EA Origins Chiude, ma la nuova App non è Accessibile a Tutti

Brutte notizie per i Sistemi a 32-bit

EA Origins Chiude ma la nuova App non è Accessibile a Tutti

EA Origins, la piattaforma di distribuzione digitale utilizzata da Electronic Arts per distribuire direttamente i propri prodotti, cesserà definitivamente di funzionare il prossimo 17 Aprile, sostituita dalla nuova EA App che è già disponibile sugli store digitali.

Tra i motivi di questo cambio di supporto c'è anche il fatto che Microsoft ha già da tempo sospeso il supporto ai sistemi basati su architettura a 32-bit, come la stessa EA recita nelle linee guida per la transizione. Non è un caso perciò che la nuova EA App sia installabile esclusivamente su sistemi a 64-bit. E questo per alcuni può essere un problema.

EA App solo su Sistemi a 64-bit: quali sono?

Cominciamo subito col dire che chi utilizza il sistema operativo Windows 11 non ha nulla di cui preoccuparsi, dato che la casa di Redmond ha realizzato l'OS unicamente con l'architettura a 64-bit. I precedenti OS - W7, W8 e W10 - offrivano due possibili installazioni, a 32-bit o a 64-bit, ma di questi solo Windows 10 è attualmente ancora supportato dalla casa madre [che negli ultimi mesi sta facendo pressioni perché l'utenza passi a W11 entro il prossimo Ottobre, data di dismissione del supporto]. Nel caso utilizzaste W10 e aveste il dubbio sulla versione installata, potete consultare questo link.

Ne consegue che tutti coloro i quali avessero ancora un PC - ma anche un MAC - basato sull'architettura a 32-bit il 17 Aprile perderanno la possibilità di accedere ai giochi di cui hanno regolarmente acquistato licenza d'uso a meno che non effettuino un upgrade, il quale tra le altre cose richiederebbe una formattazione totale della partizione di sistema.

Che succede sui Sistemi a 32-bit?

Per chi non potesse svolgere questa operazione, bad thing. I giochi rimarranno naturalmente associati all'account, ma non sarà possibile utilizzarli.

Al di là dell'ovvio, per quanto consumistico, discorso sull'obsolescenza delle tecnologie e sul fatto che mantenere aggiornato il proprio supporto hardware e software è una sorta di regola non scritta a cui tutti dobbiamo attenerci, lascia sempre l'amaro in bocca il pensiero che qualcosa che era possibile fare ieri non lo sarà domani. Chi possiede un sistema vecchio su cui giocoforza fa girare del software altrettanto vecchio, infatti, si sente nel pieno diritto di chiedersi perché debba essere costretto a fare un upgrade: se il gioco girava sulla sua macchina ieri ci può girare anche domani, no? È lecito per una società impedire l'accesso a tale software non già con un aggiornamento dello stesso ma per via della piattaforma di distribuzione di riferimento?

La risposta, banalmente, è "Sì, è lecito, perché gli accordi di licenza possono cambiare in maniera unilaterale".
Deal with it.

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