Dark Matter: la serie sci-fi di AppleTV+ che risponde alla domanda che tutti ci facciamo: E se…?

Alla scoperta delle infinite vite di Dark Matter

di Chiara Poli

Attenzione, perché le serie intitolate Dark Matter sono 2. E sono entrambe di fantascienza.

La prima, del 2015, segue le avventure di un gruppo di persone che si risvegliano su una nave spaziale e scoprono di avere un’amnesia. I protagonisti scoprono di essere stati reclutati per un compito segreto. La trama , ben sviluppata, ruota attorno alla loro lotta per ricordare chi sono e perché sono stati scelti per questa missione, mentre navigano attraverso un universo pieno di pericoli e misteri.

La seconda è arrivata su AppleTV+ l’8 maggio con i primi due episodi, è nuova di zecca e ruota attorno a un uomo che, dopo aver vissuto una disavventura in un vicolo, torna a casa e scopre che la sua vita è completamente diversa.

La trama di Dark Matter


Jason Dessen (Joel Edgerton, Il grande Gatsby, Red Sparrow) è un docente universitario, un marito e un padre di famiglia. Vive con la moglie Daniela (Jennifer Connelly, A Beautiful Mind) e il figlio Charlie (Oakes Fegley, The Fabelmans) e una sera, spinto dalla moglie, raggiunge l’amico Ryan Holder (Jimmi Simpson, Westworld), insignito di un prestigioso premio scientifico. Dopo aver brindato con Ryan, che gli offre un lavoro, Jason vive una drammatica esperienza. Da quel momento, tutto cambia: si trova immerso in una nuova vita, nella quale non vi è traccia della sua famiglia e di ciò che conosce. Ritrova un altro vecchio amico, Leighton Vance (Dayo Okeniyi, Shades of Blue) e incontra una donna, Amanda (Alice Braga, Elysium), che afferma di conoscerlo. Ma lui, Jason, non ha idea di chi sia Amanda, né di dove si trovi. Vuole solo tornare a casa, ma la sua casa non è più la stessa…

Dark Matter: scelte, possibilità, vite parallele. La serie che esplora i tanti “e se…?”


La nostra esistenza ruota intorno alle scelte. Le nostre scelte creano diversi mondi. In linea teorica, viviamo tutti simultaneamente in un numero infinito di questi mondi.

Le parole di Jason, riferite da Daniela, sono la spiegazione ma anche l’essenza di Dark Matter.

Blake Crouch firma come creatore e sceneggiatore la serie che ha tratto dal suo omonimo romanzo del 2016. Ci troviamo in un contesto di fantascienza decisamente moderno e sofisticato, sia nell’aspetto che nelle tematiche.

L’approccio al concetto - sfruttatissimo - del multiverso e delle realtà parallele parte da una base puramente “umanistica”. Tutti ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se avessimo fatto scelte diverse, preso strade diverse, frequentato o abbandonato persone diverse. Arriva un momento nella vita in cui, presto o tardi, ci mettiamo in discussione e immaginiamo una vita diversa. Jason la vive. Anzi: ci si ritrova gettato dentro.

Per chiunque abbia un minimo d’infarinatura di fantascienza, la comprensione di cosa stia accadendo e chi sia la persona mascherata che incontra Jason è pressoché immediata.

Ma anche così, Dark Matter resta un viaggio affascinante alla scoperta non solo delle potenzialità di ciascuno, ma anche e soprattutto della loro morale.

Versioni migliori e peggiori


Il vero punto di forza di Dark Matter è che non si concentra, come tante altre storie, su ciò che faremmo in una realtà alternativa, bensì su come saremmo. Che tipo di persone diventeremmo se vivessimo certe esperienze invece di altre e cosa saremmo disposti a fare per rimediare a certe scelte che non sono andate come avremmo voluto.

“Darei qualsiasi cosa per tornare indietro” è una cosa che tutti pensiamo o diciamo, più di una volta, nelle nostre vite. Qualcuno, in Dark Matter, ha la possibilità di farlo. Di tornare indietro, o meglio di fingere di averlo fatto. Ma a quale prezzo?

Le implicazioni etiche e morali di questa serie sono al centro della narrazione, in ogni momento. Dall’istante in cui comprendiamo cosa stia succedendo, siamo chiamati a giudicare le azioni e le reazioni dei personaggi.

Ma ci sono anche altre implicazioni. Le implicazioni etiche e sociali dell’avanzamento tecnologico. L’ambientazione è contemporanea ma prevede l’esistenza di tecnologie molto più avanzate di quelle disponibili nella realtà. Per questo, siamo chiamati anche a riflettere sulle conseguenze sociali, oltre che etiche e morali, dell’innovazione tecnologica, dell’intelligenza artificiale, della manipolazione genetica.

Come in quasi tutte le storie sul multiverso, a restare centrali sono i sentimenti. I legami che uniscono certe persone sono in grado, in ogni visione alternativa della realtà, di farle ritrovare.

Piena di riferimenti letterari e artistici, dalle citazioni di T.S. Eliot scritte sul pavimento del museo alla mostra, alle immagini sulle tessere per entrare, fino naturalmente alle lezioni di Jason e al suo lavoro, la serie sembra pensata - come la storia - apposta per presentarci due o più versioni di ogni personaggio. Per invitarci a riflettere su quanto sia l’ambiente a influire sulla personalità, indipendentemente dal carattere e dalle esperienze formative. Mentre ci intriga con una storia piena di colpi di scena.