflix, è la storia della nascita del dispositivo che avrebbe spalancato le porte a un cambiamento epocale nelle comunicazioni e, di conseguenza, nel lavoro, nelle relazioni sociali, nel mondo intero. La storia di un’invenzione geniale creata da un gruppo di nerd geniali che non avrebbero mai fatto un passo avanti senza l’incontro con l’uomo giusto…
La trama di BlackBerry
Negli anni ’90, due ingegneri nerd e brillanti, Mike Lazaridis (Jay Baruchel, L’apprendista stregone) e Doug Fregin (Matt Johnson, Operazione Avalanche), progettano un dispositivo rivoluzionario: un telefono con funzionalità e-mail, un'idea pionieristica che anticipa l’era degli smartphone. Tuttavia, Mike e Doug sono completamente incapaci di gestire un’azienda e impreparati alla commercializzazione del prodotto.
Entra quindi in scena Jim Balsillie (il magnifico Glenn Howerton di C’è sempre il sole a Philadelphia), un manager aggressivo e ambizioso che decide di unirsi a loro come co-CEO. Sotto la sua guida, la RIM vive un'esplosione di successo: il BlackBerry diventa un oggetto di culto nel mondo degli affari e della politica.
Ma il successo porta anche a conflitti interni, scelte rischiose, compromessi morali e una corsa frenetica contro i concorrenti tecnologici.
Una storia avvincente in un film avvincente
BlackBerry racconta l’ascesa e la caduta dell’iconico smartphone che ha rivoluzionato il mondo della comunicazione mobile prima dell’arrivo dell’iPhone.
Basato sul libro Losing the Signal di Jacquie McNish e Sean Silcoff, il film è un perfetto dramedy su una storia vera, diretto da Matt Johnson (che interpreta Doug) e incentrato sulla ricostruzione della storia dell’azienda canadese Research In Motion (RIM), creatrice appunto del BlackBerry.
Tutta la prima parte della storia è emozionante, esaltante, divertente. La regia dinamica è come il personaggio di Doug: si muove in continuazione, dà colore, usa il colore. Le t-shirt dei nerd della RIM, con i film e i videogiochi, la serata film con i film di Steven Spielberg e John Carpenter, le macchine per i popcorn e i biliardini. Sembra un’enorme stanza dei balocchi, ma racchiude i migliori ingegneri del Canada e presto avrebbe incluso altri geniali ingegneri provenienti dalle più importanti aziende hi-tech.
E poi, appena dopo la metà del film, le cose iniziano a cambiare. La storia, inizia a cambiare. E la regia, l’atmosfera, la colonna sonora… Tutto si adegua.
Nel 2007 Steve Jobs presenta al mondo il primo iPhone. Dopo aver rivoluzionato il mondo con l’iPod - e ve lo dice una che quando Sony lanciò il primo walkman si sentiva sulla Luna per poter andare a scuola ascoltando le sue canzoni preferite - Apple cambiò di nuovo il mondo con iPhone. E la concorrenza - tutta la concorrenza, BlackBerry incluso, era destinata a scomparire.
L’inizio della fine
La grande genialità di BlackBerry - il film - è usare il colore e i movimenti di macchina per sottolineare l’aspetto emotivo di una storia coinvolgente.
Quando Apple lancia l’iPhone nel 2007, la RIM non riesce ad adattarsi abbastanza velocemente, precipitando in una crisi irreversibile. Ma non è questo il focus del film. Il focus del film è il rifiuto di Mike di capire a cosa si trova di fronte nel momento cruciale.
Quando l’amore per il tuo lavoro azzera la tua oggettività, sei spacciato. E nel caso di Mike, la perfetta unione di genialità e passione ha causato esattamente questo. La totale incapacità di Mike di reagire, ma sopratutto di capire quello che è sempre stato il vero, grande, imbattibile punto di forza di Apple: la facilità d’utilizzo. User friendly, come si dice oggi. Il primo iPhone e l’ultimo BlackBerry sembravano venire da due pianeti diversi. E il secondo pareva fatto per gli alieni.
Non è finita qui. Perché, come tutti sappiamo, le disgrazie non vengono mai sole. Quindi arrivano i guai, quelli seri.
Proprio come ci ha esaltati, resi partecipi dell’eccitazione per la novità e il successo nella prima parte, BlackBerry ci fa cadere nella disperazione insieme a Mike, Doug e Jim.
Il cast perfetto - surclassato in tutto e per tutto da Glenn Howerton ma pieno di tanti altri nomi rilevanti - da Martin Donovan a Cary Elwes, da Saul Rubinek a Michael Ironside, fa il resto del lavoro
Sceneggiatura, regia, interpretazioni, fotografia, montaggio. Tutto funziona all’unisono.
E noi, alla fine, ci sentiamo come se avessimo fatto un giro sulle montagne russe. Delle emozioni e del pensiero.
BlackBerry alterna toni comici e drammatici, mostrando il contrasto tra la visione idealistica dei creatori (quella che non permette a Mike di capire cosa stia succedendo) e la spietatezza del mondo del business.
È una storia di innovazione, ambizione e rovina che ci fa riflettere sul prezzo del successo e sulla rapidità e la portata dell’evoluzione nella tecnologia.
Voto
Redazione

La meteora degli smartphone: l’ascesa e la caduta del BlackBerry nell’avvincente film di Netflix
BlackBerry, disponibile su Netflix, è un appassionante dramedy che racconta la nascita, il trionfo e la caduta del primo vero smartphone moderno. Due ingegneri brillanti - ma impreparati al mercato - incontrano un manager spietato e ambizioso: insieme rivoluzioneranno il mondo della comunicazione… Fino all’arrivo di Apple. Diretto da Matt Johnson (anche interprete di uno dei protagonisti), BlackBerry è tratto da una storia vera e alterna ironia e dramma per raccontare non solo una grande invenzione, ma anche la fragilità umana dietro il genio, mettendo in scena una parabola di innovazione, ego e fallimento che ci parla ancora oggi.