Toxic Town: la drammatica storia vera dei bimbi malati (o peggio) per l’inquinamento a Corby

Una miniserie eccellente... E necessaria.

di Chiara Poli

Toxic Town è una di quelle serie che andrebbero viste. Da tutti.

La cittadina inglese di Corby è una cittadina situata nella contea del Northamptonshire, in Inghilterra. Sebbene si trovi in Inghilterra, è nota per i suoi profondi legami con la Scozia, guadagnandosi il soprannome di Little Scotland (piccola Scozia). Questa connessione si deve soprattutto all’arrivo dei moltissimi lavoratori scozzesi durante il XX secolo, quando l’industria siderurgica locale era in piena espansione.

Corby è stata al centro delle cronache e di una lunga battaglia legale per i sospetti legami fra l’inquinamento durante la bonifica delle aree industriali e la mortalità e le malformazioni fetali.

Netflix ci racconta in 4 episodi con una miniserie toccante e ottimamente realizzata la storia vera di come un gruppo di madri abbia condotto una battaglia che ha cambiato le normative inglesi sull’ambiente.

La storia di Corby

Una sentenza alla quale veniamo condotti tramite una miniserie eccezionale, disponibile su Netflix dal 27 febbraio e che si concentra principalmente su tre madri, guidate da Susan McIntyre (una Jodie Whittaker, ex primo Dottore donna in Doctor Who brava come non mai). Tracey Taylor (Aimee Lou Wood, Sex Education) e Maggie Mahon (Claudia Jessie di Bridgerton) si uniscono alla battaglia di Susan, nel doloroso racconto di fatti personali di rilevanza universale.

La serie esplora il periodo tra il 1995 e il 2009, mettendo in luce la determinazione e il coraggio di queste madri nel cercare giustizia per i loro figli, nonostante le avversità e l’opposizione delle autorità locali.

Accanto a loro, dal momento del concepimento al calvario per cercare di rendere la vita dei loro bambini il meno dolorosa possibile, ci sono una serie di personaggi che rappresentano i burocrati avidi della città capeggiati da Roy Thomas (il grande Brendan Coyle di Downton Abbey), ma c’è anche il consigliere Sam Hagan (personaggio reale, interpretato da un altro grande: Robert Carlyle di Trainspotting, Full Monty e 28 settimane dopo), l’impiegato comunale Ted (Stephen McMillan, Harvest) determinante per la lotta delle madri, e infine l’avvocato originario di Corby Des Collins (il sempre perfetto Rory Kinnear, Penny Dreadful).

Un gruppo di uomini e di donne si uniscono per combattere una battaglia giusta, per quanto dolorosa, in un racconto emozionante, commovente, drammatico. Un racconto che ti strappa il cuore ma riesce anche a ispirarti. Facendoti pensare a Erin Brokovich (il film da Oscar con Julia Roberts, altra storia vera delle conseguenze dell’inquinamento sulla salute pubblica) e a come niente possa fermare una madre determinata a garantire ai propri figli il diritto alla vita.

Toxic Town ci regala tante interpretazioni intense, una narrazione coinvolgente, una storia di ingiustizia che mette in risalto la forza e la determinazione delle piccole comunità di fronte alle avversità.

Con un uso grandioso della colonna sonora e una storia che non potrete mai, mai più dimenticare.

Toxic Town è un’opera potente e soprattutto necessaria. Oltre a essere un dramma avvincente, rappresenta una denuncia sociale che porta alla luce uno scandalo che ha segnato la storia del Regno Unito. Cast perfetto, regia solida e scrittura avvincente, rendono questa miniserie destinata a lasciare un segno profondo nel pubblico.