Somerville, la recensione: l'apocalisse non è mai stata così avvincente

Dino Patti e Chris Olsen insieme per uno titolo sci-fi sulle orme di Limbo e Inside

Somerville nasce da un progetto di Dino Patti, ex di Playdead, la software house alle spalle di Inside, e da Chris Olsen, colui che ha realizzato tutto il canovaccio narrativo che sorregge l’intero prodotto, e si basa come scritto in apertura su titoli come Limbo e Inside, prodotti che hanno puntato sul far vivere un’esperienza al giocatore piuttosto che dedicarsi completamente al gameplay. Somerville è un walking simulator non troppo simulator, ma comunque walking, visto che ci sono alcuni accenni di gameplay, dedicati soprattutto alla soluzione di enigmi ambientali non troppo complessi.

Somerville, la recensione: l'apocalisse non è mai stata così avvincente

Il mondo è in guerra

La trama del titolo di Jumpship prende ispirazione da produzioni letterarie e cinematografiche sul genere sci-fi e inscena, come avviene spesso in questi casi, la classica invasione di natura aliena su larga scala, in grado di cambiare drasticamente la vita sul nostro pianeta. 

Il protagonista è un uomo tra tanti. Un uomo accompagna tutta la famiglia a casa e, alla fine di una giornata impegnativa, il quadretto felice comprensivo di cane finisce per addormentarsi davanti alla televisione. A risvegliarci sono rumori tutt’altro che piacevoli, qui meglio definiti da spari ed esplosioni, che una volta affacciati alla finestra ci delineano uno spettacolo da vero film di fantascienza.

Delle astronavi cadono sulla terra con la stessa forza di un chiodo piantato con rabbia nel terreno, mentre altri restano sospese a mezz’aria, lasciando uscire dal loro corpo perfettamente geometrico alcuni raggi luminosi, sicuramente nulla che possa definirsi pacifico. Il problema è che il nucleo familiare viene separato, in modi e maniere che non vogliamo in alcun modo spiegarvi, soprattutto perché finiremmo inevitabilmente per darvi elementi sul titolo che sarebbe giusto, come di consueto, lasciarvi vivere personalmente.

Il fatto lampante, quello già mostrato nei materiali condivisi dagli sviluppatori, è che giocheremo nei panni del padre, costretto a tutto pur di trovare i mezzi per riunire la propria famiglia. E comprendere nel mezzo quello che sta accadendo sul pianeta, cercando di rispondere alle classiche domande esistenziali pensate per l’occasione.

Somerville, la recensione: l'apocalisse non è mai stata così avvincente

In Somerville non basterà raggiungere il punto A dal punto B, ma bisognerà risolvere una serie di puzzle ambientali grazie all’ausilio di una nostra abilità, un potere se vogliamo conferito da alcuni esseri incontrati nel viaggio, capace di farci interagire con la materia aliena che si è sparsa sulla Terra. Come in uno switch in equilibrio tra positivo e negativo, in questo caso avremo la possibilità di usare la luce per fondere o solidificare il materiale alieno, starà a voi decidere il come, soprattutto quando sarà necessario risolvere l’enigma al fine di spostare la fonte di luce necessaria per superare il punto di blocco.

Niente pensato per farvi impensierire, il che è un peccato soprattutto considerando la longevità del titolo, che in appena quattro ore può essere completato, a meno che non vogliate a tutti i costi sbloccare gli achievement dedicati.

Va detto che questi giochi vivono di luci e ombre, necessitano insomma di un percorso piuttosto lucido al fine di essere compresi, motivo per cui spesso è necessario prendersi il tempo ideale per completarli con calma, se non altro al fine di cogliere tutti gli indizi sparsi per l’ambientazione di gioco, giacché saranno gli unici elementi con cui potrete far quadrare le vostre supposizioni sulla vicenda. La trama non prevede infatti alcun tipo di doppiaggio o dialoghi, non ci sono documentazioni pronte a descrivervi la situazione, ciò che permane durante l’intero viaggio è un senso di smarrimento e abbandono, una condizione ben realizzata in linguaggio videoludico, dato che il nostro alter ego ne mostrerà gli effetti durante tutto il corso del gioco, camminando gobbo o incespicando, addirittura respirando male in alcuni casi.

Graficamente ci troviamo un passo avanti a Inside come realizzazione, il level design è molto più vivo e articolato, peccato per alcuni rallentamenti su Xbox One X, che ogni tanto ha mostrato qualche blocco o rallentamento sporadico. La colonna sonora accompagna piacevolmente la vicenda, chiudendo il cerchio su una produzione che ha tanto da raccontare, offrendo un ottimo punto di inizio per Jumpship, che speriamo metta a frutto questa esperienza per regalarci titoli sulla stessa lunga d’onda.

Somerville, la recensione: l'apocalisse non è mai stata così avvincente

Somerville

Versione Testata: PC

8

Voto

Redazione

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Somerville

Somerville mostra lo stesso identico tocco di produzioni come Limbo e Inside, cerca di veicolare un messaggio importante con la potenza delle immagini e null’altro, tanto da farti arrivare alla fine del viaggio con più domande che risposte, un’occasione se vogliamo pensata per incentivare almeno una seconda run al fine di cogliere indizi maggiori. Resta comunque un viaggio da vivere a tutti i costi, elemento che ci sentiamo da sottolineare vista la sua presenza, sin dal day-one, sul Game Pass di Microsoft. Come detto poco sopra, come punto di inizio per Jumpship ci fa ben sperare sul domani.