Das Boot

In questi giorni, sulla piattaforma di Sky Atlantic, farà capolino nella programmazione una nuova serie originale chiamata Das Boot. Una produzione composta da otto puntate che funge da sequel di un famoso film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, chiamato U-Boot 96.

Il Film Originale 

Prima di spendere due parole su quello che possiamo aspettarci da questa serie, è più corretto fare un salto indietro nel tempo nell’ormai lontano 1981, anno di uscita nelle sale cinematografiche di Das Boot, film di Wolfgang Petersen, da noi conosciuto con il nome di U-Boot 96. Un film che per molti rappresenta, con tutta probabilità, il miglior prodotto cinematografico mai realizzato su suolo teutonico, nonché uno dei film bellici più acclamati dagli appassionati.

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Il film di Petersen ha richiesto ben 2 anni di riprese, un budget di oltre 16 milioni di marchi e la riproduzione minuziosa di tutti gli ambienti angusti e claustrofobici tipici di un sottomarino della Seconda Guerra Mondiale. La scelta di girare in sequenza, è stata propedeutica per la credibilità. Pensiamo al pallore che acquisivano in questo modo gli attori chiusi costantemente all’interno di quei luoghi senza luce, oppure, alla graduale sporcizia accumulata sui vestiti o alla barba che continuava imperterrita a crescere.

La veridicità della pellicola fu una delle caratteristiche più apprezzate nono solo da parte del pubblico e degli addetti ai lavori, ma anche - anzi, soprattutto - da reduci che ringraziarono la produzione per aver realizzato un film che raccontassero in maniera più che mai verosimile quello che quei ragazzi, strappati contro il loro volere alla vita di tutti i giorni, dovevano vivere durante i periodi di mare. Ed è proprio qui che sta la particolarità di U-Boot 96. Il film racconta benissimo non solo i, rari, momenti di combattimento, ma pone un forte accento sui tanti momenti di solitudine e lunghe attese che i marinai  dovevano vivere durante le loro lunghe traversate.

Così come una parte politica molto interessante, già emersa nel libro a cui il film si ispira e che prende lo stesso nome del film (scritto da Lothar-Günther Buchheim nel 1973), riesce a trasparire perfettamente all’interno del film: la (quasi) totale apoliticità dell’equipaggio. Studi storici confermano infatti che la marina al comando degli U-Boot fosse quella meno coinvolta a livello politico. E questa cosa si evince chiaramente in un momento piuttosto importante del film. Se siete curiosi, in giro si trova la versione director’s cut che dura la bellezza di oltre tre ore. Ma vi assicuriamo che vale davvero la pena. 

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Cosa Aspettarci?

Inutile dire che, davanti a una vera e propria pietra miliare del cinema di guerra, la serie tv Das Boot, che funge da vero e proprio sequel al libro/film parte con aspettative altissime. Quello che sappiamo (o che non vogliamo svelarvi, per incappare in pericolosi spoiler) è che la storia sarà ambientata un anno dopo gli eventi originali. Ci troviamo nel 1942, e focus della storia sarà ancora una volta La Rochelle, luogo in cui la resistenza francese cerca di combatta come meglio riesce i nazisti. La parte invece sul sottomarino (l’U 612)  sarà invece raccontata dal punto di vista di un equipaggio molto giovane, che si troverà a dover compiere pericolose missioni in acque nemiche.

La nostra speranza è ovviamente quella di ritrovare quel senso di docufilm che aleggiava nell’opera originale; di riuscire quasi a percepire la claustrofobia e l’odore incessante di nafta che aleggiava negli scompartimenti angusti del sottomarino, il tutto rotto probabilmente dal racconto della resistenza francese su terra, momenti necessari per uscire dall’apnea delle scene girate all’interno dell’U Boot. Insomma, ci aspettiamo parecchio da una delle serie che potrebbe aprire l’anno in grandissima bellezza.