Una famiglia quasi normale: trama e recensione della miniserie di Netflix
Una famiglia normale è arrivato su Netflix e ci lascia con un finale provocatorio e inatteso

Su Netflix dal 24 novembre è disponibile Una famiglia quasi normale, miniserie svedese in 6 episodi che racconta la storia di una vittima di stupro che si trova al centro di un processo per omicidio.
La trama di Una famiglia quasi normale
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Una famiglia quasi normale ci parla di traumi, di violenza sulle donne, di crimini odiosi. Omicidio incluso. Ma lo fa mettendo in scena una famiglia che viene decostruita pezzo dopo pezzo per poi tornare a unirsi, ricominciando daccapo.
Al centro della trama c’è il sospetto, su vari tradimenti: Stella sospetta della sua amica Amica, il padre di Stella sospetta della moglie, l’opinione pubblica non solo sospetta, ha già condannato Stella…
Ma il sospetto si risolve, in tutte le varie sottotrame, grazie alla solidarietà. La madre che fa la scelta giusta per la figlia, per quanto difficile e dolorosa. Il marito che fa la scelta giusta per la moglie. La ragazza che fa la scelta giusta per l’amica…
Il messaggio è chiarissimo. Non solo ci viene mostrato quanto i crimini sessuali siano destinati ad affliggere un grande numero di persone, tutte quelle che circondano le vittime, ma ci viene anche spiegato come solo la solidarietà fra tutte queste persone sia l’unico, vero, concreto sostegno per le vittime stesse.

Mentre il mondo celebra il 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne, Una famiglia quasi normale affronta il tema da un punto di vista piuttosto raro e ci apre gli occhi sulla realtà. Su un mondo che non crede quasi mai alle vittime, che le colpevolizza, che finisce per distruggere anche le vite di tutti coloro che cercano di aiutarle.
Solo la decisione di aiutarsi l’un l’altro può fare la differenza. E la fa anche in questa miniserie, in una storia che ci parla di verità, ma non di giustizia. Perché, alla fine, non viene fatta giustizia.
Il finale è amaro, ingiusto, pesante. Forse per richiamare l’inizio, la premessa di questa storia, l’avvio di un incubo.
Gli autori si arrogano il diritto di far trionfare l’odio, la vendetta, la rabbia. E questo, sicuramente, è un elemento tanto inusuale in una storia come questa quanto destinato a far discutere.
Rating: TBA
Nazione: Svezia
Voto
Redazione

Una famiglia quasi normale
Una famiglia quasi normale, miniserie di Netflix in 6 episodi, racconta la storia di una ragazzina che subisce un trauma e vede la propria famiglia crollare in pezzi dopo quell’evento. Tratta dall’omonimo romanzo svedese, la miniserie mette in scena un tema tanto importante quanto spesso ignorato dalle storie sui crimini sessuali: oltre alla vittima, anche tutte le persone che la circondano e le vogliono bene finiscono per essere afflitte dal crimine più odioso che si possa compiere contro una donna.
Il tema della colpevolizzazione delle vittime, delle donne che denunciano e non vengono credute e di una giustizia che spesso la fa fare franca ai colpevoli, viene ribaltato in un finale che non fa giustizia, lasciando spazio alla rabbia e all’odio. Sicuramente per far riflettere lo spettatore, costretto a interrogarsi sulla propria posizione a riguardo, ma anche per provocare. Una famiglia quasi normale vuole far parlare di sé, vuole mettere a confronto i due più gravi crimini che si possano compiere ai danni di un essere umano e vuole costringerci ad allargare non solo il campo dei sospettati, ma anche quello delle vittime.
La storia è efficace, la narrazione risente un po’ della confusione iniziale, poiché mescola passato e presente senza differenziarli correttamente dal punto di vista visivo, ma poi tutto scorre via liscio e gli episodi volano. Fino a quella conclusione tanto amara quanto provocatoria, che non può non lasciare il segno. A prescindere da come si giudichi il finale.


















