So Cosa Hai Fatto – In 4K il requel dello slasher classe '97

Tra nostalgia, autocritica ed echi dal franchise Scream torna il killer con l'uncino

di Claudio Pofi

A 28 anni dall’uscita del film ricordato da più di una generazione, So Cosa Hai Fatto è tornato sul grande schermo con un requel che riaccende la leggenda del pescatore assassino di Southport. La nuova versione rilancia il mito dell'omicida con una variazione sul tema: invece di essere un'auto di giovani a investire il malcapitato, è un veicolo che sbanda precipitando per una scogliera a picco con a bordo il guidatore.

Consapevole di riportare in campo un'icona pop, lo script racconta quanto accade ai cinque amici testimoni del mortale incidente stradale provocato dall'idiozia di uno di loro, scegliendo di comune accordo di tacere la verità. Dodici mesi dopo la loro vita viene travolta da messaggi minacciosi e una scia di cadaveri. Nel tentativo di salvarsi, scoprono che il loro incubo ricalca proprio ciò che accadde nel 1997, chiedendo aiuto a uno dei superstiti della precedente strage.

Nostalgia canaglia

Pur non potendo contare sulla penna di Kevin Williamson, il film cerca di recuperare lo spirito dei '90 attraverso una miscela di humour nero, colpi di scena e personaggi volutamente sopra le righe. Il cast giovane — guidato da una frizzante Madelyn Cline — riesce almeno in parte a dare nuova linfa a un immaginario slasher che non teme di ridere dei propri cliché, mentre la regia punta su ritmo veloce, atmosfere funzionali e un uso dichiaratamente nostalgico di jump scare e soundtrack.

Al netto di forzature narrative, il nesso col passato rischia di generare confusione, specie per chi non ha memoria dell'opera del '97. Chi ha vissuto i tre film ritroverà tutta la tipicità quasi stantia di uno slasher con pochi brividi e poche pretese, con doppio colpo di scena finale e chiusura-apertura verso un nuovo capitolo. Qui la recensione completa di Elisa Giudici.

Girato digitale (Arri Alexa 35) a risoluzione nativa 4.6K con master 4K usato per la creazione di un eccellente quadro visivo, spettacolare specie in presenza di schermi 10 bit nativi con nero infinito, come nel caso del nostro Panasonic Z85 55”. In tal caso si gustano fino in fondo le numerose sequenze notturne o con scarsa luce, tra tramonti e uncini insanguinati in virtù del Dolby Vision. Formato immagine 2.39:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-100 triplo strato. Incluso BD-50 con la versione 2K.

Divertimento anche per il fronte audio, con un ottimo DTS-HD MA 5.1 italiano, anche se solo 16 bit, dove perlopiù si ha il desiderio di un canale LFE per i bassi con maggiore impatto. Produzione centralizzata che ha privilegiato la lingua originale offerta con medesima codifica + Dolby TrueHD 7.1.4 con oggetti ATMOS, l'unica 24 bit che apre a un più coinvolgente panorama sonoro e qualche efficace elemento verticale.

Come extra: il corto sul ritorno ai luoghi del film originale che ha dato il via al nuovo script (9'); focus sulla produzione (11'); scene eliminate ed estese (8') ed errori sul set (3'). Sottotitoli in italiano.