Talamasca - L'ordine segreto: su Netflix streghe, vampiri e misteri
La terza serie dell'Immortal Universe AMC, che adatta i romanzi e il mondo di Ann Rice, fatica a trovare un'identità, tra spy-thriller e supernatural drama.
Guy Anatole, avvocato di belle speranze, si prepara a iniziare una promettente carriera in un prestigioso studio legale di New York. Il ragazzo possiede un dono particolare: la capacità telepatica di percepire i pensieri altrui, anche se in maniera frammentaria e non sempre controllabile a suo piacimento. La mattina stessa dell'assunzione viene avvicinato da Helen, elegante donna di mezz'età che si rivela essere un membro della Talamasca, un'antica organizzazione segreta dedita alla sorveglianza del mondo sovrannaturale.
Lei convince Guy a unirsi ai ranghi del gruppo, promettendogli risposte sul suo passato, in particolare sulla madre che ha sempre creduto morta ma che potrebbe invece essere ancora viva, anch'essa legata a questo culto antichissimo. Il protagonista di Talamasca - L'ordine segreto viene inviato in missione sotto copertura a Londra per smascherare un agente corrotto che starebbe collaborando con le forze oscure per distruggere la Talamasca dall'interno. L'indagine lo porta a imbattersi in Jasper, carismatico vampiro che sembra possedere informazioni cruciali sull'organizzazione e sul misterioso 752, un artefatto dalla forma sconosciuta che potrebbe sconvolgere l'equilibrio tra il mondo mortale e quello dei non morti. Guy si ritrova così intrappolato in una situazione sempre più pericolosa, nella quale non potrà fidarsi di niente e di nessuno.
Talamasca: questione di scelte
Sbarcato in questi giorni nel catalogo di Netflix, Talamasca - L'ordine segreto rappresenta il terzo tassello dell'ambizioso Immortal Universe che AMC sta costruendo attorno alle opere di Anne Rice, dopo Intervista col vampiro e Mayfair Witches. Un'operazione particolare, giacché la serie si concentra su un'organizzazione che nei romanzi della Rice fungeva principalmente da collante narrativo tra i vari mondi sovrannaturali, senza mai ricevere una propria saga dedicata. Ma andiamo con ordine e scopriamo se questo esperimento di espandere un elemento secondario della mitologia della scrittrice americana in un thriller paranormale è riuscito o meno nell'impresa.
Il problema fondamentale risiede nella sua incertezza di fondo. Il creatore John Lee Hancock e il co-showrunner Mark Lafferty hanno tentato di fondere insieme spy-thriller, dramma paranormale e procedural investigativo, con un pizzico di avventura alla Mistero dei templari: ne è uscito un ibrido sì curioso, ma che non si comprende bene dove voglia andare a parare e soprattutto come.
La sceneggiatura procede per enigmi, mezze verità e immancabili false piste, con i personaggi che parlano costantemente per indovinelli, celando quanto poi a disposizione dei successivi colpi di scena, senza mai arrivare al dunque, come dimostra anche l'epilogo aperto di questa prima stagione che pur getta spunti interessante nel tritacarne narrativo.
Un cast altalenante
Perché Guy è così fondamentale per le sorti della Talamasca? Cosa si cela veramente nelle fila di quest'organizzazione segretissima esistente da millenni? Troppe domande rimangono senza risposta, al punto che il personaggio più riuscito e affascinante finisce per essere il villain di William Fichtner, ambiguo quanto basta per quel tono di grigi e chiaroscuri che a tratti i sei episodi sembrano sottintendere, salvo ristabilire le gerarchie tra il bene e il male nel convulso finale.
Il "prescelto" interpretato da Nicholas Denton, giovane attore australiano, è una figura priva di carisma, il classico bravo ragazzo che si ritrova catapultato in qualcosa più grande di lui. E al contempo coloro che gli stanno più vicino sono poco approfonditi, con qualche flashback qua e là a introdurci nei relativi background: sprecatissima Elizabeth McGovern, attrice di talento già vista in Downton Abbey, e poco caratterizzata la Doris di Celine Buckens.
Eppure di carne al fuoco ve ne è parecchia, con molti spunti che portano lo spettatore a volerne sapere di più, un desiderio purtroppo pressoché inespresso almeno in questo inizio del franchise, sin troppo timido sia a livello di ritmo - alcune puntate si perdono in spiegoni che girano intorno senza arrivare a nulla - che a numero di effettive rivelazioni e colpi di scena. Basteranno le premesse date dall'ultima puntata a invogliare il pubblico per la seconda stagione, per altro ad oggi non ancora annunciata da AMC?