Intervista ai doppiatori di One Piece Red: “Per i fan di Rufy e Nami siamo quasi di famiglia”

Emanuela Pacotto e Renato Novara racconta l’emozione di tornare a doppiare Nami e Rufy in un mondo del doppiaggio radicalmente cambiato, in cui i fan li considerato amici di famiglia.

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Al fianco del team giapponese di realizzazione tecnica del film di One Piece Red alla conferenza stampa svoltasi a Lucca ci sono due volti nomi del doppiaggio italiano: Emanuela Pacotto e Renato Novara. Lei doppia il personaggio di Nami dall’arrivo della serie animata in Italia, lui ha ereditato il personaggio del protagonista Rufy e lo ha transitato dalla versione iniziale a quella attuale, più adulta e fedele all’originale nipponico.

Le voci sono (quasi) sempre le stesse nel cast di One Piece, ma il mondo del doppiaggio che circonda questa e altre realtà animate di successo è radicalmente cambiato. Le nuove tecniche di animazione, le tecnologie in cabina di doppiaggio, il rapporto sempre più diretto e stretto con un fandom vasto e capace di imporre al botteghino i prodotti animati, l’ingresso nel settore delle piattaforme streaming e l’avvento di una nuova generazione di doppiatori. Questi elementi hanno portato novità positive e negative nel lavoro del doppiatore, che cominciano ad avere un volto anche in Italia, sulla scia della fama e del rispetto che questa professione ha nel Sol Levante.

Con decenni di carriera e personaggi alle spalle ma un rapporto davvero speciale con i rispettivi ruoli di Monkey D. Rufy e Nami, Emanuela Pacotto e Renato Novara ci hanno raccontato come è cambiato il loro mondo, come ci si misura con l’effetto nostalgia che la loro voce provoca in quanti sono cresciuti con i cartoni animati da loro doppiati e cosa diverte ed emoziona chi presta la propria voce agli anime giapponesi.

Intervista ai doppiatori di One Piece Red: “Per i fan di Rufy e Nami siamo quasi di famiglia”

Entrambi doppiate i vostri personaggi in One Piece, un anime che ha una storia lunga due decenni, da davvero molto tempo. Tornare a doppiarli per il cinema dopo un po’ di tempo vi ha emozionato?

Emanuela Pacotto - Io mi sono divertita davvero molto, mi basta guadare Nami per ridere. Anche se magari non c’è molto il mio personaggio in questo film, amo molto come i giapponesi riescano sempre a dare una piccola scena che diventa un momento di gloria per ciascuno. Inoltre One Piece è un’opera che ha la sua forza nella coralità, quindi dà una bella sensazione partecipare anche con poche battute a uno sforzo comune e collettivo. Mi aspetto che una scena con Nami protagonista che…sposta il focus da un noto dettaglia fisico, diciamo…diventerà cult. In generale One Piece Red, oltre ad avere delle animazioni incredibili, è il tipo di film trascinante che i fan applaudono e commentano a scena aperta nelle sale. Io mi aspetto un tifo fa stadio nella parte finale.

Renato Novara - Adesso posso dirlo: mi è stata affidata la direzione del doppiaggio del film. All’inizio non ero convinto, perché uno sforzo intenso. Esci da una sessione di doppiaggio intensa e corri subito a dare una mano ai colleghi. Ovviamente non ero solo: il mio amico e collega Max Di Benedetto (il doppiatore di Kobi NdRedazione) mi ha seguito nelle mie scene. Facevamo i turni ed è stato molto intenso. Nelle fasi finali del film Rufy tira degli urli acutissimi, spaventosi e per me sono veramente impegnativi da fare. Considerate che in originale è una doppiatrice a raggiungere quegli acuti. D’accordo, io ho un timbro leggero, o quantomeno so renderlo leggero, ma è stato davvero difficile. Finite le mie parti andavo ad assistere i colleghi. Non posso dire ancora chi doppierà Uta, ma questa doppiatrice a un certo punto si è commossa, travolta dal crescendo emozionale del personaggio. Ci siamo presi una pausetta (ride). Per completezza è bene dire che non tutti i doppiatori sentono così tanto il loro ruolo negli anime, anzi: alcuni non capiscono questo medium, lo doppiano senza trasporto. In questo senso la nuova generazione di doppiatori, che generalmente ama questi prodotti, li comprende e valuta meglio. Senza dimenticare il personaggio di Shanks: vederlo di nuovo con così tanto spazio, esplorare ancora di più l’origine del cappello di paglia…è emozionante.

Cosa ne pensate del film da spettatori?

EP - Le animazioni sono davvero incredibili, così veloci! Questo ha cambiato anche il nostro modo di lavorare, la nostra parlata è sempre più naturale e veloce, perché ora il movimento della bocca nell’animazione è più veloce, complesso, che richiede una parlata continua rispetto agli anime “più lenti” del passato. L’ho trovato un film moderno, molto rinnovato, capace di parlare alle nuove generazioni. Oda poi ha un’inventiva inesauribile, quando ti chiedi cosa ancora possa inventarsi ecco che ti sorprende di nuovo. Io amo molto anche gli outfit che cambiano molte volte in ogni film. C’è una scena di Nami che sono convinta diventerà un cult.

RN - Il personaggio di Uta è fantastico…diciamo che le servirebbe uno bravo (ride). Ride, piange, si dispera. Il crescendo emozionale delle canzoni impatta, c’è l’action, la commedia, il musical…una commistione di generi affascinante.

Le canzoni del film cantante dal personaggio di Uta rimarranno in giapponese?

RN - Sì, assolutamente.

Parliamo di community. Da sempre quella degli anime è molto attenta alle voci italiane, ma in generale possiamo dire che con l’avvento dei social e dei servizi streaming il pubblico si è ampliato e la distanza tra chi lavora dietro le quinte e chi fruisce i prodotti si è accorciata. Alcuni giovani fan di anime sono divenuti doppiatori della nuova generazione. Come vive il mondo del doppiaggio questo cambiamento?

EP - Indubbiamente con l’avvento dei social la community si è avvicinata tantissimo alle voci, ai doppiatori. La globalizzazione ha portato il fenomeno del doppiatore a una dimensione simile a quella giapponese, dove questa figura professionale è quasi divina. Da noi si comincia adesso a dare un volto alle voci, dare loro importanza. Questo è particolarmente vero per il mondo degli anime. In questi anni il rapporto con i fruitori è cambiato davvero tantissimo. La community si è davvero avvicinata: partecipa, ti sostiene. Gli appassionati ci dicono che vedranno il film il lingua originale, ma poi tornerà al cinema solo per sentirci. Per chi ci ascolta da anni c’è un senso di nostalgia, siamo considerati quasi parte della famiglia.

RN - Nel mondo degli anime il doppiatore ha una considerazione maggiore rispetto a quanto succede nel cinema. Questo forse perché siamo la controparte fisica di una persona che non esiste, a differenza di un Al Pacino.

RN - C’è sempre un rovescio della medaglia. La passione per gli anime della nuova generazione di doppiatori che citavi è un’arma a doppio taglio. Facendo solo quello si ha un range minore, non c’è tutta la gamma recitativa che contraddistingue chi doppia un po’ di tutto e secondo me è un limite. Non faccio nomi ma ci sono colleghi che anche nella vita parlano quasi come un cartone animato. Alla lunga può diventare un limite anche per il prodotto.

EP - L’anime è animato, ma i sentimenti sono più umani degli umani. Bisogna portare una grande umanità.