Nvidia GeForce Now: ovvero la sottile arte dell’infilare a calci cose in spazi in cui non ci stanno.

Nvidia GeForce Now ovvero la sottile arte dellinfilare a calci cose in spazi in cui non ci stanno

 

Non si tratta di una spesa impossibile per quello che offre il servizio e per il fatto che funziona in modo impeccabile, ma va messa bene in evidenza una cosa: con quei soldi l’interessato compra l’accesso al servizio, non ai giochi. Abbonandosi a GeForce Now si ottiene il diritto di utilizzare una macchina di gioco, in streaming, sulla quale far girare la propria libreria Steam, Epic o Ubisoft. Il costo dei giochi si aggiunge quindi a quello del servizio. Inoltre, e qui arriviamo al secondo fallimento del mio incredibile piano descritto qualche paragrafo sopra, non tutti i giochi sono abilitati a GeForce Now. Quelli Sony, ad esempio, no. La mia PlayStation virtuale è finita su per il camino, per ora. Sta ai singoli editori decidere se un gioco è disponibile anche su GeForce Now. La lista dei titoli compatibili è consultabile sul sito del servizio e anche all’interno dell’applicazione ed è alquanto ricca, anche se si notano assenze che avrebbero reso il tutto ancora più attraente. C’è, per esempio, Cyberpunk 2077 che può essere giocato in Ultra (se si opta per l’abbonamento Ultimate).

 

Nvidia GeForce Now: ovvero la sottile arte dell’infilare a calci cose in spazi in cui non ci stanno.
Il sito di riferimento GeForce Now pubblica settimanalmente i nuovi arrivi sulla piattaforma

 

In buona sostanza, il mio esperimento con GeForce Now ha avuto due risultati paradossalmente opposti: mi ha permesso di giocare a dei giochi altrimenti inaccessibili, mostrandomi anche che il cloud gaming in presenza di una buona connessione è uno scenario ormai praticabile; allo stesso tempo ha acuito la mia voglia di tornare ad avere un PC performante per poter giocare a tanti titoli altrimenti off-limits. Questo perché le librerie dei servizi in cloud hanno degli evidenti limiti (mobili fra l’altro, in quanto ogni gioco può scomparire da un momento all’altro) e perché – parere personale – ho accettato il passaggio dal fisico al digitale sui giochi, nonostante la sensazione di non essere padrone di qualcosa, ma non mi si può chiedere di digitalizzare anche l’hardware. Soprattutto non dopo Stadia, che per quanto sia un fallimento gestito con onestà è pur sempre un fallimento.

 

Probabilmente nei prossimi mesi cercherò di costruire un nuovo PC, nel frattempo so di avere una sponda solida che mi permette di fare qualche partita e di provare giochi nuovi. Con qualche accortezza, e dei magheggi da impallinato, si potrebbe considerare l’idea di abbonarsi a spot (un mese, poi basta) in concomitanza con i saldi degli store digitali, così da ottimizzare i costi e non dover rinunciare a giocare al titolo del momento.