The Witcher

di Alessandro Cossu
L'ULTIMO IMMORTALE (O QUASI).
Quando si parla di esseri (quasi) umani con palesi differenze genetiche che li fanno somigliare di più a degli Elfi dotati di grande abilità nella magia e nelle armi, ci si sta riferendo agli "Witcher". E quando si parla di tali esseri, è impossibile non far riferimento allo scrittore polacco dalla cui penna essi sono nati, ovvero Andrzej Sapkowski. I suoi libri si sono rivelati un best-seller del genere fantasy in tutto il globo anche se, in Italia, non abbiamo ancora avuto modo di godere di una traduzione di tali opere (e quando mai,ndAleNet). In ogni caso, oggi, grazie alla partnership nata fra Atari e i programmatori della CD Projekt, possiamo quanto meno bearci della trasposizione ludica dei romanzi, ma con una trama tutta nuova che prende piede cinque anni dopo i fatti raccontati nell'ultimo libro di Sapkowski. E'bene mettere subito in chiaro una cosa: non è necessario, anche se sarebbe vantaggioso, conoscere il background del romanzo, per godere appieno del videogame. Ciò premesso, vediamo cosa ci riserva il magico mondo dei Witcher.
Nel titolo patrocinato da Atari, noi vestiremo i panni digitali di Geralt di Rivia, uno degli ultimi Witchers, noti al volgo come cacciatori di demoni (no, Buffy non c'entra nulla,stavolta). I Witchers non sono completamente umani : essi sono infatti il frutto di misteriose combinazioni di DNA magico e pozioni, di incroci di razze e selezione naturale. Questi Cacciatori, o per meglio dire questa sorta di Stregoni, dispongono di riflessi accelerati, alcune abilità magiche (per quanto limitate), una incredibile predisposizione per l'uso delle armi bianche ed una innata resistenza al veleno e alle sostanze tossiche in generale. Come vuole la tradizione, però, questa razza è da sempre perseguitata e mal vista dai cosiddetti "normali": "Quello che io so è che, poiché tu sei nato diverso, la gente ti temerà...e ti scaccerà, ovunque andrai, come quelli del tuo villaggio".


Il filmato iniziale, degno delle migliori produzioni cinematografiche, ci permetterà di vedere Geralt, mentre cerca di liberare un villaggio dall'angustiante presenza di un demone. Un combattimento lunghissimo (preparate i popcorn, è davvero infinito!), intenso, pieno di azione e colpi di scena. Alla fine del duello, il mostro si rivela essere una donna di inaudita bellezza, mutata in demone per cause sconosciute. Quando il nostro (anti)eroe si sta chinando sul corpo della fanciulla, questa rinviene e lo aggredisce...e, in linea teorica, il filo conduttore che lega il gioco ai romanzi finisce qui: tecnicamente, Geralt muore o si presume che muoia e la storia dei Witchers diventa in breve una leggenda da raccontare ai bambini. Passano cinque anni: la guerra infuria, e gli eserciti dei demoni sono ormai ovunque. In questo triste frangente, dei cavalieri si trovano ad inseguire uno strano personaggio nei boschi, convinti che egli sia una spia delle forze del Male. Messo a mal partito e circondato, il misterioso figuro si rivela essere Geralt, ma è ben lontano da ciò che era un tempo : scarno, lacero, e del tutto privo di memoria. Tuttavia, è lui l'unica speranza per combattere le forze imperanti dei demoni:inizia perciò una nuova vita per l'ultimo Witcher al mondo, una vita fatta di Magia, Spade, Amori e Incantesimi.
Tutto questo ci verrà mostrato nel già citato, estremamente lungo, filmato iniziale, dopodichè saremo finalmente pronti a cominciare. The Witcher è assimilabile ad un gioco di ruolo, con due visuali disponibili : isometrica (alla Sacred, per intenderci), oppure in terza persona (Enclave). Le due modalità sono sempre disponibili, con la pressione del giusto tasto, in base alle esigenze, alle situazioni specifiche e, ovviamente, ai gusti del giocatore.

Il primo livello, fungerà da immenso tutorial : impareremo a gestire la telecamera (invero piuttosto ostica), i talenti particolari di Geralt e le sue abilità di combattimento. Le armi del Witcher si divideranno in "acciaio" e "argento", e spetterà a noi decidere come e quando utilizzare tali armi: trovarsi di fronte ad un Vampiro, ad esempio, implicherà la saggia scelta di sfoderare un arma d'argento, invece che un semplice spadone, così come sarà opportuno usare armi in acciaio contro le corazze dei cavalieri avversari. Con il proseguo dell'avventura, otterremmo man mano anche dei talenti magici : Quen (una sorta di scudo arcano), Yrden, che potremmo assimilare ad una terribile tagliola (!) magica, Igni ovvero il dominio del Fuoco ed un altro paio che non vi sveliamo,onde evitare di rovinarvi il gusto di scoprirlo per contro vostro.
Come in Dark Messiah, o in Loki, o ancora in Titan Quest, il nostro personaggio crescerà grazie ad un classico "sistema ad albero", che determinerà quali e quante abilità svilupperà più di altre, in base ai punti esperienza che noi otterremo e distribuiremo durante la nostra avventura.
Sin dalle prime battute di gioco, saremo chiamati a scegliere il nostro personale sistema di combattimento fra i tre disponibili : veloce, potente, da mischia. Il combattimento veloce procura pochi danni, ma permette di liberarsi facilmente degli avversari. Il combattimento potente rallenta il nostro Geralt, ma infligge danni piuttosto considerevoli. Il combattimento da mischia, infine, è l'ideale per liberarsi da situazioni particolarmente concitate.


Paradossalmente, è proprio il combattimento, uno dei punti deboli o per meglio dire, meno riuscito, di una produzione di per sé estremamente ben realizzata. Per affrontare i vari nemici che si pareranno sul nostro cammino, infatti, saremo chiamati semplicemente a puntare l'avversario mantenendo premuto il tasto deputato alle mazzate; dopodichè, quando il cursore del mouse verrà avvolto da una sorta di fiamma, dovremo essere lesti a premere una giusta sequenza di pulsanti, in modo tale che il buon Geralt possa prodursi in micidiali combo. Perdere l'attimo si rivelerà devastante per due motivi : il primo, è che il nostro Witcher rimarrà imbambolato a prendersi le legnate dei nemici. Il secondo è che dovremo attendere di nuovo che il cursore si illumini per poter ricambiare le varie cortesie. Questo sistema potrebbe rendere i combattimenti un po' frustranti per i neofiti in generale, e per gli amanti del controllo totale in particolare.
Uno dei punti di forza della produzione, invece, stando a quanto dichiarato dai programmatori stessi, è l'ampia facoltà di scelta presente nel gioco. Molto spesso, infatti, saremo chiamati a compiere delle azioni che influenzeranno in modo radicale lo svolgimento del gioco. Un esempio chiarificatore: ad un dato momento, saremo invitati a sorvegliare una armeria. Accettando questo incarico, in breve tempo ci troveremo di fronte a degli Elfi e dei Nani i quali, coalizzati, ci chiederanno cortesemente di toglierci di mezzo (prima cercando di corromperci, poi passando alle vie di fatto). Spetterà a noi scegliere se accettare il denaro o combattere e uccidere i nuovi arrivati.


In ogni caso, le nostre azioni porteranno delle conseguenze: se accetteremo il denaro, è possibile che poi quel gruppo di avventurieri utilizzi quelle armi per uccidere degli innocenti, fra i quali, magari, un importante personaggio non giocante in possesso di informazioni per noi vitali. Se invece ci butteremo nella mischia, è possibile che le autorità locali decidano poi di mettere una taglia sulla nostra testa, precludendoci la possibilità di visitare alcuni luoghi, con tutti gli annessi e connessi (come sotto-quest, poteri extra, raccolta di informazioni et similia). Come cita il messaggio promozionale del gioco, "Non Esiste il Bene o il Male : Solo Azioni e Conseguenze". E mai, come in "The Witcher", questa frase assume un tocco di verità!
Le ottanta ore previste per chiudere il titolo, sono cosparse di una serie di minigiochi invero piuttosto divertenti. Da partite a dadi a gare di bevute (con conseguente effetto "ubriaco", ovvero una evidente sfocatura dell'inquadratura!), fino alla possibilità di portare sotto le coperte le gentili donzelle che incontreremo durante la nostra avventura. Un ottimo sistema per spezzare l'azione e dare la possibilità al giocatore di rilassarsi fra un mostro e l'altro.
Insomma, sulla carta, tutto quanto concerne il gameplay e la storyline è piuttosto interessante e la cura profusa nella sceneggiatura del gioco è evidente in ogni singola parte del titolo esaminato.

Sul fronte strettamente tecnico, The Witcher offre uno spettacolo per gli occhi davvero notevole: a fronte di un motore piuttosto pesante (per i dettagli, consigliamo la lettura del nutrito box hardware qui di lato), abbiamo animazioni quasi sempre convincenti eccezion fatta per la strana postura del nostro eroe in combattimento, ed effetti di luce di prim'ordine. Alcune texture sono forse troppo ripetute e i combattimenti non danno quella sensazione di "esserci" come accadeva, ad esempio, in Dark Messiah o Enclave; le due già citate visuali disponibili, isometrica o in terza persona (più una terza, ibrida), danno il meglio di se, se si sceglie di giocare col solo ausilio del mouse anche se la tastiera verrà comunque chiamata in causa, ma la gestione della telecamera non ci ha convinto del tutto: è infatti necessario tenere premuto un pulsante (quello centrale del mouse, di default), per ruotare la visuale, e questo, specie nei momenti di confusione, certamente non aiuta. Sul fronte audio, troviamo delle musiche a dir poco epiche, mentre il doppiaggio, pur non essendo particolarmente ispirato, risulta comunque relativamente convincente. Nella edizione da collezione, è stato persino aggiunto un compact disc con la colonna sonora del gioco!
Prima di mutare verso il commento finale, si ricorda agli utenti che è già disponibile una patch che corregge diversi piccoli problemi sparsi per il gioco e che, data una certa dose (non eccessiva) di violenza e di linguaggio "spartano", il gioco è consigliato ad una fascia di pubblico matura.

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