Il tatuatore di Auschwitz: il romanzo, la storia vera, la serie in arrivo su Sky con la colonna sonora di Barbra Streisand
Tutto sulla storia vera di Lale Sokolov, presto in TV
Talvolta succedono cose strane. Come aver letto un romanzo e, una volta conosciuto il nome dell’attore che avrebbe dato vita al protagonista sullo schermo - in una serie TV, in questo caso specifico - rendersi conto di aver sempre immaginato il personaggio con il volto di quell’attore. Senza nemmeno essersene resi conto. Pare sia successo a diversi lettori de Il tatuatore di Auschwitz, il romanzo di Heather Morris uscito in Italia nel 2018 e diventato subito un caso letterario.
Come molti altri, ho letto Il tatuatore di Auschwitz nel 2018 e, come molti altri, non ho mai potuto dimenticare quei nomi. Lale e Gita. Insieme al nome che, nostro malgrado, la storia ha inciso per sempre nella memoria collettiva: Auschwitz.
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Il 10 maggio in esclusiva su Sky e su NOW arriverà la serie TV che adatta il romanzo di Heather Morris, basato su una storia vera, mentre il doppio Premio Oscar Barbra Streisand ha annunciato l’uscita di un nuovo singolo, il brano che farà da colonna sonora alla serie.
I protagonisti saranno Harvey Keitel (Lezioni di piano, Dal tramonto all’alba, Pulp Fiction) nel ruolo di Lale, il tatuatore, e Melanie Lynskey (Yellowjackets, Due uomini e mezzo) in quello di Heather Morris. Perché tutto, come ci racconta la stessa autrice del romanzo, nasce dall’incontro fra Heather e Lale, pronto a raccontarle la sua storia.
Ma andiamo con ordine.
Heather Morris: una ricerca lunga 3 anni
A colpire, oltre naturalmente all’incredibile storia di un amore che nasce in mezzo al peggior orrore di cui l’essere umano sia capace, è anche lo stile del romanzo. Heather Morris ha lavorato a lungo sulle parole, per scegliere ogni termine in modo che rendesse al meglio l’idea di un’esperienza di vita vissuta. L’esperienza di vita dell’uomo che Heather incontrò per la prima volta nel 2003.
La scrittrice neozelandese trasferitasi in Australia, infatti, ha raccontato di aver conosciuto Lale Sokolov nel dicembre di quell’anno, quando aveva perso da poco la moglie. La Morris aveva saputo da conoscenti che Lale aveva una storia importante da raccontare, che il mondo avrebbe voluto e dovuto conoscere.
Da quel giorno del dicembre 2003, Heather Morris avrebbe passato molti, moltissimi altri giorni insieme a Lale, l’ex tatuatore del campo di concentramento più tristemente noto di tutti i tempi: Auschwitz-Birkenau.
Lale raccontò a Heather Morris, al loro primo incontro, che la sua vita cambiò nel momento in cui incise sul braccio sinistro di una ragazza dei numeri, mentre lei - con un solo sguardo - incise per sempre il cuore di Lale.
In un posto da cui pochi uscivano vivi e in cui l’identità veniva cancellata, trasformando le persone nei numeri tatuati sui loro arti, il numero 32047 e il numero 34902 s’innamorarono. Le speranze che entrambi uscissero vivi dall’inferno erano irrisorie, ma successe. E questo diede a Heather Morris il coraggio di affrontare tutto l’orrore del lager il cui nome incute terrore. Perché la storia di Lale e Gita è una storia drammatica, terribile, piena di dolore e di morte. Ma rappresenta anche quel bagliore di speranza che l’animo umano, perfino mentre si trova all’inferno, riesce ad alimentare per tenersi in vita.
E di speranza, si sa, non si parla mai abbastanza.
Per tre lunghi anni Heather Morris ha ascoltato la storia di Lale, cercato le verifiche del caso, ricostruito nomi e luoghi. Ha cercato documenti e carte, ha ascoltato racconti e letto lettere, diari e rapporti.
Lale e Gita, la donna con cui l’uomo aveva condiviso una vita matrimoniale lunga e felice, scapparono in Australia. Costruirono la loro casa a Melbourne, lasciandosi alle spalle un’esperienza traumatica come quella di pochi altri sopravvissuti. Così, Heather sentì parlare di Lale. Lo andò a trovare. E il resto, come si suol dire, è storia.
La trama de Il tatuatore di Auschwitz: il romanzo
Lale Sokolov è un giovane ebreo slovacco. Viveva con i suoi genitori in Slovacchia prima di essere deportato ad Auschwitz-Birkenau nell’aprile del 1942. Lale parla diverse lingue, cosa che lo aiuta a ritagliarsi un compito in qualche modo privilegiato, perfino per un prigioniero ebreo, dopo il suo arrivo nel lager. Lale diventa infatti uno dei Tatowierer, ovvero i tatuatori: coloro che incidono sulle braccia dei nuovi arrivati il numero che li identificherà nella folle burocrazia nazista.
A insegnargli il mestiere è l’attuale tatuatore, esempio vivente dei vantaggi di quel lavoro: maggiori razioni di cibo, una certa libertà di movimento all’interno del campo, accesso a tutta una serie di privilegi illegali - mercato nero incluso - che potevano voler dire sopravvivere mentre tutti, attorno a te, morivano.
Lale impara in fretta. Il suo lavoro quotidiano è quello di incidere la matricola numerica di riconoscimento sul braccio degli ebrei al loro primo ingresso nel campo.
Con il passare del tempo, Lale impara a muoversi con abilità. Conscio del proprio privilegio, inizia a procurarsi valuta - denaro e gioielli provenienti dai prigionieri morti - da scambiare con la cosa più preziosa che si possa ottenere in un lager: cibo e medicine.
Lale inizialmente ha paura di rischiare, ma presto inizia a capire di avere un’occasione unica: l’occasione di aiutare gli altri. Rischia la vita più volte per dare aiuto a chi ha bisogno, ad altri prigionieri per i quali un tozzo di pane o una pasticca fanno la differenza fra la vita e la morte.
Come sempre succede, man mano che la si fa franca, si corrono rischi sempre maggiori. E quando arriva il giorno in cui Lale deve tatuare il numero 34902 sul braccio di una giovane donna, Gita, la sua esistenza e le sue priorità cambiano per sempre. Per Lale è amore a prima vista. Gli basta incrociare gli occhi di Gita per sapere che è lei, quella giusta. Ma innamorarsi, riuscire a parlarsi, e soprattutto restare vivi - ad Auschwitz, è praticamente impossibile. Con una serie di peripezie che lo mettono a repentaglio, Lale ci riesce. Fa in modo di salvare la vita di Gita e la propria, approfittandosi dell’arte dello scambio e dei segreti che ha carpito durante il periodo di permanenza nel lager prima dell’arrivo della ragazza dei suoi sogni.
Con una perseveranza e una determinazione che paiono più leggendarie che umane, Lale affronta sfide impossibili, si riunisce con Gita - che credeva di aver perso - e inizia con lei il suo sogno d’amore, lasciandosi alle spalle un’esperienza difficile da raccontare.
La serie di Sky: cast artistico e tecnico
È Jacquelin Perske, produttrice esecutiva e sceneggiatrice insieme a Evan Placey (produttore associato) e Gabbie Asher, a firmare l’adattamento televisivo del romanzo in 6 episodi.
Come anticipato, è Harvey Keitel a prestare il volto a Lale Sokolov al momento del suo incontro con Heather. A dargli vita per gli anni del racconto, invece, è l’attore Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe, La Sirenetta). Poco dopo il suo arrivo nel lager dove oltre un milione di ebrei furono massacrati, Lale diventa uno dei Tätowierer, i tatuatori che lavoravano in coppia con il compito di marchiare i nuovi prigionieri del lager. Gita, la ragazza di cui s’innamora a prima vista, è interpretata da Anna Próchniak (Baptiste, Agnus Dei), protagonista insieme a Lale di un’incredibile storia vera.
Heather Morris, aspirante scrittrice (Il tatuatore di Auschwitz è infatti il suo romanzo d’esordio) è la già citata Melanie Lynskey, che incontra Lale per la prima volta oltre 60 anni dopo i fatti di Auschwitz.
Diretta da Tali Shalom-Ezer, la serie è prodotta da Claire Mundell (produttrice esecutiva) con la sua società Synchronicity Films in associazione con Sky Studios e All3Media International. Il tatuatore di Auschwitz è una co-produzione per Sky e Peacock, dove verrà trasmessa negli USA mentre in Europa sarà un’esclusiva di Sky e NOW.