Cassandra: la recensione della miniserie thriller di Netflix
Fra family drama, sci-fi e thriller, i limiti della tecnologia
Quel look anni ‘70 alla Dark non è sufficiente per riproporne la tensione. Ciononostante Cassandra, la miniserie thriller di Netflix, affronta un tema classico della fantascienza… Ma con una declinazione molto specifica
La trama di Cassandra
Dalla fantascienza con il punto di partenza che ha ispirato tanti romanzi, racconti, film e serie TV, Cassandra si allarga al family drama, al thriller, a una parte di teen drama che riguarda i protagonisti più giovani, in un’alternanza fra presente e passato. Si parla di molte questioni, dall’etica dello sviluppo della tecnologica al bullismo, dal sacrificio per i figli ai limiti morali nella ricerca dell’immortalità, da sempre il sogno proibito dell’uomo.
Il fatto che Cassandra risalga a mezzo secolo fa - con un’ambientazione contemporanea che ci fa fare incursioni in un passato che sembra molto lontano ma da certi punti di vista non lo è - funziona nella creazione di un’aspettativa da parte del pubblico. Ci chiediamo quali limiti tecnologici abbia Cassandra, ottenendo risposte man mano che la narrazione prosegue in un orizzonte di coerenza che riabilita la sceneggiatura facendoci quasi dimenticare gli scivoloni.
La scelta di creare un clima di paranoia, per cui chi prima non credeva alle parole altrui si trova a sua volta non creduto, è efficace e alza la posta in gioco.