Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers

Scopriamo insieme la nascita del mito di Michael Myers, protagonista di uno dei film horror più famosi di sempre: Halloween di John Carpenter

Nel 45 anniversario di Halloween di John Carpenter scopriamo insieme la genesi di Michael Myers

Il debutto cinematografico di Jamie Lee Curtis, fortemente voluta da John Carpenter perché figlia di Janet Leigh, la star di Psyco, film che il regista in Halloween omaggia in diversi modi. La nascita del mito di Michael Myers. Il primo blockbuster di Carpenter: un costo di poco superiore ai 320.000 dollari ripagato da incassi per oltre 47 milioni ai soli botteghini di Stati Uniti e Canada. Una cifra da far girare la testa… Ma non a lui.

Non a John Carpenter. L’uomo che ha diretto 23 film (oltre ai cortometraggi e ai video musicali), ma ne ha scritti 60 e ha composto la colonna sonora di 42. Compositore, sceneggiatore, produttore, regista. E autore del primo, indimenticabile film che è diventato un classico di Halloween, ha dato il via a una saga cinematografica che vanta 13 titoli - inclusi i remake di cui francamente non si sentiva il bisogno.

In occasione dell’anniversario dell’uscita cinematografica 45 anni fa, il 25 ottobre del 1978 - e il 14 aprile del ’79 in Italia con il titolo Halloween - La notte delle streghe - dedichiamo uno speciale al film che ha scritto la storia del cinema horror.

La trama di Halloween - La notte delle streghe

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
Halloween: Michael in una scena del film

Festa di Halloween, 1963. Haddonfield, Illinois. Michael Myers, di soli 6 anni, pugnala a morte la sorella maggiore Judith. Quindici anni più tardi, il 30 ottobre del 1978, il dottor Sam Loomis (Donald Pleasance, La grande fuga) e l’infermiera Marion Chambers (Nancy Stephens, Il tempo della nostra vita) stanno raggiungendo il manicomio criminale in cui è rinchiuso Michael, con il compito di prelevarlo per portarlo a un’udienza in tribunale. Ma Michael scappa, ruba l’auto di Loomis e si allontana nella notte, sotto una tempesta.

Michael torna a Haddonfield e inizia a uccidere. Cominciando da un meccanico a cui ruba la tuta. Si procura una maschera e inizia ad aggirarsi per la cittadina, indisturbato. Vede la giovane Laurie Strode (l’allora esordiente Jamie Lee Curtis) e inizia a seguirla. Laurie se ne accorge, ma le sue amiche minimizzano e la ragazza si rassicura.

Arrivato a Haddonfield, il dottor Loomis scopre che la tomba di Judith Myers è stata vandalizzata e mette in guardia lo sceriffo Brackett (Charles Cyphers, Murder One) che naturalmente sottovaluta il pericolo. Loomis raggiunge la vecchia casa dei Myers e vi trova un cane mutilato, chiaro segno della presenza di Michael in città.

La sera di Halloween, Laurie fa da baby-sitter a Tommy Doyle (Brian Andrews, L’ora della rivincita) mentre la sua amica Annie (Nancy Kyes, Fog) si occupa di Lindsey Wallace (Kyle Richards, Down to Earth), nella casa di fronte a quella dei Doyle. Le due ragazze lavorano vicine e Annie chiede a Laurie di tenere anche Lindsey, in modo da poter avere la casa libera per stare con il suo ragazzo. Michael arriva e li uccide entrambi. Quando Laurie attraversa la strada trova la sua amica massacrata, torna di corsa a casa Doyle e dice ai bambini di nascondersi. Da quel momento, Michael le dà la caccia. Fino a quando Loomis arriva e spara a Michael, che nonostante i proiettili e una caduta dal balcone scompare lasciando Loomis interdetto e Laurie in preda al panico…

La genesi di Michael Myers: nascita di un’icona horror

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
Michael Myers: una foto dal set di Halloween

Il secondo lungometraggio di John Carpenter, un classico ancora oggi, era uscito nel 1976 e si chiamava Distretto 13: Le brigate della morte. A distribuirlo nel Regno Unito era stata la Miracle Films, il cui Presidente si chiamava Michael Myers. Ecco da dove viene il nome: un omaggio al successo anche europeo di John Carpenter, giovane regista che già dai primissimi film faceva emergere la sua inconfondibile impronta stilistica.

Il resto viene, come sempre, dall’esperienza personale dell’autore. Carpenter nel 1953 si trasferì con la famiglia in Kentucky: il padre, professore universitario di musica, aveva accettato un nuovo lavoro alla Western Kentucky University. L’Università gli aveva fornito anche un alloggio nel campus, in cui viveva con la famiglia. Prima di trasferirsi in California, l’unico posto in cui poteva studiare Cinema all’Università, John frequentò un paio d’anni la Western Kentucky University. Durante una gita-studio, visitò un istituto psichiatrico e incontrò insieme ai compagni di corso alcuni pazienti. Uno di loro era un ragazzino sui 12 anni, il cui sguardo colpì moltissimo Carpenter. Il cineasta seguito avrebbe dichiarato di non essersi mai dimenticato di quello sguardo “malvagio” e “inquietante”, soprattutto perché proveniva da un ragazzino.

Insieme a Debra Hill, iniziò a lavorare alla sceneggiatura di Halloween dall’idea di un ragazzino - il giovane Michael che conosciamo all’inizio del film, appena bambino - che avesse lo stesso sguardo e che incarnasse il male.

John Carpenter ha sempre descritto Michael Myers come “male puro”. Per questo era praticamente immortale: perché dotato di

Una forza malvagia, quasi soprannaturale, una forza della natura, ma oscura. Una forza immortale.

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
Michael Myers in una scena di Halloween

Ecco spiegata la resistenza di Michael ai proiettili, ai pugnali e perfino al fuoco: nasceva già, fin dal principio, come un’incarnazione del Male stesso. Con parole simili a quelle che Carpenter aveva usato per descrivere il suo incontro con quel giovanissimo paziente psichiatrico, il dottor Loomis ci avrebbe presentato Michael Myers. Dando inizio a un mito cinematografico. L’Uomo Nero, quello che si usa per spaventare i bambini, aveva adesso un volto.

Ed era un uomo che non parla. Mai (tranne in uno dei discutibili remake). Un uomo che non prova nulla. Che uccide forse per ripetere l’azione omicidiaria che ha dato sfogo alla propria natura con l’assassinio della sorella Judith. O forse solo perché non può fare altrimenti.

Dopo vari tentativi, inclusa una maschera da clown con i capelli rossi crespi, ecco comparire la maschera bianca, completamene priva di espressione, perfetta per celare il volto del mostro rendendolo come una persona normale che si maschera da mostro la notte di Halloween. E visto il budget ridotto, speso quasi tutto in cineprese e pellicole, per gli effetti speciali e i costumi si dovette improvvisare. Ecco quindi che John Carpenter trova in un negozio di costumi su Hollywood Boulevard una maschera del Capitano James T. Kirk di Star Trek. La taglia, allarga l’apertura riservata agli occhi, la dipinge di bianco e voilà: nasce la maschera di Michael Myers. Se vi ricordava qualcuno, ora sapete chi…

Halloween: la nascita del film

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
Una locandina originale di Halloween (1978)

Una volta creato il protagonista, una creatura senza sentimenti che non si ferma davanti a niente e nessuno, fin da bambino, il film si era praticamente scritto da solo. Halloween raccontava la storia di Michael Myers, la sua fuga dal manicomio criminale, il suo ritorno a Haddonfield, la cittadina dell’Illinois in cui era nato, in cerca di nuove vittime.

L’idea alla base di Halloween nasceva dal produttore Irwin Yablans, già dietro le quinte di Distretto 13, che aveva chiesto a Carpenter di scrivere e girare un film horror su un assassino che perseguitava le baby-sitter. Voleva un film che lasciasse un forte impatto nel pubblico, voleva la versione di Carpenter de L’esorcista. La ottenne.

Carpenter chiese ed ebbe pieno controllo sul film, di cui curò sceneggiatura, regia e colonna sonora. Lo intitolò semplicemente “Halloween” perché fosse associato a una festa molto popolare negli Stati Uniti, e anche questa risultò una mossa vincente.

La sceneggiatura fu pronta in una quindicina di giorni (10 secondo Carpenter, 20 secondo la Hill: ho fatto una media dei loro ricordi). Fu Carpenter a volere Debra Hill come produttrice e co-sceneggiatrice: la prolifica futura collaborazione professionale fra i due sarebbe iniziata proprio con questo film. La Hill, come quasi tutte le adolescenti americane, aveva lavorato come baby-sitter da ragazzina e firmò tutti i dialoghi dei personaggi femminili, mentre le riflessioni di Loomis sulla natura di Michael furono appannaggio esclusivo di Carpenter.

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
John Carpenter sul set di Halloween

Haddonfield non esiste in Illinois, ma era il vero nome della cittadina in cui era nata Debra Hill, però in New Jersey.

Il film è infarcito di omaggi importanti, in particolare ad Alfred Hitchcock, il grande amore cinematografico di Carpenter. Il nome di Tommy Doyle viene dal detective de La finestra sul cortile, così come il nome del dottor Loomis viene dall’omonimo Sam Loomis di Psycho. Sam era il fidanzato di Marion, il cui nome - assegnato all’infermiera assistente di Loomis - viene dallo stesso film.

Laurie Strode era una ex fidanzata di John Carpenter, mentre lo sceriffo di Haddonfield prendeva il nome da una celebre sceneggiatrice di Hollywood, autrice fra gli altri de Il grande sonno, El Dorado, Il lungo addio e L’impero colpisce ancora (successivo a Halloween).

Insomma: scrivendo la sceneggiatura, inclusa l’atroce scena in cui Michael mutila e uccide un cane (necessaria per dimostrare al pubblico la sua malvagità, si sa che cani e bambini sono da sempre vittime tabù a Hollywood), John Carpenter e Debra Hill avevano dato vita al film che avrebbero voluto vedere da ragazzini, infarcito di omicidi - 5 le vittime di Michael, che nel corso della sua carriera cinematografica supererà le 160 uccisioni - e di suspense.

Il ruolo di Michael venne affidato a Nick Castle, che naturalmente non ottenne fama e popolarità poiché il suo viso non si vedeva praticamente mai, mentre il debutto cinematografico di Jamie Lee Curtis l’avrebbe in seguito incoronata “scream queen”, la regina dell’urlo.

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
John Carpenter mostra a Nick Castle come uccidere una delle vittime sul set di Halloween

Il personaggio del dottor Loomis era stato offerto a un attore iconico per il genere horror, Christopher Lee, che lo rifiutò pentendosene amaramente (come avrebbe dichiarato in seguito al successo del film). Anche Peter Cushing, la prima scelta di Carpenter e spesso avversario di Lee nei film, aveva rifiutato il ruolo: la paga era troppo bassa.

Halloween, uno dei film indipendenti più fortunati di tutti i tempi, fu girato in appena 20 giorni. Donald Pleasance restò sul set 5 giorni. Meno di una settimana, per entrare nella storia del cinema. E prendere parte a un film che oggi, a distanza di 45 anni dalla sua uscita, resta un inimitabile classico del genere horror.

Le regole di Halloween

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
Nick Castle scherza sul set di Halloween

In Scream, il film di Wes Craven girato come una sorta di enciclopedia del cinema horror, mentre Randy (Jamie Kennedy) spiega ai suoi amici le regole per sopravvivere in un film horror, alle sue spalle scorrono le immagini di Halloween: il film che stanno guardando insieme.

Perché proprio Halloween ha stabilito alcune delle “regole sacre” del genere, in seguito riprese da tutte le produzioni successive - a cominciare da Venerdì 13, uscito due anni dopo il capolavoro di Carpenter.

La più chiara è il legame fra eros e thanatos: sesso e morte. I giovani protagonisti di Halloween vengono uccisi da Michael dopo aver fatto sesso nella casa in cui Annie faceva da baby-sitter. Laurie, invece, si salverà (per ora, salvo tornare subito a essere perseguitata nei sequel) per essersi comportata coscienziosamente. Il messaggio di Carpenter non voleva, naturalmente, essere moralista, bensì celebrare la tradizione che associava eros e thanatos nel cinema horror fin dagli albori. Fin da quel Nosferatu di Murnau che nel 1922 associava il morso del vampiro al collo di giovani donne alla metafora di un rapporto sessuale. Del resto, com’è noto, il Nosferatu era una trasposizione cinematografica del Dracula di Bram Stoker. Per non dover pagare i diritti agli eredi, Murnau cambiò nomi e ambientazione, ma la storia restava sostanzialmente la stessa. E il Dracula di Stoker raccontava il vampirismo come trasgressione e come metafora sessuale durante la repressiva età vittoriana che vide la nascita del romanzo. Allo stesso modo, e per la stessa ragione, anche alcol e droga venivano associati a trasgressioni che portavano a una punizione, nel caso di un film horror alla morte per mano dell’assassino di turno.

Nel 45° anniversario di Halloween di John Carpenter, scopriamo insieme la genesi di Michael Myers
Halloween, una scena del film

Anche le regole esposte nel sequel di Scream, sempre da Randy, si riferiscono a Halloween: si parla di saghe horror affermando che nel sequel del film ci sono sempre più morti, uccisioni più elaborate e killer creduti morti che in realtà non lo sono. Proprio come in Halloween II, l’unico sequel firmato da John Carpenter e girato come se fossero passati solo pochi minuti dalla fine del primo film - altro colpo di genio - e come in tutti i futuri sequel, più o meno riusciti, mai comunque all’altezza dei primi 2 capitoli.

Le regole di Scream continuano anche nel terzo capitolo e sono ancora una volta prese da Halloween. Il killer dev’essere una sorta di essere sovrumano. Sparargli o accoltellarlo non servirà a nulla. Tutti possono essere uccisi, incluso il personaggio protagonista, tanto che Laurie sembra più volte sull’orlo della fine durante la saga - come nel primo film. Infine, si parla del passato: non va mai dimenticato, perché di solito è da lì che viene il pericolo. Ed è a questo punto che l’inedito legame fra Laurie e Michael viene svelato.

Nel sequel girato da Carpenter, infatti, il dottor Loomis scopre che Laurie e Michael sono fratelli: dopo la morte di Judith, i Myers avevano avuto un’altra bambina. Alla loro morte, la piccola venne data in adozione e il suo nome venne cambiato, per proteggerla dal fratello assassino.

Una nuova, fondamentale tappa della saga è stata scritta. Dal terzo film in poi, John Carpenter lascerà la sua fortunata creatura per dedicarsi ad altro, dando vita a nuovi capolavori di genere, a cominciare dalla fantascienza, con 1997: Fuga da New York, Essi vivono, La cosa e molti altri.

Ma Halloween resta e resterà per sempre legato al suo nome, alla sua eredità cinematografica, alla sua visione innovativa di un genere che, dopo il 1978, porterà con sé le tracce dell’opera di Carpenter fino ai giorni nostri.