House of Ninjas: la recensione della insolita serie giapponese di Netflix, con tante, forse troppe atmosfere diverse

Alla scoperta di House of Ninjas, rigorosamente senza spoiler, con pregi e difetti della serie Netflix

House of Ninjas la recensione della insolita serie giapponese di Netflix con tante forse troppe atmosfere diverse

Immaginate una spy-story, ma con i ninja. Pardon: shinobi, perché c’è differenza - almeno nella serie. Aggiungete antiche leggende, una setta religiosa dal leader soprannaturale, una giornalista curiosa e una donna che finge di farsi andar bene la propria vita “normale”, come vuole il marito. Mescolate con un fiore altamente velenoso, omicidi di massa, poliziotti corrotti, complotti, rapimenti di membri del governo e una serie di morti misteriose. Completate con i piccioni viaggiatori e i discendenti diretti di Hattori Hanzo e otterrete una serie giapponese con la colonna sonora infarcita di hit internazionali.

House of Ninjas, la serie su Netflix che in otto episodi - forse un po’ troppi per il succo della storia narrata - ci immerge nelle antiche leggende mischiate con la cultura storica giapponese. Spaziando da un genere all’altro, action movie anni ’80 con battutacce compresi.

Perché House of Ninjas mette insieme stili e atmosfere molto diversi, con un risultato tutto sommato riuscito ma un po’ troppo confusionario e altalenante nel ritmo in certe parti.

La trama di House of Ninjas

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Nel Giappone contemporaneo, gli shinobi - una sorta di ninja, arricchiti dall’arte del nascondersi - sembrano essere scomparsi. Soltanto una famiglia, i Tawara, prosegue il leggendario lignaggio dei discendenti diretti di Hattori Hanzo. Dopo lo scontro finale con i nemici di sempre, il Clan Fuma, la famiglia ha pagato un prezzo altissimo: la vita del primogenito Gaku (Kengo Kôra). Il padre Souichi (Yôsuke Eguchi) decide quindi che la famiglia vivrà come una famiglia normale. Sua moglie Yoko (Tae Kimura) però è infelice, e la figlia Nagi (Aju Makita) non vuole rinunciare al suo lungo addestramento e alla sua vita come shinobi. Il fratello Haru (Kento Kaku), infine, ha un segreto che tornerà a perseguitarlo dal passato. Incontra una giornalista che gli piace molto, Karen Ito (Riho Yoshioka), ma quando si scopre che il Clan Fuma non è stato sconfitto, il destino chiama e la famiglia Tawara dovrà prendere una decisione.

Un po’ di storia per fare chiarezza nella trama

House of Ninjas: la recensione della insolita serie giapponese di Netflix, con tante, forse troppe atmosfere diverse

Secondo la vecchia ma affidabile enciclopedia, Shinobi è un termine giapponese spesso associato ai ninja. Ma in senso letterale fa riferimento a “nascondere” e “camuffare”, elemento che riflette l’abilità dei ninja di muoversi furtivamente e nascondersi. Shinobi e ninja sono quindi concetti che possono essere collegati, ma hanno significati leggermente diversi. Soprattutto nell’ambito di House of Ninjas.

I ninja sono tradizionalmente guerrieri o agenti segreti della storia giapponese, noti per le loro abilità come assassini e nello spionaggio e sabotaggio. Sono stati attivi soprattuto durante il periodo Sengoku del Giappone medievale, ma la loro popolarità li ha resi oggetto di molte rappresentazioni nella cultura moderna.

Gli shinobi, come i ninja che spesso vengono usati come sinonimo di shinobi, erano praticanti di arti marziali specializzati in spionaggio, infiltrazione e altre forme di guerra non convenzionale. Noti per la loro capacità di muoversi inosservati, silenziosi tanto da risultare sempre capaci di cogliere di sorpresa l’avversario. Gli shinobi operavano principalmente in Giappone durante il periodo feudale, il già citato periodo Sengoku (1467-1603) e successivamente durante il periodo Edo (1603-1868).

Il Clan Fuma è spesso descritto come un clan ninja molto abile e astuto, con competenze specializzate nell’uso di armi tradizionali giapponesi come katana e shuriken (la famosa stella ninja) e il kusarigama (lama di falce con una catena). Le storie sul Clan Fuma sono state tramandate attraverso generazioni di racconti popolari, romanzi, film e altri media. Tuttavia, a causa della natura delle narrazioni e della mancanza di fonti storiche concrete, è difficile determinare fino a che punto il Clan Fuma sia realmente esistito e quanto delle sue gesta sia basato sulla realtà storica.

House of Ninjas: la recensione della insolita serie giapponese di Netflix, con tante, forse troppe atmosfere diverse

Grazie al successo di Kill Bill e a Quentin Tarantino, tutti conosciamo il nome di Hattori Hanzo. Nel film Hattori Hanzo, è un leggendario fabbricante di spade giapponese, che riprende la sua arte per creare una spada per la protagonista del film Uma Thurman.

Nella realtà, quello di Hattori Hanzo è un nome associato alla figura di un ninja storico giapponese, noto per le sue abilità e le sue gesta durante il periodo Sengoku del Giappone (XVI secolo).

Hattori Hanzo è diventato una figura leggendaria nella cultura giapponese, con numerose storie e racconti che narrano le sue imprese come maestro ninja e stratega militare.

La figura storica è ammantata di fascino, e il suo nome si accompagna sovente a elementi di mito e leggenda. Le sue abilità sono state celebrate in molte opere della cultura popolare giapponese, tra cui film, serie televisive, manga e videogiochi.

La recensione di House of Ninjas: un esperimento riuscito, ma con tanti difetti

House of Ninjas: la recensione della insolita serie giapponese di Netflix, con tante, forse troppe atmosfere diverse

Il creatore della serie, Dave Boyle (Man from Reno) è americano, ma lavora sempre con interpreti asiatici. Stavolta, probabilmente, ha un po’ esagerato nell’uscire dalla sua comfort zone. Un conto sono i film, un altro conto le serie TV.

Ecco quindi che l’alternanza di azione e lentezza, con un omaggio ad alcune opere della tradizione orientale che riconosciamo ma non troviamo adeguate, rende alcune parti noiose, soprattutto nella seconda metà della stagione. La vivacità della prima metà è invece costruita in modo confusionario, con un mix troppo esasperato di generi, a cominciare dalla commedia.

Potremmo definire House of Ninjas un action-dramedy, un genere inusuale e poco sperimentato, e per questo piuttosto difficile da gestire.

La storia della tradizione dei ninja e degli shinobi, unita al mito di Hattori Hanzo, ci regala risvolti interessanti, sminuiti dalla volontà di inserire il tutto sullo sfondo di un classico scontro fra i buoni e i cattivi della situazione. Le scene di combattimento a favore di complotti e tradimenti vari rende gli episodi davvero troppo squilibrati.

Tutta la prima parte della narrazione, incentrata sul tentativo - impossibile, ça va sans dire - di vivere come una famiglia normale, è ricca di sorprese e di momenti divertenti. Anche nell’azione, vissuta al meglio. Gli episodi 5, 6 e 7 sono invece la fiera dei tempi morti. Ridurre da 8 a 6 episodi sarebbe stata una scelta molto più sensata e avrebbe eliminato tutte quelle scene inutili che indugiano su dettagli non necessari, perdendo di vista il quadro generale.

Tutto sommato, fra un buon inizio - gli episodi migliori sono senza dubbio il 3 e il 4 - e un finale che si lascia una porta aperta, House of Ninjas raggiunge ampiamente la sufficienza.

Ma con qualche accortezza, come quelle indicate sopra, sarebbe potuta essere una serie davvero molto, molto interessante.

Il pubblico di Netflix sta però dando riscontri positivi in tutto il mondo, e in particolare in Giappone, cosa che non esclude la realizzazione di un seguito della storia della famiglia Tawara.

House of Ninjas

Rating: TBA

Nazione: Giappone

6.5

Voto

Redazione

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House of Ninjas

House of Ninjas è una serie giapponese creata da uno sceneggiatore e regista americano, Dave Boyle, che lavora con attori asiatici. I suoi film sono di solito piuttosto apprezzati, ma cimentandosi con questa serie TV di Netflix ha voluto un po’ esagerare. Antiche leggende, tradizioni storiche - dai ninja al personaggio di Hattori Hanzo, che tutti conosciamo grazie a Kill Bill - elementi soprannaturali e l’eterno scontro fra buoni e cattivi: tutti questi elementi vengono inseriti in un racconto che potremmo definire un action-dramedy. Il risultato è inusuale, sebbene la linea narrativa generale sia molto classica. Tante atmosfere diverse si alternano, ma la vivacità - un po’ confusionaria - della prima metà di stagione lascia poi spazio a un’alternanza di ritmo eccessivamente squilibrata nella seconda parte. Ciononostante, House of Ninjas diverte e si fa guardare. Riducendo da 8 a 6 gli episodi si sarebbero eliminati tutti i tempi morti e il risultato sarebbe stato più frizzante.