I Prigionieri di Guerra sono dei geni...
Chiunque abbia almeno una ventina di anni ricorderà un antico e celebrato coin-op chiamato P.O.W., Prisoner of War. Lo scopo del gioco, assolutamente arcade, era naturalmente quello di fuggire dalla propria situazione di prigionia nel bel mezzo della guerra del Vietnam. Codemaster riprende il nome in codice (naturalmente utilizzato nel gergo militare di tutto il mondo) e sposta la mira sulla Seconda Guerra Mondiale. Il nuovo gioco in sviluppo da Wide Games negli studi del colosso britannico vedrà difatti il giocatore alle prese con la fuga dalle prigioni dell'Asse.
Ma la novità del giorno risiede nell'annuncio di nuove e intriganti routine d'intelligenza artificiale che staranno alla base dei comportamenti dei personaggi non giocanti, aspetto assolutamente fondamentale in quello che si appresta a diventare come lo sneak'em up più atteso dalla comunità PC/Windows. Secondo Codemasters P.O.W. si avvarrà di un sistema denominato Boids e realizzato dallo specialista Craig Reynolds. Tramite tali routine i personaggi non giocanti avranno quella che si può definire una "mente aperta", ovvero capiranno, impareranno e faranno tesoro delle proprie esperienze. Questo vuol dire che capiranno quello che sta accadendo attorno a loro e si adatteranno alla situazione, sviluppando eventualmente nuove tipologie di rapporti con i propri colleghi "guardie" e via di questo passo. Interessante notare anche come tale intelligenza artificiale possa essere applicata al giocatore principale, dato che, nel momento in cui questo non sarà mosso per alcuni minuti dall'utente, sarà in alcuni casi "preso in gestione" dalla CPU che ne custodirà la salvaguardia fino al momento in cui il giocatore non avrà deciso/capito cosa fare. Rimaniamo in attesa di avere maggiori delucidazioni su questo aspetto.


