Che fine ha fatto Baby Jane? Ricordiamo il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford

Sembra un film di Alfred Hitchcock, ma non lo è: Che fine ha fatto Baby Jane? uscì al cinema nel giorno di Halloween de 1962, destinato a lasciare il segno e a diventare l’eredità della grande Bette Davis.

Che fine ha fatto Baby Jane Ricordiamo il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford

Tre mostri sacri del cinema. Il regista Robert Aldrich (Quella sporca dozzina, L’imperatore del Nord, Quella sporca ultima meta) e le due attrici premi Oscar, protagoniste di decine di pellicole di successo: la ex fidanzatina d’America Bette Davis (Eva contro Eva, Perdutamente tua, Assassinio sul Nilo) e la sofisticata Joan Crawford (Il romanzo di Mildred, Volto di donna, Grand Hotel).

Un film lanciato negli USA il 31 ottobre del 1962, il giorno di Halloween.

Una storia tratta dall’omonimo romanzo di Henry Farrell, adattato per il grande schermo da Lukas Heller, maestro del brivido (avrebbe infatti scritto due anni dopo anche Piano… Piano, dolce Carlotta) e un grande successo al botteghino: a fronte di un budget intorno ai 900.000 dollari, ne incassò 9 milioni ai soli botteghini del Nord America.

Che fine ha fatto Baby Jane? rimane un classico intramontabile, uno dei thriller psicologici più ricchi di fascino ancora oggi, a distanza di oltre 60 anni. Uno di quei film da vedere e rivedere, periodicamente.

La scelta del bianco e nero, fortemente voluta da Bette Davis, perfetta per sottolineare i giochi di luci e ombre voluti da Aldrich, ha contribuito al successo del film in un’epoca in cui tutti giocavano col colore nel modo più evidente possibile.

La trama di Che fine ha fatto Baby Jane?

Che fine ha fatto Baby Jane? Ricordiamo il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford

Hollywood, 1917. Jane Hudson, chiamata “Baby Jane”, è l’attrice bambina più famosa del momento. Insieme al padre, manager e pianista, gira i teatri del vaudeville del Paese, mentre la timida sorellina Blanche vive nella sua ombra.

Quando le sorelle Hudson crescono, la situazione si ribalta: ora è Blanche (Joan Crawford) ad attirare l’attenzione di tutti, avviata a una brillante carriera d’attrice a Hollywood mentre Jane (Bette Davis) si rifugia nell’alcol incapace di accettare il declino della propria fama. Blanche, come promesso alla madre, fa in modo di farle ottenere dei ruoli, ponendo la sua presenza come clausola per i contratti. Ma nel 1935 un misterioso incidente d’auto la lascia viva per miracolo, paralizzata e costretta in carrozzina.

Gli anni passano. È il 1962 e ora le sorelle Hudson vivono insieme in una villa acquistata con i proventi del lavoro di Blanche. Jane è sempre più dipendente dall’alcol e scivola nel baratro della follia, giorno dopo giorno. Blanche, la sorella di cui Jane afferma di prendersi cura, è diventata di fatto sua prigioniera… Riuscirà a chiedere aiuto e a sfuggire alla morsa dell’odio di Jane?

Il terrore corre sottile sul vassoio

Che fine ha fatto Baby Jane? Ricordiamo il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford

Riuscire a trasformare un vassoio da pranzo in un incubo per generazioni di spettatori non è da tutti. Ma Che fine ha fatto Baby Jane? ha fatto anche questo. Ha ottenuto l’attenzione del grande pubblico in cerca di emozioni forti, ma anche pieno di curiosità per l’occasione di rivedere due grandi stelle ormai sul viale dal tramonto che avrebbero consegnato alla storia interpretazioni da manuale. Da anni entrambe le ex superstar di Hollywood non ottenevano un successo di pubblico e critica come questo.

In molti, nel corso degli anni, si sono chiesti cos’avesse convinto Bette Davis, prima nota per la sua bellezza, ad accettare di mostrarsi così imbruttita, con trucco di Jane Hudson che avrebbe fatto scuola.

La risposta è sempre stata la stessa: il potere evocativo di una storia che solo loro, sotto la direzione di Aldrich, avrebbero potuto trasformare in un cult di questa portata. E l’intelligenza di una grande star del cinema, come non ce ne sono più ormai.

Dopo aver visto Che fine ha fatto Baby Jane? nessuno avrebbe mai più guardato un vassoio da pranzo nello stesso modo. E solo chi ha visto il film ricorda il terrore che un semplice oggetto, visto molte altre volte nel corso di quella storia, è stato in grado di scatenare.

Il terrore serpeggia in ogni singola scena del film. Vassoi, pianoforti, sbarre alle finestre, giardini trascurati, gabbie per uccellini: nessuno di questi oggetti comuni, quotidianamente sotto ai nostri occhi, aveva mai avuto tanto potere ai nostri occhi. Il potere di costringerci a tenere gli occhi aperti mentre l’ansia ci diceva di non guardare.

Dopo decenni di effetti speciali in grado di portarci su Marte, ripensare a un film in cui non c’è nulla, se non il talento di due grandi interpreti e un’atmosfera claustrofobica costruita con maestria, fa un certo effetto.

L’eredità di Che fine ha fatto Baby Jane?

Che fine ha fatto Baby Jane? Ricordiamo il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford

Dopo lo straordinario successo del film, incluse 5 nomination agli Oscar (con una sola vittoria, per i costumi), i tentativi di imitazione furono innumerevoli. Fra sequel più o meno ufficiali, remake non dichiarati, scopiazzature di vario genere, la formula portata sullo schermo da Aldrich era diventata un’ossessione per registi e sceneggiatori.

Ma nessuno, mai, sarebbe stato in grado di ottenere un risultato anche solo vagamente assimilabile a quello del film originale.

Che fine ha fatto Baby Jane? ha regalato al pubblico un film degno del miglior Hitchcock, ha mostrato come l’uso del bianco e nero fosse uno strumento efficace per accrescere la tensione, ha evidenziato come una sceneggiatura semplice, costruita sul rapporto fra due personaggi, e sul loro equilibrio di potere, potesse bastare a creare l’atmosfera perfetta.

Le bambole promozionali di Jane, volute dalla produzione per accrescere la curiosità verso il film, andarono a ruba.

Ma va ricordato che l’eredità di Che fine ha fatto Baby Jane? è di fatto l’eredità di Bette Davis.

Sua, come già detto, la scelta del bianco e nero. Suo il trucco di Jane, studiato appositamente per trasformarsi in una maschera grottesca. Sue le riprese in auto, che visto li budget non faraonico dovevano essere girate dal vivo, così Bette Davis caricava in auto il cameraman e guidava per ore per le vie di Los Angeles.

Fu lei a girare mezza America per lanciare il film, con estenuanti tour promozionali che aveva contribuito in primo persona a pianificare.

Sua la nomination agli Oscar per la migliore attrice, inspiegabilmente non trasformata in premio, ma il genere del film - assimilabile vagamente a quell’horror tanto bistrattato da Hollywood - certamente aveva determinato la vittoria della rivale Anne Bancroft per Anna dei miracoli.

Sua, nella vita vera, la figlia D.B. Merrill che compare nel film nel ruolo della figlia della signora Bates.

Che fine ha fatto Baby Jane? Ricordiamo il capolavoro con Bette Davis e Joan Crawford

Bette Davis avrebbe continuato a recitare fino al 1989, l’anno della sua morte. Ma tutta la seconda parte della sua carriera sarà sempre e solo identificata con questo film, il suo - perché fu in gran parte suo - capolavoro.

Che fine ha fatto Baby Jane? ha rilanciato l’uso del bianco e nero, ha dato fiducia a tanti giovani autori per la realizzazione di thriller psicologici che prima non avrebbero mai visto la luce, ha lanciato la tradizione di chiedere alle ex star di Hollywood di tornare in scena per regalare al pubblico performance strabilianti, destinate a passare la storia.

E oggi, nel 2023, resta uno dei migliori film da rivedere in occasione di Halloween, e non solo.