Wolfenstein: The New Order

Wolfenstein The New Order
A volte chi vi scrive non riesce proprio a condividere l'entusiasmo che il popolo videoludico dimostra a seguito di certi annunci. A prescindere da quelle che sono le proprio convinzioni in termini di divertimento elettronico, ci sono titoli che più di altri fanno scattare decine di campanelli d'allarme nella testa di chi ha conosciuto gli albori di alcune blasonate saghe videoludiche. Ed é proprio questo il caso di Wolfenstein: The New Order, che tenta di riportare in auge una saga che, a parte la sfavillante parentesi di Id Software e, parzialmente con Return to Castle Wolfenstein, non é mai riuscita realmente ad imporsi al pari di altri titoli.
Questa volta a raccogliere il pesante fardello, sono i Machine Games, team di base svedese che ha raccolto alcuni membri di Starbreeze Studios, per dare alle stampe questo ambizioso titolo che, ve lo anticipiamo, é interamente incentrato sull'aspetto single player e che vede scendere nuovamente in campo il protagonista storico della saga: William J Blazkowicz .

La Combriccola del Blazko


A dire il vero, questa volta il nostro William J non sarà da solo a contrastare l'avanzata nazista ma sarà attorniato da tutta una serie di personaggi che diventeranno sempre più familiari con l'incedere dell'avventura. A fare da sfondo a questo nuovo capitolo della saga, abbiamo una trama che vede i nazisti vincere la seconda guerra mondiale e invadere senza troppe difficoltà le maggiori nazioni europee, l'Africa e anche gli Stati Uniti. Niente di veramente nuovo, a volere essere onesti ma comunque una buona base per costruire una storia interessante, magari con un gameplay degno di nota. Blazkowicz dovrà dunque guidare la resistenza per far cadere il giogo nazista che, nel frattempo, ha addirittura posto alcune basi sulla luna. Insomma, Fatherlands che incontra Iron Sky.
vimager6, 13, 10
Il titolo nasce quindi sotto buoni auspici, con il favore di un pubblico che sembra avere una certa fame di giochi di questo tipo e con l'ala protettrice di Zenimax che spinge "The New Order" con una valanga di trailer che esaltano tutte le migliori caratteristiche del gioco. I problemi arrivano, però, una volta preso in mano il pad, perché ci si accorge che al di là dell'indiscusso pedegree e delle buone promesse di base, ben poco é stato fatto per rendere memorabile il ritorno di Wolfenstein sul mercato.
Anche la trama non é sviluppata come avrebbe potuto e risulta un mix tra Fatherlands e Iron Sky molto meno avvincente e come meno ironia. Peccato

Probabilmente avrete già letto da qualche problemi i gravi problemi relativi all'intelligenza artificiale del gioco. Un problema che persiste malagrado una mega patch da 5 giga recentemente rilasciata dal team di sviluppo e che ancora non é riuscita a mettere di fronte al giocatore avversari degni di nota. Intendiamoci, in alcuni punti Wolfenstein si rivela essere particolarmente ostico ma il tutto é legato solo al numero di nemici presenti sullo schermo e alla particolare coriacità che alcuni di loro dimostrano nel farsi abbattere. Ciò non toglie, però, che gli avversari tendono ad avere un cono visivo davvero ridotto, che spesso non si accorgono della vostra presenza anche a pochi centimetri dal proprio naso e che si fanno "uccellare" come peggio non si potrebbe.

A questo si deve anche aggiungere una certa confusione nella concezione stessa del gioco, che cerca di mischiare, ma in malo modo, elementi originali e alcuni concettualmente più recenti ma davvero poco in linea con un gioco come Wolfenstein. Difficile, per esempio, mandare giù il livello di vita che si autorigenera e che tende a semplificare il gameplay anche al livello massimo di difficoltà, oppure le missioni di intermezzo (se così le vogliamo chiamare), che vedono il nostro protagonista all'interno di una specie di "safe house" dove assieme agli altri membri della resistenza liberati dalle grinfie naziste, pianificherà le missioni successive, con alcune scene davvero poco in linea con il personaggio.

Dispiace anche vedere come le buone basi narrative vengano "buttate via" in favore di un'azione decisamente meno frenetica rispetto agli esordi. Anzi, ci troveremo spesso di fronte a sessioni di non combattimento e altre dove dovremo, addirittura, avere un approccio pseudo-stealth nei confronti di nemici davvero molto poco credibili. A farci compagnia troviamo un set di armi piuttosto classico, con alcune "licenze" legate al particolare setting del gioco, in particolar modo quando arriveremo sulla base lunare nemica. La quasi totalità delle armi in nostro possesso prevedono anche una modalità "Akimbo", che permetterà di poterle imbracciare in tandem per imporsi con ancora maggiore facilità. A proposito di armi, segnaliamo che sebbene l'approccio al gioco sia fondamentalmente arcade, alcune di esse posseggono un certo rinculo che deve in qualche modo essere gestito, ma vi basteranno pochi minuti iniziali per capire come governarle sempre nel modo più corretto.

Wolfenstein: The New Order
Una doppietta doppia. Una quadripletta, insomma.


Walking On The Moon


Come detto anche in precedenza, The New Order tenta di apportare qualche tipo di variante ad un brand così fortemente iconografico come Wolfenstein. Per far questo non si affida al classico dedalo di stanze e corridoi, ma presenta strutture a più ampio respiro, realizzate più per invogliare l'esplorazione alla ricerca dei vari collectibles (come da tradizione ci saranno svariati oggetti preziosi sparsi per la mappa), che non per suggerire differenti approcci allo scontro. A dire il vero in alcuni momenti potremo tentare anche un qualche approccio meno “radicale”, cercando di applicare i dettami del genere stealth, ma la pochezza dell'intelligenza artificiale vi obbligherà a spianare le armi non appena possibile.

E anche questo aspetto denota quanta confusione abbia albergato nelle menti del team di sviluppo nella realizzazione del gioco. Certo, Wolfenstein E' e resta uno sparatutto “ignorante” e bene avrebbero fatto quelli di Machine Games a esaltare questo aspetto del gioco, senza cercare improbabili contaminazioni che alla fine lo rendono quasi un “mischione” che non sa di niente. Al contrario, se cercate di giocarlo “alla vecchia maniera”, cercando quindi lo scontro diretto, a tratti riesce anche a impegnarvi e divertirvi, senza però scalfire troppo la superficie.
Così com'é The New Order é un mischione senza troppo senso. Ha molto più senso giocato come l'episodio originale. I tentativi di rinnovarlo, cadono nel vuoto.

Tecnicamente The New Order sfrutta l'ultima versione del motore grafico Id Software, ovvero il Tech 5 (lo stesso di Rage, per intenderci), che gli consente di raggiungere i famigerati 1080p anche su Xbox One, senza però brillare per complessità di strutture poligonali nella costruzione delle scene o dei personaggi. Insomma, un compromesso discreto, che però non brilla. Qualche dubbio, invece, sulle animazioni, specialmente quelle legate al ragdoll dei nemici abbattuti, che spesso risultano essere innaturali e quasi involontariamente comiche. Decisamente buono, invece il doppiaggio in italiano che aiuta nella comprensione della trama (anch'essa mai approfondita a dovere) e che ben caratterizza i personaggi sullo schermo. Qualche dubbio invece sulla colonna sonora che a volte “entra” in scena in modo troppo preponderante, andando a coprire anziché sottolineare.

La durata del titolo é, invece, il piatto forte dell'offerta, garantendovi almeno una decina d'ore d'azione che possono addirittura raddoppiare, dal momento che ad un certo punto la trama subirà una sorta di biforcazione legata ad un “turning point” che vi obbligherà ad una scelta dolorosa. Anche se la sostanza, di fatto, non cambia, la presenza o meno di alcuni personaggi sullo schermo o di alcune particolari situazioni potrebbero essere un motivo sufficiente per qualcuno per prendere nuovamente in mano questo Wolfenstein per un secondo giro di Valzer. E, come detto in apertura, chi vi scrive continua a non comprendere questo genere di persone. That's all Folks.

> Ritmi brasiliani

Wolfenstein: The New Order
7

Voto

Redazione

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Wolfenstein: The New Order

Preso per quello che é, Wolfenstein: The New Order, potrebbe anche intrattenervi per un certo numero di ore (divertire é un concetto più ampio..). Il problema é che Machine Games butta sul piatto tutta una serie di elementi che potrebbero anche funzionare bene ma che, di fatto, non trovano il necessario approfondimento per risultare avvincente. Una trama buona ma buttata via, una possibilità di approccio stealth vanificata da una IA avversaria a tratti imbarazzante, una struttura dei livelli più aperta rispetto al passato ma che non modifica le meccaniche degli scontri a fuoco. Insomma, tutti elementi che alla fine vi convinceranno a imbracciare il vostro fucile e a sforacchiare nazisti come se non ci fosse un domani. Che non guasta mai, diciamolo. Poca roba, aspettatelo nello scaffale delle offerte.