Wild Hearts S, il Monster Hunter di Omega Force arriva in casa Nintendo – Recensione Switch 2
La recensione dell’action-RPG ispirato al celebre franchise Capcom, un porting impreziosito da feature esclusive per tornare sulla cresta dell’onda

Switch 2 ancora non ha un capitolo di Monster Hunter all’attivo (escludendo Generations Ultimate e Rise tramite retrocompatibilità), e all’orizzonte non ve n’è traccia al momento. Un’ottima occasione per Omega Force di inserirsi in questa popolare nicchia con il suo Wild Hearts S, versione ottimizzata per la nuova console Nintendo dell'action-RPG cooperativo che ha graziato i lidi di PC, PS5 e Series X|S un paio di anni fa.

Dopo il tracollo della partnership con EA, l’originale Wild Hearts è stato lasciato a marcire. Ora che il testimone è passato a Koei Tecmo, il titolo è stato aggiornato, potenziato e ribilanciato con contenuti e funzionalità inedite. Potrebbe rappresentare un nuovo inizio per la saga, qualora riuscisse a farsi valere in questo nuovo ecosistema. Dopo aver spolpato la corposa demo, abbiamo provato in anteprima il gioco completo; com’è andata?
Wild Hearts S: tra somiglianze con Monster Hunter e spunti originali
Dall’intreccio della trama alle varie meccaniche, passando per level design, progressione e qualunque altro dettaglio vi venga in mente, le analogie tra Wild Hearts e un Monster Hunter a caso si sprecano. L’obiettivo del gioco è trasformare mostri giganti in cappelli e sandali, e la storia non è che un pretesto per mandarvi contro avversari sempre più grossi e cattivi. Il tono è più serioso, e c’è una cura leggermente maggiore nello sviluppo dei personaggi, tuttavia chi ha trascorso centinaia di ore in quel di Capcom non tarderà a sentirsi a casa.

Premetto che non ho giocato Wild Hearts all’epoca e non mi sono mai interessato particolarmente al titolo prima d'ora. Pertanto, se cercate informazioni sulle differenze più sottili tra l’originale e questa versione S, sono sicuro che potete trovare analisi più approfondite a riguardo. Quello che posso dirvi, da veterano di Monster Hunter, è che il pacchetto infiocchettato da Omega Force non mi è affatto dispiaciuto, seppur con qualche riserva.
I Karakuri sono l’anima dell’opera e l’elemento principale che la contraddistingue. L’idea di utilizzarli per interagire con l’ambiente e alterare il campo di battaglia è interessante, e apre le porte a numerose strategie, soprattutto in gruppo. Trasformare le mappe ad ogni sortita con nuovi marchingegni rende l’esplorazione molto divertente e agevola future scorribande, riportando un po' alla mente Death Stranding, specie quando mezza regione è collegata da zipline.

Wild Hearts S: buon combat system, ma non ancora all’altezza di Monster Hunter
Quello che gli manca a mio avviso è il bilanciamento del blasonato parente, sia in riferimento alla vecchia guardia che agli episodi più moderni. Wild Hearts sembra combinare la filosofia dei vecchi Monster Hunter con le quality of life e l’approccio più action dell’era post-World. Il nostro cacciatore è afflitto da una rigidità imbarazzante: le sue movenze sono lente, quasi impacciate, tutte le sue armi hanno moveset abbastanza limitati, e non c’è modo di cancellare la stragrande maggioranza delle animazioni. Ciononostante, per essere efficiente ha sempre un paio di uptime da mantenere, combinazioni e accortezze da considerare contro ogni mostro per buttarlo giù e arginarne gli attacchi.
Dal canto loro i Kemono si difendono con un tracking ed AOE a tratti molesti, più collisioni alquanto dubbie. Qui i colpi non si evitano alla vecchia maniera, studiando il bersaglio e preparandosi per tempo, ma rollandoci dentro, sfruttando gli i-frame. Il problema è che le raffiche si fanno via via più incessanti, e non abbiamo ancore di salvezza come il filo insetto o il Seikret, ma neanche il classico “Superman dive” o un banale scudo.

Si creano situazioni di costante tensione che possono diventare frustranti in singolo, visto che l’aggro è concentrato su di noi e può capitare di passare più tempo a schivare che non a menare fendenti. Il tempismo di parecchi colpi è comunque ambiguo e si finisce spesso per incassarli col grugno. Il gioco prova a compensare elargendo cure in gran quantità, inoltre integrare i Karakuri nel proprio assortimento aiuta non poco il flow dello scontro, ma l’esecuzione non è mai troppo pulita.
C’è da dire che non ho tutta questa dimestichezza (20-30 ore non sono nulla rispetto alle oltre 2000 passate altrove), quindi potrebbe dipendere dalla mia inesperienza. Quando tutto funziona, però, c'è da dire che è un vero spasso. Ad ogni modo, i contenuti per prenderci la mano non mancano di certo; ne avrete tranquillamente per settimane, forse mesi. Occhio però, le missioni più avanzate sono belle toste.

Wild Hearts S: 60fps su Switch 2, ma con qualche compromesso
Detto ciò: come gira Wild Hearts S su Switch 2? Le location sono pulsanti di vita e le creature che le abitano ricche di dettagli, ma un sacco di superfici lasciano a desiderare. Diciamo che se i Kemono più sgargianti e l'estensione delle aree urlano “next gen”, soffermandomi su atmosfere, scorci e alcuni particolari mi sembra di tornare sul Tri Ultimate per Wii U (e lo dico con affetto NdR). Un po’ lunghi i caricamenti, ma perché viene renderizzata l’intera mappa all’avvio, accelerando le successive transizioni.
Incredibile ma vero, Wild Hearts S su Switch 2 è libero di raggiungere i 60fps. Un traguardo ambizioso, forse troppo. Oscilla infatti di frequente tra i 40 e i 50, ma non sembra (quasi) mai scendere sotto questa soglia, e l’azione rimane sempre piuttosto fluida. Online, con quattro giocatori a schermo e le bestiacce più pirotecniche, mi aspetto cali più bruschi, ma non c’è stato modo di testarlo. A tal proposito: sì, quattro, il numero massimo di giocatori per sessione è incrementato di uno, per la gioia delle squadre più numerose. Non sono un fan invece dell’eliminazione di chat vocale e testuale per far posto a GameChat; le due realtà potevano coesistere. Doppiaggio solo in giapponese, ma di buon livello. Epica e solenne al punto giusto la colonna sonora.

Versione Testata: Switch 2
Voto
Redazione

Wild Hearts S
Un “clone” di Monster Hunter in grado di reggersi benissimo sulle proprie gambe, Wild Hearts S promette un’esperienza impegnativa, intrigante e longeva, che potrebbe allietare i fan di Monster Hunter in cerca di un'alternativa. Nulla è andato perduto con la conversione, anzi le stanze maggiorate faranno gola a più di qualcuno, e tecnicamente si difende molto bene. Non è tutto oro quel che luccica, ma per essere una “prima volta” Omega Force ha dimostrato di saperci fare. Speriamo solo che Koei Tecmo non abbandoni a sua volta la nave; il potenziale per una grande saga c’è tutto, andrebbe giusto raffinato un pochino.


