Square Enix vuole migliorare gli NPC... imparando dal giocatore

I personaggi non giocanti potrebbero diventare un po' meno stupidi

Square Enix vuole migliorare gli NPC imparando dal giocatore

Final Fantasy XVI ci è piaciuto, ma non abbiamo potuto fare a meno di notarne la semplificazione sul versante ruolistico, rispetto ai suoi predecessori. Uno degli aspetti più limitanti del titolo sta nel poter controllare solo il protagonista, invece di un intero party, come si faceva un tempo nei Final Fantasy. La scelta di lasciare al giocatore l'utilizzo esclusivo di un personaggio, però, solleva un problema: gli altri passano sotto il comando della CPU e devono possedere una intelligenza all'altezza della situazione.

Square Enix potrebbe lasciare che il problema dell'intelligenza degli NPC venga risolto dal giocatore stesso. Come? Lo spiega un brevetto segnalato da Exputer. Il giocatore dovrebbe fornire un modello di comportamento al NPC e un contesto entro il quale attuare il modello. Poi il giocatore dovrebbe "allenare" l'NPC, cioè fare una applicazione pratica e fornire un feedback. Per mezzo del feedback, il modello comportamentale si adatterà alle rischieste del giocatore. 

Va da sé che più l'NPC viene allenato, più il suo comportamento si avvicinerà alle aspettative del giocatore. A parole il processo è piuttosto complicato da spiegare, probabilmente è molto più semplice farlo direttamente (anche perché, se non fosse semplice, i giocatori non sarebbero incentivati a usarlo). Specifichiamo che nella notizia abbiamo accennato a Final Fantasy, ma il sistema teoricamente è applicabile a ogni genere di gioco.