Spellcasters Chronicles: una rivoluzione nel mondo dei MOBA

Dai maghi dei giochi caratterizzati dalla trama ecco il moba rivoluzionario

di Antonio Cordone

Spellcasters Chronicles, testato durante la beta, potrebbe essere la novitá nel mondo MOBA che si attendeva. E la cosa che piu stupisce è che si tratta di una realizzazione da parte di Quantic Dream.
Quantic Dream è da sempre associata a creatività e sperimentazione, in particolare sul fronte narrativo. Titoli come Heavy Rain e Detroit: Become Human rappresentano alcuni dei lavori più recenti e significativi dello studio parigino guidato da David Cage, capaci di offrire al pubblico uno storytelling fortemente autoriale.

Proprio per questo, la decisione di dedicarsi allo sviluppo di Spellcasters Chronicles — un progetto che, almeno sulla carta, sembra puntare maggiormente su un gameplay competitivo online — ha colto di sorpresa sia la critica sia i giocatori. Ciò non esclude la possibilità che il team riesca comunque a inserire soluzioni narrative interessanti e una trama più strutturata, ma rispetto alle esperienze single player citate si tratta senza dubbio di un ingresso in un territorio del tutto nuovo.

La narrativa di gioco di Spellcasters Chronicles

Le basi narrative di Spellcasters Chronicles non brillano per originalità né per particolare fascino. Gli dei sono scomparsi e l’unica testimonianza della loro esistenza è la Fonte, una potente energia che può essere sfruttata, plasmata e attivata da stregoni, sciamani, maghi e guerrieri noti come Spellcasters. Ogni scontro, ogni partita, ruota esclusivamente attorno alla conquista e al controllo della Fonte, contesa tra due schieramenti rivali.

Questo incipit piuttosto ordinario dovrebbe però inserirsi, almeno nelle intenzioni, all’interno di un contesto narrativo peculiare e per certi versi inedito. La storia del gioco, infatti, sarebbe destinata a evolversi in base alle prestazioni dei giocatori di tutto il mondo: vittorie e sconfitte dei vari personaggi andrebbero a influenzare l’andamento della trama, che si adatterebbe dinamicamente dando vita a un intreccio “vivo”, plasmato in modo indiretto dalla community. Non si tratta, ovviamente, delle scelte multiple e ramificate tipiche di Heavy Rain, Beyond: Two Souls o Detroit: Become Human, ma questa soluzione può comunque essere letta come una sorta di firma autoriale di Quantic Dream, reinterpretata in un contesto profondamente diverso.

Al momento, tuttavia, parlare di trama significa limitarsi a ipotesi e dichiarazioni d’intenti, dal momento che la nostra prova si è concentrata esclusivamente sul gameplay. Abbiamo infatti affrontato due partite, sufficienti a delineare in modo preliminare il tipo di esperienza proposta da Spellcasters Chronicles.

Rispetto al classico 5 contro 5 di League of Legends, il titolo di Quantic Dream riduce il numero di giocatori a sei complessivi, tre per squadra, pur offrendo una mappa di dimensioni discrete, strutturata in tre corsie interconnesse. L’obiettivo resta quello tradizionale del genere: distruggere le Lifestone nemiche, i baluardi posizionati al termine di ciascun percorso, avanzando attraverso la conquista — o la riconquista — delle torri disseminate lungo le corsie, veri e propri punti strategici che determinano l’andamento del fronte.

Ogni partita si apre, senza particolari sorprese, con la selezione del personaggio. Nella nostra prova erano disponibili sei eroi, suddivisi in tre categorie: gli incantatori, specializzati nel fornire bonus e infliggere malus; i conquistatori, votati a infliggere danni ingenti tramite attacchi ad area; e i duellisti, più adatti allo scontro diretto con gli avversari. Questa distinzione, però, sembra essere più una convenzione di massima che una rigida classificazione. Una volta scelto l’eroe, infatti, si passa alla selezione di incantesimi ed evocazioni utilizzabili in battaglia.

Sotto questo aspetto, Quantic Dream promette grande libertà, con circa cinquanta magie disponibili al lancio e un numero potenzialmente enorme di combinazioni. Pur partendo da statistiche ben definite, lo stile di gioco di ciascun personaggio sarà fortemente influenzato dal set di abilità scelto dal giocatore. Durante la nostra prova, tuttavia, questa libertà non era ancora pienamente accessibile: ogni personaggio poteva infatti contare soltanto su due configurazioni di equipaggiamento predefinite.

Come si gioca: il gameplay di Spellcasters Chronicles

 Le partite di Spellcasters Chronicles si configurano come un riuscito equilibrio tra azione e strategia, con quest’ultima componente sorprendentemente dominante.

Nella scelta di ciascun mago — sei quelli attualmente disponibili — entrano in gioco attacchi unici, magie evocative e un articolato deck personalizzabile, composto da carte suddivise tra creature evocabili, attacchi elementali ad area e abilità rare, tanto devastanti quanto decisive se impiegate al momento opportuno. In base alla composizione, volutamente limitata, del proprio mazzo, il giocatore può decidere se puntare su un approccio più offensivo, creando un mago da prima linea, oppure privilegiare le evocazioni e mantenere una posizione arretrata, affidando il grosso dello scontro alle proprie creature.

Proprio queste ultime sono suddivise per gradi di rarità e differiscono per parametri e statistiche, lasciando ampia libertà nella possibilità di schierare veri e propri piccoli eserciti durante le partite. Arcieri, spadaccini, creature alate e giganti: la varietà è notevole e impone fin dai primi minuti un uso accorto delle risorse, bilanciando con attenzione quantità e qualità delle unità evocate.

L’elemento forse più sorprendente e riuscito dei match di Spellcasters Chronicles è però il sistema di progressione in tempo reale del personaggio, legato alle azioni compiute sul campo di battaglia. Queste consentono di salire di livello e, direttamente durante la partita, di scegliere rapidamente bonus specifici tramite la pressione di un tasto, potenziando il mago o rafforzando determinate unità del proprio esercito. Si tratta di una meccanica già ben integrata in questa fase di test, capace di aggiungere ulteriore varietà e imprevedibilità agli scontri, permettendo al giocatore di adattare costantemente la propria strategia alle diverse situazioni.

Aumentare il numero di creature evocabili, incrementare il danno delle magie o migliorare la resistenza di specifiche unità sono solo alcune delle opzioni disponibili. Interessante anche la possibilità di far volare il proprio mago sopra il campo di battaglia: una scelta che, complice la visuale in terza persona, garantisce una visione d’insieme sopraelevata di quanto accade, richiamando le sensazioni tipiche dei più blasonati RTS. Tra esplosioni, magie elementali ed evocazioni di interi eserciti, avanzare tra le zone di conquista fino alla distruzione delle Lifestone nemiche risulta coinvolgente e appagante.

I match 3 contro 3 sembrano rappresentare un buon compromesso, valorizzando il peso delle azioni dei singoli maghi senza mettere in secondo piano la gestione degli eserciti. Anche la durata, superiore ai venti minuti a partita, scorre con il giusto ritmo, lasciando spazio a ribaltamenti e scontri fino all’ultimo istante.

L’unica vera criticità emersa riguarda le fasi finali delle partite, dove lo schermo tende a diventare eccessivamente caotico. L’aumento dei livelli consente l’uso sempre più frequente di magie ad area spettacolari, mentre la possibilità di evocare enormi titani riempie rapidamente lo spazio di gioco, spesso a discapito della leggibilità dell’azione. Gli ultimi minuti, in definitiva, risultano confusi e a tratti frustranti.

Spellcasters Chronicles è una rivoluzione MOBA ma con difetti

Il gioco sicuramente potrebbe diventare una nuova rivoluzione nel mondo dei MOBA e si candida sicuramente come gioco con un futuro nel mondo Esports. A oggi non ha un vero e proprio rivale, sia per la sua modalitá di gioco sia per come é strutturato, ma ovviamente presenta alcuni difetti.

Partendo dal fatto che un gioco del genere non puó assolutamente avere requisiti di sistema cosi pesanti 66 giga di memoria per installarlo ma soprattutto 32 giga di RAM, specialmente a oggi con la crisi di mercato, sono davvero troppi. Se il gioco si ridimensiona sotto questo aspetto e, ricordando, che si tratta di un free-to-play potrebbe davvero avere un grande successo.