School Spirits: una teenager a caccia del proprio assassino

Su Paramount+ ogni venerdì un nuovo episodio di School Spirits, il teen drama in cui una licela indaga sul proprio omicidio

School Spirits: una teenager a caccia del proprio assassino

School Spirits ci racconta la storia di una liceale che si ritrova a essere un fantasma, bloccata - insieme a molti altri - nel luogo in cui è morta: il liceo. School Spirits, appunto: gli spiriti della scuola. Ed è incredibile quante siano le vittime - studenti o insegnanti - di incidenti o di omicidi avvenuti entro i confini della scuola. Vittime alle quali si aggiunge Maddie, che tutti ancora cercano come una ragazza scomparsa ma che noi - e qualcun altro - sappiamo essere morta. 

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I luoghi comuni sull’aldilà vengono vagliati, uno dopo l’altro, fino a portarci all’inevitabile conclusione: quell’idillio di pace e serenità che ci illudiamo di trovare dopo la morte non esiste. Non si resta intrappolati al liceo perché si hanno le proverbiali “faccende in sospeso” alla Ghost da risolvere. No. Si resta semplicemente intrappolati nell’ultimo luogo in cui il nostro corpo è stato vivo e poi, per un motivo o per l’altro, non lo è più stato.

Siamo 8 miliardi di futuri spiriti costretti a vagare fra le mura o i confini del luogo che ci è costato caro, che ci è costato la vita terrena. Ma ce ne resta un’altra, infinita, da vivere.

La riflessione di School Spirits - che almeno nella prima parte della stagione sembra inflessibile su questo - riguarda il crollo delle illusioni che i vivi si fanno sull’immortalità dell’anima. Favolette che ci raccontiamo da millenni al solo scopo di trovare conforto, per noi stessi quando siamo vicini alla morte e per tutte le persone care che perdiamo lungo il cammino.

La morte è un fatto naturale, fa parte della vita, ma è così dolorosa per chi resta che tutto il costrutto illusorio sui meriti, il paradiso e l’inferno in qualche modo fa parte del nostro modo di vedere le cose. A prescindere dal credo religioso. School Spirits ci dice che tutto questo non esiste: c’è solo l’eternità, l’anima è immortale e non possiamo più provare dolore fisico, ma il tormento esistenziale è tutta un’altra storia. Quello esiste, può esistere per sempre, può trasformarci nella responsabile del teatro della scuola, così ossessionata dagli spettacoli da mettere in scena da dimenticare di essere morta. Può calarci nei panni di una ragazzina senza colpe che finisce per diventare insopportabile semplicemente perché a sua volta non sopporta più la morte. Può dirci che non conta come ci siamo comportati in vita: alla fine ci ritroviamo tutti nello stesso luogo, il luogo della nostra morte, costretti a una convivenza forzata con tutte le sue altre vittime: come poteva esserci un posto migliore del liceo per rappresentare tutto questo?

Oltre al giallo sulla sua morte, Maddie ci prende per mano e ci conduce alla scoperta del crollo di tutte le nostre illusioni, preparandoci a un infinito niente da ingannare con una serata film e i popcorn, che per qualche ragione possiamo illuderci di poter ancora mangiare. Mentre rimaniamo sempre uguali a noi stessi, e il mondo va avanti senza di noi. Mentre noi vittime stiamo a guardare e i nostri assassini vivono. Mentre la meritocrazia, una volta principio fondante della scuola, viene cancellata dalla lavagna dell’esistenza per lasciare spazio a una sola certezza: non sappiamo niente. Non abbiamo capito niente. Non ci aspetta niente. 

E siamo soltanto a metà della prima stagione…

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