The Invincible – Persi nello Spazio Profondo – Recensione PC

Un Viaggio Avvincente tra Narrativa e Intrighi

The Invincible  Persi nello Spazio Profondo  Recensione PC

Perché siamo così attirati dall’ignoto?

A pensarci bene, è dagli albori delle civiltà che l’essere umano, in quanto essere capace di pensieri complessi, continua metodicamente a essere affascinato dall’ignoto. Quante volte ci siamo fermati a guardare il cielo con curiosità, magari tentati dalle parole lette su un libro, o ascoltate in un podcast, o magari ispirati da qualche film o serie tv?

Si parla tanto di futuro, e di come gli uomini conquisteranno nuovi mondi al di fuori del nostro globo terraqueo chiamato Terra. Ma la verità è che già tempo i diversi medium di intrattenimento ci hanno permesso di fare qualcosa di più: provare a immaginare già da ora quello che sarà, o che potrebbe esserci, nei prossimi anni.

La fantasia non ci manca, ecco. Ed è con questo spirito che ci siamo approcciati a The Invincible, un nuovo walking simulator sviluppato dallo studio Starward Industries, un’opera che abbiamo scoperto -per caso- essere ispirata a un libro omonimo scritto da Stanisaw Lem.

Per essere precisi, The Invincible è a tutti gli effetti un prequel non ufficiale, giacché nel gioco avremo l’opportunità di scoprire gli eventi che precedettero l’arrivo dell’incrociatore galattico sul pianeta Regis III, presente nella Costellazione della Lira e distante anni luce dalla Terra.

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The Invincible – La Potenza del Racconto

Nel romanzo scritto da Lem, la missione in corso prevedeva il rintracciamento di un'astronave gemella e del suo equipaggio.

Di fronte agli occhi dell'ufficiale Rohan, dell'astrogatore Horpach e del variegato equipaggio dell'Invincibile, si manifesta uno scenario sinistro: una vasta distesa di sabbia completamente desolata, circondata da estesi oceani d'acqua. La suggestione di un mistero imminente emerge soprattutto da alcune imponenti formazioni che sembrano costituire le rovine di una città, la cui struttura non assomiglia a nulla di cui l'occhio umano abbia mai fatto esperienza. Tra l’altro, le acque circostanti sono popolate da creature simili ai pesci terrestri, ma con una sensibilità peculiare ai campi magnetici.

La scena descritta si presenta come un enigma avvolto nel mistero, con elementi paesaggistici e creature che sfidano la comprensione umana. Senza scendere in ulteriori dettagli riguardo il romanzo, sappiate però che questo mood viene replicato abilmente dagli sviluppatori all’interno del gioco, con una dovizia nei particolari che ci ha davvero sorpreso.

In The Invincible vestiremo i panni di Yasna, un’astrobiologa che sembra essere rimasta coinvolta in un incidente che l’ha lasciata, sola, sulle lande desolate del pianeta Regis III. Ciò che inizialmente doveva essere una spedizione scientifica, si trasforma in fretta in una missione di soccorso, alla ricerca dei compagni di squadra dispersi.

Yasna verrà costretta a ricercare le tracce dei membri scomparsi dell’equipaggio, sebbene sia doveroso comprendere (soprattutto poiché si tratta di un walking simulator) che ogni decisione intrapresa, nel bene o nel male, potrebbe comportare rischi considerevoli per l’incolumità della protagonista e degli altri personaggi.

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Come potrete ben immaginare, The Invincible manifesta un crescendo di emozioni complesse, soprattutto legate a doppio filo con le varie decisioni morali da intraprendere durante il viaggio, che vi faranno chiedere più di una volta se si saranno rivelate corrette o meno. L’unico interlocutore di Yasna per buona parte del gioco sarà Novik, l’astrogatore a capo dell’astronave che non è potuto scendere sul pianeta per via di un problema alla gamba, accompagnato anche da un robot sentinella a cui potremmo affibbiare un nome (noi l’abbiamo chiamato Luna).

La loro presenza sarà vitale per Yasna e per noi, soprattutto perché non faranno altro che tenerci ancorati alla realtà, sempre consci del fatto che un consiglio, un commento, finanche la semplice compagnia allieveranno i pesi della protagonista, soprattutto di fronte a fardelli molto pesanti da sopportare. La trama si intreccerà con riflessioni profonde sulle dinamiche evolutive che plasmano la nostra esistenza, mentre affrontiamo le sfide di un ambiente ostile e sconosciuto.

Ogni elemento trova il suo senso di esistere solo dopo averne appreso l’utilità, e fa piacere constatare l’attenzione profusa dagli sviluppatori nello scrivere una sceneggiatura convincente, oltretutto coerente con un panorama di scelte che non è fatto per dare libertà totale (ricordatevi, è un walking simulator), ma piuttosto tende a farvi infilare in quei pochi corridoi utili a sbloccare i vari finali presenti nel gioco.

In questa epopea, la tensione tra la fragilità umana e la potenza delle macchine diverrà un elemento centrale, mentre cercheremo di decifrare il significato più profondo della nostra presenza in questo vasto e misterioso panorama cosmico. La ricerca di una via di fuga si trasforma così in un viaggio intriso di riflessioni filosofiche e scientifiche, alimentato dalla necessità di comprendere il nostro ruolo nell'ordine delle cose.

Il fattore rigiocabilità si unisce a doppio filo con queste evenienze, comprensive per giunta di tutta una serie di achievement dedicati come piace ai completisti, i quali dovranno svolgere più di una sessione di gioco qualora vorranno ottenerli tutti.

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The Invincible – Narrativa e gameplay

Come ormai avrete imparato sulla vostra pelle, quella dei walking simulator è un’esperienza che va aldilà del semplice gameplay. Le meccaniche di gioco legate a questi titoli vengono quasi ridotte a zero e l’importanza, come capita spesso, la si attribuisce alla possibilità di esplorare l’ambientazione da cima a fondo, interagendo con quel poco che ci viene messo a disposizione.

Ogni oggetto utilizzato da Yasna trova il suo perché solo se pensiamo alla trama, tant’è che persino la mappa viene realizzata come una sorta di giornale di bordo, un taccuino su cui il personaggio prende diverse annotazioni, lasciando al giocatore la sensazione di essere parte di un qualcosa in continua evoluzione, non ancorato agli stilemi visti in altri videogiochi.

Si cammina, si corre, a volte si guida qualche mezzo di trasporto. Il mood è molto simile a quando visto in Deliver Us Mars, con tanto di piccole meccaniche esplorative extra, che prevede l’utilizzo di alcuni oggetti per decifrare cosa sta accadendo intorno a noi.

Sono piccolezze, è giusto indicarvelo con assoluta sincerità, ma come detto fanno bene ai fini del racconto, che fa rilevare qualche intoppo giusto nelle fasi esplorative, un po’ troppo lente soprattutto quando si tratta di interagire con scalini o strapiombi.

Le animazioni di Yasna sembrano “interrompere” lo scorrere del gioco, dandogli quella pesantezza che è un po’ estraniante da quello che siamo abituati a vedere in altri medium, dove la velocità tende a farci percepire tutto come estremamente reale. Lo sprint è breve, sebbene ben rappresentato ai fini della scena con fiatone e annebbiamento della vista, ma oltre a questo non ci sono elementi distintivi che finiscono per farci guardare The Invincible come qualcosa di più di un semplice walking simulator.

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L’esempio di Deliver Us Mars serviva ai fini del racconto come volontà di fare qualcosa di più, inserendo in quel caso la terza persona, nonché la capacità di scalare alcune pareti, rendendo di per sé l’esplorazione un pochino più viva. Qui la prima persona aiuta l’immersione, ma oltre a questo alcune scene appaiono come un po’ macchinose, insomma non sempre capaci di restituire il giusto pathos.

Bisogna ammettere però che il comparto tecnico è degno di nota, soprattutto quando sfruttato al massimo delle sue potenzialità. Gli scenari sembrano davvero disegnati in modo ineccepibile e sono stati capaci di restituire sensazioni incredibili, soprattutto quando ci si trova davanti a uno scenario così deserto, ma allo stesso tempo quasi assurdamente umano.

Regis III intriga anche per le formazioni rocciose che sembrano uscite da una mente schematica, con tutte quelle linee pronte a intersecarsi per formare strutture sempre più complesse, accompagnate peraltro da una componente tecnologica umana rappresentante dell’epoca del libro (che fa molto anni Sessanta, infatti il libro è stato scritto nel 1964). Questa discordanza aumenta l’interesse e la voglia di esplorazione, qui coadiuvata peraltro da una colonna sonora e un doppiaggio in lingua inglese davvero di livello, che sapranno tenervi incollati allo schermo dall’inizio alla fine dell’avventura.

La mancanza di una localizzazione in italiano potrebbe inizialmente sembrare un ostacolo, ma è importante notare che i dialoghi sono formulati in modo accessibile e relativamente semplice da comprendere. Pertanto, non dovrebbe rappresentare un impedimento significativo per chi desidera fruire del contenuto.

Ci teniamo a segnalare, inoltre, che nel titolo è presente una funzione comic book in cui, durante il gioco e facendo alcune azioni, potremo sbloccare delle vignette che descriveranno la nostra permanenza su Regis III, disegnate in modo pregevole sebbene sia sempre una questione di gusti, tipo uno story-book utile a riassumerci gli eventi qualora smettessimo di giocare per più di qualche giorno.

The Invincible – Persi nello Spazio Profondo – Recensione PC

 

The Invincible

Versione Testata: PC

8

Voto

Redazione

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The Invincible

The Invincible è un walking simulator che saprà intrattenervi in modo accattivante, specialmente considerando che questi potrebbero essere tranquillamente gli eventi che avrebbero preceduto il libro (che, a questo punto, diventa una lettura imprescindibile!). Le dinamiche di gameplay sono indicative del genere proposto, con un forte focus sulla narrazione piuttosto che su elementi di gioco più tradizionali. Questo titolo è caldamente consigliato agli appassionati del genere e a coloro che desiderano una pausa da esperienze più frenetiche.