Recensione Eyes of Wakanda: Un tuffo nella storia

Eyes of Wakanda è la nuova serie Marvel Studios Animation che ci racconta retrosceno inediti sul passato del Wakanda, dei suoi guerrieri... e del prezioso Vibranio!

Recensione Eyes of Wakanda: Un tuffo nella storia

Una nazione nel cuore del continente africano, rigogliosa, prospera e benedetta da un dono della natura, il Vibranio, che le ha regalato non solo ricchezza, ma anche progresso tecnologico sconosciuto al resto dell'umanità per secoli. Per il Wakanda la ricchezza del proprio sottosuolo è una benedizione, che le ha consentito di cavalcare la Storia umana, compiendo balzi in avanti inimmaginabili al di fuori dei suoi confini; ma al contempo è anche una condanna, una chiusura al mondo esterno inevitabile per scongiurare che il prezioso Vibranio finisca nelle mani sbagliate e che qualche potenza straniera possa scoprire le coordinate della Città Dorata e presentarsi alle porte con le peggiori intenzioni. Eyes of Wakanda, la nuova serie Marvel Studios Animation appena approdata su Disney+, racconta la lotta del Wakanda nei secoli per mantenere e nascondere la propria unicità attraverso gli occhi di quattro War Dog, agenti addestrati e selezionati per recuperare e riportare a casa artefatti realizzati in Vibranio all'esterno dei confini della propria nazione. 

Ma come hanno fatto questi manufatti a varcare le porte del segreto Wakanda e finire nelle mani di un pirata sulle sponde di Creta 1.200 anni prima di Cristo, a Troia durante l'assalto degli Achei, nella Cina Imperiale e dell’Etiopia durante l'invasione italiana del secolo scorso? Questo non lo sappiamo e probabilmente sarà materiale per altre storie future. Quel che interessa raccontare a Eyes of Wakanda invece sono le rocambolesche vicende che hanno portato quattro valorosi guerrieri wakandiani ad abbandonare i confini patrii e partire verso il mondo esterno con una sola missione da compiere: riportare il Vibranio in Wakanda, ad ogni costo. 

Recensione Eyes of Wakanda: Un tuffo nella storia

I quattro episodi spaziano nel tempo e nello spazio, con i primi due più vicini tematicamente, geograficamente e temporalmente. Nonostante la poca distanza tra Creta e Troia, le due storie ambientate nelle rispettive città sono accumulate solo dalle medesime atmosfere mediterranee.  Nel primo caso, infatti, Eyes of Wakanda racconta di un War Dog che si è ribellato al proprio regno e ha deciso di usare il potere del Vibranio per costruirsi una carriera da pirata, bagnata di ricchezze e onori, ma anche dal sangue degli schiavi che lo circondano. Toccherà a Noni ricostruire il suo nome tra le Dora Milaje e impedire a Leone di fondare un proprio regno basato sulla violenza. 

Sulle sponde di Troia, invece, gli Achei guidati da Achille cercano da settimane di vincere la resistenza dei troiani, invano. Tra le loro fila figura Memnon, molto vicino ad Achille, il quale tuttavia ignora le sue origini e la missione che ha portato l'indomito guerriero al suo fianco. La scoperta della dura realtà, o almeno di quella compresa dall'eroe greco, metterà a dura prova il loro rapporto (una “semplice” bromance o qualcosa di più?)

Il terzo episodio inizia invece in Cina, ma porta ben presto lo spettatore insieme a i protagonisti nei tecnologico cunicoli della base operativa dei War Dog nel cuore del Wakanda, dove un inatteso visitatore esterno si è infiltrato per recuperare quello che ritiene legittimamente appartenere al proprio paese; e per farlo è disposto a usare tutto il proprio potere. L'ultimo episodio infine compie un balzo temporale verso il presente, durante la triste pagina coloniale del nostro paese in Etiopia. Il manufatto da recuperare questa volta però è più importante del Vibranio che contiene: il luogo in cui si troverà alla fine della giornata potrebbe condurre a un futuro oscuro per l'intera umanità. 

Recensione Eyes of Wakanda: Un tuffo nella storia

Insomma, Eyes of Wakanda fa una cosa strana per l'MCU, che serve a consolidare un universo narrativo, ma che di rado viene presa in considerazione quando c'è da ideare una serie ambientata nel MCU: fornisce contesto. Invece di gettare altri ingredienti in una zuppa già abbastanza ricca, saporita e variegata, Eyes of Wakanda prende un pezzo dell’Universo Cinematografico (e televisivo) della Marvel e lo approfondisce, racconta elementi rimasti fuori dalle pellicole e amalgama tutti i sapori, senza la necessità di buttare additivi o coloranti nel brodo (perdonate la metafora culinaria, sarà la fame!).

Non è fondamentale vedere Eyes of Wakanda per capire i film di Black Panther e allo stesso tempo non è necessario aver visto le avventure sul grande schermo del regnante del Wakanda per apprezzare la serie. Semplicemente, se avete visto tutto alla fine della visione vi ritrovate con una panoramica più chiara, ricca e interessante di questo angolo di universo. E probabilmente avrete voglia di vederne altro, non perché ciò che avete appena visto rimandi a un altro futuro progetto (di solito sortendo esattamente l'effetto contrario), ma perché avrete ancora voglia di passare del tempo in quei luoghi o con quei personaggi. 

Recensione Eyes of Wakanda: Un tuffo nella storia

A contribuire alla buona riuscita di Eyes of Wakanda, tuttavia, non è solo il concept azzeccato, ma anche la realizzazione tecnica che sfoggia una un’animazione digitale di buon livello, che vuole ricordare in qualche modo quella disegnata a mano, e basata su un character design efficace e perfettamente adatto a ciò che i singoli episodi vogliono raccontare: basta uno sguardo per capire immediatamente che tipologia di personaggio ci si trova davanti, laddove movenze, sguardi e postura raccontano tutto ciò che c’è da sapere, senza sprecare parole, lasciando che ciascuno episodio offra una breve avventura di poco meno di trenta minuti, bella densa e soddisfacente. 

E poi c’è il modo in cui è stata trattata la cultura africana all’interno della serie, coinvolgendo autori afrodiscendenti nella scrittura e nel doppiaggio (originale), ma anche mostrando un assoluto rispetto per gli elementi culturali inseriti nella serie e per la loro raffigurazione. Ma mi rendo conto di non essere la persona più adatta per esprimere una valutazione su questo argomento, perciò rimando valutazioni in merito a qualcuno più titolato di me per affrontarlo. Dal canto mio, mi limito a consigliare la visione di Eyes of Wakanda per apprezzare, per una volta, un approccio diverso da parte di Marvel Studios Animation, che non teme di tuffarsi nella continuity principale (a differenza di What If…? e Marvel Zombies) da un punto di vista inedito. Per una volta, in Eyes of Wakanda non emerge un nuovo personaggio o una svolta imprevista, che condizionerà gli eventi futuri per anni e anni (fino al prossimo cambio di idea, ovviamente), ma si scava e si offre qualcosa di nuovo, inedito, fresco e capace di arricchire l’intero universo narrativo e al contempo di risultare (almeno dal mio punto di vista) decisamente interessante. 

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