Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

La storia di un passato scoperto da due ragazzi quarant'anni dopo. L'Indonesia degli anni '60, con le aziende manufatturiere di kretek, le sigarette locali. E una grande storia d'amore: ecco Cigarette Girl

Cigarette Girl recensione della serie indonesiana di Netflix

I colonialisti olandesi. Il mercato delle sigarette, con tante piccole aziende manifatturiere - perlopiù a conduzione famigliare - pronte a farsi la guerra con ogni mezzo. La condizione femminile. I matrimoni combinati. Gli amori proibiti. L’eterna scelta forzata fra amore e carriera - leggasi: denaro e potere.

E poi i discendenti dei protagonisti di una storia che, quarant’anni dopo, scoprono il passato.

Cigarette Girl, serie indonesiana disponibile su Netflix - in lingua originale con i sottotitoli - ci racconta in 5 episodi di oltre un’ora ciascuno una storia che si divide fra presente e passato della narrazione - il 2001 e il 1964. Adatta il romanzo di Ratih Kumala del 2015 e finisce per colpire dritto al cuore, ricordando che i segreti non sono mai una buona cosa.

La trama di Cigarette Girl

Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

Giacarta, 2001. L’anziano e malato Soeraja, proprietario della florida azienda di sigarette DR è in punto di morte. Come ultimo desiderio, chiede al figlio minore Lebas (Arya Saloka) di trovare tale Jeng Yah. Una donna di cui Lebas non sa altro. Recandosi al museo delle kartek, le sigarette locali, rintraccia una donna - Arum (Putri Marino) che riconosce la donna in una vecchia foto. Insieme i due trovano lettere e documenti, ricostruendo la storia passata del padre di Lebas, Soeraja (Ario Bayu), del suo lavoro presso l’azienda di Idroes Moeria ( Rukman Rosadi), dove conosce le due figlie dell’uomo: Dasihay (Dian Sastrowardoyo) e Rukaya (Tissa Biani Azzahra).

Lettera dopo lettera, foto dopo foto, Lebas e Arum ricostruiranno il passato delle loro e di altre famiglie, scoprendo segreti tenuti nascosti per quasi mezzo secolo.

La recensione di Cigarette Girl

Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

Visione superficiale: Cigarette Girl è di una lentezza a tratti esasperante. Le canzoni della colonna sono terribili. Davvero terribili. Fuori posto, in qualche modo. E il massacro in Indonesia del 1965-66 viene trattato come un evento secondario, sullo sfondo, senza quasi alcuna rilevanza se non per la storia principale, quella ambientata nel passato a partire dal 1964, nella città di M.

Nessuno ci spiega come e perché alcune famiglie e persone finirono sulla lista di quelli da portare via, o da uccidere. Nessuno inserisce un contesto storico, ci dice chi abbia dato gli ordini, come sia la struttura di comando del Paese dopo quegli eventi. Questo pesa, perché la storia - il passato - merita sempre più rispetto. Eppure, in qualche modo, quel passato quasi negato, nel contesto narrativo finisce per non stonare.

Non era facile coinvolgere emotivamente il pubblico in questa storia d’amore - perché le grandi storie sono sempre storie d’amore, preferibilmente di amori impossibili come questo  - tanto da fargli accettare le licenze poetiche, diciamo così, prese sulla storia di un popolo per raccontarle da un solo punto di vista.

Ci sono delle mancanze, è vero, a uno sguardo superficiale. Eppure Cigarette Girl ha un fascino che perfino chi la considerasse mortalmente noioso riuscirebbe a percepire.

Capisci quale sia quando prende il tuo cuore e lo fa in mille pezzi, raccontando una storia che coinvolte due famiglie e tanta sofferenza, causata da un segreto. E di un segreto. E di un segreto…

La morale di Cigarette Girl: i segreti causano solo sofferenza

Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

I segreti coinvolgono spesso altre persone, con il passare del tempo. Generando altri segreti.

Milioni di vite, nel corso dei secoli, sono state rovinate dai segreti. Segreti nascosti da chi credeva che sarebbe stato meglio che altri, interessati da quelle informazioni, sarebbero stati meglio senza sapere. Segreti nascosti da chi traeva vantaggio dal fatto che chi era interessato da quelle informazioni ne restasse all’oscuro. Segreti mantenuti per generazioni, nella convinzione di proteggere i propri cari.

Eppure, i segreti non son mai una cosa buona. Mai. Conoscere la verità, tutta la verità, sulla propria famiglia, le proprie origini, i propri antenati è l’unico modo per essere davvero noi stessi. Per metterci alla prova, diventando le persone che dovremmo essere, nell’affrontare quei segreti. Siamo il frutto delle nostre esperienze, delle nostre conoscenze, del nostro carattere. E il carattere si forma anche così: affrontando situazioni scomode, o dolorose. Chiunque chi sia passato lo sa bene.

L’unico caso in cui un segreto va mantenuto è se a chiedere di farlo sia il diretto interessato. A patto che quel segreto riguardo solo ed esclusivamente lui. Diversamente, i segreti sono sbagliati. perciolosi. Ingiusti. Le persone che mantengono i segreti sono persone malvagie. Perfino quando pensano di fare la cosa migliore. Perfino quando credono di fare la cosa giusta. Perfino quando sono in buona fede.

Andare oltre la superficie: immergersi nel mondo di Cigarette Girl

Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

Credo che questa sia la prima serie indonesiana che vedo. Ed è stata una scoperta. Soprattutto per me: una che, alla Scuola di Cinema, si lamentava così tanto del cinema orientale che il suo professore di Sceneggiatura le assegnava sempre e solo film orientali per i compiti a casa. Così, a forza di analizzarlo, ho imparato a capire anche quel cinema che proprio non mi piaceva.

All’inizio di Cigarette Girl non ero sola: c’era mio marito a vedere l’episodio pilota e, scoraggiato sia dai ritmi lenti che dalla lingua originale sottotitolata, è scappato a gambe levate. Posso capirlo. Ma io ho visto subito quel fascino di cui vi parlavo prima.

Perché il 1964 dell’Indonesia sembra il nostro fine Ottocento. Perché l’industria manifatturiera delle sigarette - le kretek - oggi è giustamente visa come il demonio, mentre allora dava lavoro praticamente a tutti, ma soprattutto alle donne. Naturalmente, i capi erano sempre uomini. Padri di famiglia che decidevano chi devono sposare le loro figlie, quando e perché. Mute e rassegnate, come si dice. La donna ha una condizione inferiore, le sono vietati alcuni luoghi, nasce per cucinare, pulire e fare figli. Ma gode anche di un certo rispetto, nella società. Difficilmente gli uomini si permettono di molestare le donne, sempre a patto che esse appartengano a una certa classe sociale. Tradotto: che abbiano sufficienti soldi e dote.

Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

Insomma, tutto il mondo è paese: la solita vecchia storia del denaro e del potere fa da filo conduttore anche in Cigarette Girl, che mostra come certi privilegi permettessero di fuggire dalle gabbie dorate riservate alle ragazze.

Gabbie dorate fatte di lavoro, di cieca obbedienza ai genitori prima e al marito poi, salvo dimostrare di avere un talento innato e non comune per trasformare le sigarette, qualcosa che sappiamo essere dannoso per la salute, in uno strumento di seduzione, di condivisione e di comunicazione.

8

Voto

Redazione

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Cigarette Girl: recensione della serie indonesiana di Netflix

Cigarette Girl è una serie indonesiana in 5 episodi disponibile su Netflix in lingua originale con i sottotitoli. Racconta la storia di due ragazzi che si trovano a indagare sul passato delle proprie famiglie, tornando indietro agli anni ’60 e alle aziende manifatturiere di kretek, le sigarette locali, che davano lavoro a moltissime persone - e a molte donne.

Riflettendo sulla condizione femminile, passando per il tragico evento storico del massacro del 1965-66, Cigarette Girl ci parla di un passato in cui i segreti hanno portato dolore e disperazione, arrivando fino alle generazioni successive per causare altro dolore.

Con un’atmosfera piena di fascino, genti lenti e ritmati, dialoghi essenziali e sguardi sui quali la regia indugia a lungo, Cigarette Girl ci accompagna lungo un cammino fatto di rimpianti, rivelazioni, scelte sbagliate dalle quali il destino non ci permette più di tornare indietro.

Scegliete bene, ci dice la serie. Perché anche quando pensate di avere tempo, il momento di una scelta potrebbe essere quello che determina il corso della vostra e di tante altre vite.