Heavy Rain

di Tommaso Alisonno
A Febbraio di quest'anno abbiamo finalmente messo le mani sull'attesissimo titolo dei Quantic Dreams che ha fatto parlare di sé sin dal prima presentazione di PS3: parliamo di quell'Heavy Rain che ha reintrerpretato il concetto di avventura, o meglio ancora di Dramma Interattivo, puntando su un vasto utilizzo dei Quick Time Events, oltre a un'ambientazione, a un'atmosfera, a dei personaggi ed a una trama di prim'ordine, studiati per trasmettere emozioni e sensazioni prima che intrattenimento. Sony, dal canto suo, ha reso noto sin dall'ultimo E3 che il titolo avrebbe avuto ben presto un aggiornamento che avrebbe permesso di fruirne attraverso il nuovissimo Playstation Move.



Eccoci pertanto al cospetto di Heavy Rain Move Edition: cominciamo subito col dire che la nuova “versione” del gioco non costerà un centesimo a chi già dovesse possedere HR, in quanto é disponibile tramite il Playstation Network un DLC totalmente gratuito (di circa 1.2 Giga) che trasformerà letteralmente il gioco standard nella nuova versione, compresa la variazione delle schermate del titolo e dei menù. Ad ogni modo, a prescindere da come l'abbiate ottenuta, la Move Edition é ancora totalmente giocabile col controller tradizione; ma focalizziamoci sulla nuova interfaccia.

Cominciamo subito a dire che solo l'accoppiata PSEye/Move non sarà sufficiente a giocare: dovrete tenere nell'altra mano il Navigation controller o perlomeno un tradizionale Sixaxis/Dualshock3; questo perché per gestire il movimento del personaggio avrete comunque bisogno di uno stick analogico, ed anche perché diversi QTE andranno a interessare i tasti dorsali. Il secondo elemento interessante che emerge dalla configurazione é che, a differenza da molti giochi basati sulla telecamera, HRME prevede che il giocatore sia seduto, e non in piedi, di fronte al PSEye. Un'ultima notazione, maturata con l'esperienza diretta, é quella di evitare la presenza di fonti di luce intense (ad esempio una finestra che da sul sole) che possano falsare la percezione della sfera luminosa, mentre non causano problema le luci diffuse.




Il gioco procede su per giù in maniera analoga alla versione tradizionale, ma naturalmente ora tutte le iterazioni sono state riscritte. Dal punto di vista dei tasti da premere assistiamo a una riduzione: laddove HR sfruttava tutti e otto i tasti del Sixaxis, HRME ne utilizza solo quattro, cioé il tasto Move, il Trigger T e i succitati dorsali del secondo controller. Tutta quella serie di comandi, invero molto numerosi, che erano originariamente associati all'analogico destro, invece, sono ora effettuati tramite il Motion Controller.

É necessario naturalmente imparare a interpretare le nuove icone: un pallino semplice indica la necessità di puntare il Move verso lo schermo e premere il tasto T prima di eseguire il movimento richiesto, sia esso uno spostamento laterale, una rotazione o una spinta; una rappresentazione verticale o orizzontale del Move indicherà invece che prima di premere T sarà necessario porre la periferica nella medesima posizione, e così via.

Il risultato é quello di un'interfaccia più semplice dal punto di vista delle icone, quindi probabilmente più user-friendly per quei giocatori che non hanno grande esperienza del controller Sony, e contemporaneamente dotata di una nuova chiave d'interpretazione per il gameplay unico di Heavy Rain: é indubbiamente vero che i comandi di movimento siano più “naturali” rispetto alla rotazione di uno Stick analogico. Certo, il gioco alla fin fine é lo stesso, ma riesce in questa nuova incarnazione ad avvicinarsi ad un numero ancora maggiore di utenti, oltre che fornire ulteriore divertimento a chi già l'ha portato a termine.